15 luglio 2010 – Certificati online: se il Lazio piange la Lombardia non ride

Data:
21 Luglio 2010

Brescia. Niente più trafile per presentare il certificato di malattia che giustifica l’assenza dal posto di lavoro: con le normative di semplificazione volute dal ministro Brunetta il certificato viene inviato on line direttamente dal medico curante all’Inps, che a sua volta lo rende disponibile al datore di lavoro (come previsto dal decreto ministeriale 26 febbraio 2010).
Il nuovo sistema, la cui entrata a regime definitiva è prevista per il 19 luglio (ma è probabile una proroga in extremis), è in rodaggio da settimane ma ha già suscitato non poche critiche da parte dei medici.
DIFFICOLTÀ OPERATIVE, ricadute sull’efficienza e riduzione del medico a un mero compito impiegatizio sono i principali motivi di doglianza sollevati dai camici bianchi. Anche l’Ordine dei medici della provincia di Brescia prende posizione. Pur riconoscendo che il passaggio dall’ambito cartaceo a quello elettronico – come già avviene per i certificati di invalidità – è concettualmente positivo, rileva che nel concreto il nuovo sistema diventa causa di gravi difficoltà per l’inefficienza delle strutture tecnologiche.
Non sempre, infatti, il collegamento con la piattafoma internet funziona bene. Spesso il server dell’Inps che deve ricevere tutti i dati non riesce ad accogliere le numerose richieste che arrivano in contemporanea, e questo si traduce in perdite di tempo per la compilazione del certificato.
«Con i certificati di malattia siamo in alto mare. Si è in una fase del tutto sperimentale, in Lombardia il 50% degli invii parte al primo colpo, il resto richiede tempi dilatati a dismisura perché spesso cade la linea» denuncia il presidente dell’Ordine dei medici, Raffaello Mancini, ricordando che l’attività certificatoria, soprattutto quella per malattia, è molto consistente per i medici di famiglia. «Non mancano punti oscuri da chiarire, ad esempio la posizione del medico che fa una visita domiciliare e il suo eventuale obbligo di certificazione, così come la posizione della guardia medica», prosegue Mancini.
Rischia di mandare in tilt il sistema anche la previsione, dopo questa prima fase di rodaggio, del rilascio di certificazione di malattia on line anche per i medici del Pronto soccorso, che si inserirebbe in un contesto, quello dell’emergenza-urgenza, dove ogni minuto perso è prezioso per intervenire con pazienti a rischio.
E NON È TUTTO: «Sulle conseguenze di tale ipertrofia elettronica bisognerebbe tornare a parlare, perché con queste prescrizioni la figura del medico viene schiacciata da quella burocratica, la comunicazione con il paziente quasi annullata, dimenticando che il medico per far bene il suo mestiere deve parlare al malato, guardarlo negli occhi e non da dietro un monitor» dice Mancini. L’Ordine ha avviato contatti per chiarire punti ancora oscuri della nuova normativa e per ottenere un congruo prolungamento del periodo transitorio, «nell’interesse di un paziente che non può essere privato di una certificazione cui ha diritto e di un medico che non può essere sottoposto a gravi sanzioni in caso di inadempimento per deficienze a lui non imputabili».
In particolare per i medici del pronto soccorso l’Ordine ritiene che si dovranno prevedere alleggerimenti appositamente studiati, ad esempio predisponendo una compilazione standard del certificato di malattia da parte dei medici in servizio, lasciando che la pratica dell’inserimento on line dei dati venga affidata al personale amministrativo.
Lisa Cesco

Ultimo aggiornamento

21 Luglio 2010, 08:37

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Data:
21 Luglio 2010

Brescia. Niente più trafile per presentare il certificato di malattia che giustifica l’assenza dal posto di lavoro: con le normative di semplificazione volute dal ministro Brunetta il certificato viene inviato on line direttamente dal medico curante all’Inps, che a sua volta lo rende disponibile al datore di lavoro (come previsto dal decreto ministeriale 26 febbraio 2010).
Il nuovo sistema, la cui entrata a regime definitiva è prevista per il 19 luglio (ma è probabile una proroga in extremis), è in rodaggio da settimane ma ha già suscitato non poche critiche da parte dei medici.
DIFFICOLTÀ OPERATIVE, ricadute sull’efficienza e riduzione del medico a un mero compito impiegatizio sono i principali motivi di doglianza sollevati dai camici bianchi. Anche l’Ordine dei medici della provincia di Brescia prende posizione. Pur riconoscendo che il passaggio dall’ambito cartaceo a quello elettronico – come già avviene per i certificati di invalidità – è concettualmente positivo, rileva che nel concreto il nuovo sistema diventa causa di gravi difficoltà per l’inefficienza delle strutture tecnologiche.
Non sempre, infatti, il collegamento con la piattafoma internet funziona bene. Spesso il server dell’Inps che deve ricevere tutti i dati non riesce ad accogliere le numerose richieste che arrivano in contemporanea, e questo si traduce in perdite di tempo per la compilazione del certificato.
«Con i certificati di malattia siamo in alto mare. Si è in una fase del tutto sperimentale, in Lombardia il 50% degli invii parte al primo colpo, il resto richiede tempi dilatati a dismisura perché spesso cade la linea» denuncia il presidente dell’Ordine dei medici, Raffaello Mancini, ricordando che l’attività certificatoria, soprattutto quella per malattia, è molto consistente per i medici di famiglia. «Non mancano punti oscuri da chiarire, ad esempio la posizione del medico che fa una visita domiciliare e il suo eventuale obbligo di certificazione, così come la posizione della guardia medica», prosegue Mancini.
Rischia di mandare in tilt il sistema anche la previsione, dopo questa prima fase di rodaggio, del rilascio di certificazione di malattia on line anche per i medici del Pronto soccorso, che si inserirebbe in un contesto, quello dell’emergenza-urgenza, dove ogni minuto perso è prezioso per intervenire con pazienti a rischio.
E NON È TUTTO: «Sulle conseguenze di tale ipertrofia elettronica bisognerebbe tornare a parlare, perché con queste prescrizioni la figura del medico viene schiacciata da quella burocratica, la comunicazione con il paziente quasi annullata, dimenticando che il medico per far bene il suo mestiere deve parlare al malato, guardarlo negli occhi e non da dietro un monitor» dice Mancini. L’Ordine ha avviato contatti per chiarire punti ancora oscuri della nuova normativa e per ottenere un congruo prolungamento del periodo transitorio, «nell’interesse di un paziente che non può essere privato di una certificazione cui ha diritto e di un medico che non può essere sottoposto a gravi sanzioni in caso di inadempimento per deficienze a lui non imputabili».
In particolare per i medici del pronto soccorso l’Ordine ritiene che si dovranno prevedere alleggerimenti appositamente studiati, ad esempio predisponendo una compilazione standard del certificato di malattia da parte dei medici in servizio, lasciando che la pratica dell’inserimento on line dei dati venga affidata al personale amministrativo.
Lisa Cesco

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