Certificati di malattia online, medici in rivolta
Data:
25 Luglio 2010
«Se il sistema informatico si blocca – fa notare Marzia Spessot, coordinatore medico del pronto soccorso del San Raffaele – si deve chiedere al paziente di tornare. E a visitarlo di sicuro sarà un altro medico di turno. In questo modo si perde una quantità di tempo incredibile. Tempo che allunga l’attesa dei codici verdi e soprattutto di quelli bianchi. Non siamo affatto in grado di star dietro a tutta questa burocrazia».
Lo stesso allarme arriva dall’Asl, che avrebbe preferito una gestione differente della novità dei certificati. E anche la Regione Lombardia è ben consapevole degli intoppi in arrivo. Proprio il Pirellone ha spinto perché il decreto Brunetta venisse posticipato. «Le Regioni – spiega il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina – non sono pronte e la modalità va ulteriormente testata. Non conviene a nessuno che il sistema non funzioni».
I medici di famiglia fanno notare che non tutti gli studi privati hanno la banda larga. C’è perfino qualcuno che non ha il pc: non ci sono quindi gli strumenti per dare inizio all’era del certificato online. E il sindacato dei medici della Smi sprona a non sottovalutare i costi a carico del medico, che ha un rimborso di indennità informatica di appena 78 euro al mese.
Gli unici ad essere soddisfatti della prima sperimentazione sono i rappresentanti di Federsanità Anci che apprezzano «lo sforzo di alcune Regioni, con in testa la Lombardia», che hanno «contribuito a superare le criticità» del sistema. «Con il nuovo metodo – sostengono i medici – almeno si porterà giovamento ai cittadini-utenti che risparmieranno sui costi di spedizione del certificato alla sede del datore di lavoro». Già, se il computer non si incepperà.
Ultimo aggiornamento
25 Luglio 2010, 10:47
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Certificati di malattia online, medici in rivolta
Data:
25 Luglio 2010
«Se il sistema informatico si blocca – fa notare Marzia Spessot, coordinatore medico del pronto soccorso del San Raffaele – si deve chiedere al paziente di tornare. E a visitarlo di sicuro sarà un altro medico di turno. In questo modo si perde una quantità di tempo incredibile. Tempo che allunga l’attesa dei codici verdi e soprattutto di quelli bianchi. Non siamo affatto in grado di star dietro a tutta questa burocrazia».
Lo stesso allarme arriva dall’Asl, che avrebbe preferito una gestione differente della novità dei certificati. E anche la Regione Lombardia è ben consapevole degli intoppi in arrivo. Proprio il Pirellone ha spinto perché il decreto Brunetta venisse posticipato. «Le Regioni – spiega il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina – non sono pronte e la modalità va ulteriormente testata. Non conviene a nessuno che il sistema non funzioni».
I medici di famiglia fanno notare che non tutti gli studi privati hanno la banda larga. C’è perfino qualcuno che non ha il pc: non ci sono quindi gli strumenti per dare inizio all’era del certificato online. E il sindacato dei medici della Smi sprona a non sottovalutare i costi a carico del medico, che ha un rimborso di indennità informatica di appena 78 euro al mese.
Gli unici ad essere soddisfatti della prima sperimentazione sono i rappresentanti di Federsanità Anci che apprezzano «lo sforzo di alcune Regioni, con in testa la Lombardia», che hanno «contribuito a superare le criticità» del sistema. «Con il nuovo metodo – sostengono i medici – almeno si porterà giovamento ai cittadini-utenti che risparmieranno sui costi di spedizione del certificato alla sede del datore di lavoro». Già, se il computer non si incepperà.
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25 Luglio 2010, 10:47
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