Hospice. Mancano meno di 100 giorni per mettere in regola i medici palliativisti privi di specializzazione (da quotidianosanita.it del 20 ottobre 2016)

Data:
21 Ottobre 2016

I medici palliativisti sprovvisti del diploma di specializzazione dovranno ottenere il riconoscimento dell’esperienza maturata per poter continuare a lavorare. “Siamo di fronte – fanno sapere da Antea Onlus -ad un passaggio delicato che porta chiarezza nello status dei professionisti ma che se non gestito con la dovuta attenzione rischia di produrre possibili tensioni e disagi”

20 OTT – Mancano meno di 100 giorni al 16 gennaio 2017, giorno in cui tutti i medici in servizio presso gli hospice italiani  pubblici e privati accreditati con il servizio sanitario nazionale dovranno avere  le carte in regola  con i requisiti previsti dalla legge 38 del 2010.

La stragrande maggioranza di loro ha i titoli a posto, una parte no. Interessati sono esclusivamente i professionisti che non rientrano nelle figure specializzate e abilitate a lavorare in queste strutture. Ne sono esclusi: medico specialista in anestesia, rianimazione e terapia intensiva, ematologia, geriatria, medicina interna, malattie infettive, neurologia, oncologia medica e radioterapia; il medico di medicina generale, piscologo specialista, infermiere, fisioterapista dietista assistente sociale, operatore socio sanitario, figure abilitate in base alla legge 38.

Tutti i medici palliativisti sprovvisti del diploma di specializzazione tra quelli appena citati dovranno dunque ottenere il riconoscimento dell’esperienza maturata per poter continuare a lavorare.  La certificazione richiesta è quella che dimostri di aver  di aver prestato servizio nella rete delle cure palliative per tre anni, anche non continuativi, e dovrà essere firmata dal direttore sanitario.

 “Siamo di fronte – dichiarano da Antea Onlus – ad un passaggio delicato che porta chiarezza nello status dei professionisti e fornisce garanzie ulteriori di buona assistenza  ai cittadini, ma che se non gestito con la dovuta attenzione rischia di produrre possibili tensioni e disagi. Nel Lazio  le strutture interessate dalla normativa sono 26 per un totale di 390 posti residenziali a questi si aggiungono il quadruplo di assistiti a livello domiciliare e dunque circa 2000. Una realtà importante  che merita la massima attenzione visto che agisce su malati particolarmente fragili e coinvolge intere famiglie”.

“E’ una comunità – proseguono dalla Onlus – che vive il dolore e  chiede rispetto non disfunzioni organizzative derivate da passaggi burocratici non governati nei tempi giusti. La Regione Lazio con il decreto 112 del 2016  ha recepito gli accordi della Conferenza Stato Regioni e predisposto le modalità di presentazione delle istanze da parte dei medici e istituito una Commissione ad hoc  per esaminare le domande. ma il tema è nazionale  Ora si tratta di procedere e c’è ancora tutto il tempo necessario per fare ogni cosa con ordine e regolarità”.

“In Antea – concludono – stiamo gia avviando le procedure e i medici coinvolti sono meno di 10. Spero che la Regione e le Regioni tutte  sollecitino le strutture a predisporre in tempo utile  il percorso per regolarizzare il personale medico non in possesso dei titoli. Ne va della tranquillità dei pazienti che la rete regionale e nazionale  degli hospice assiste  e dei loro cari”.

Ultimo aggiornamento

11 Giugno 2019, 23:35

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