Sanità, ultima chiamata

Data:
7 Gennaio 2015

Così com’è stato pensato e scritto il piano aziendale che cambierà la geografia della sanità pontina non è accettabile. Con gli interventi previsti all’ospedale «San Giovanni di Dio» a Fondi, la struttura di via San Magno ne uscirebbe depotenziata, il tutto a discapito dei cittadini. Il sindaco Salvatore De Meo lancia l’ultimo, disperato Sos attraverso cui chiede alla giunta regionale e al commissario ad acta della sanità laziale, Nicola Zingaretti, di rivedere le carte in tavola. Ieri De Meo ha inviato a Zingaretti l’ennesima istanza, avanzando anche la proposta di convocare un incontro con i primi cittadini prima dell’approvazione del nuovo atto aziendale previsto per il prossimo 15 gennaio. In prima battuta la questione di pronto soccorso e ostetricia-ginecologia. «Più volte e con comprensibile preoccupazione ci si è espressi sulle ipotesi dell’Asl che non corrispondo alle reali esigenze del territorio, nonché alla stessa destinazione individuata nella proposta di atto aziendale, in quanto ci troveremmo con un punto nascita declassato e privo dei necessari servizi a supporto con copertura h/24». Per quanto riguarda il pronto soccorso, prosegue poi De Meo, «a nulla vale la semplice indicazione nel piano strategico 2014/16 di un pronto soccorso generale perché di fatto si tratta di una definizione priva di contenuto rispetto a ciò che invece dovrebbe essere previsto, ovverosia un’Osservazione breve intensiva (i cui locali di fatto sono già esistenti nel nosocomio fondano), che metta in sicurezza le funzioni ospedaliere, oltre che essere corrispondente all’esigenza di un territorio vasto e popoloso». De Meo lancia il suo appello anche al manager Asl Michele Caporossi affinché si dia da fare per ascoltare le esigenze che arrivano dal territorio. Troppe, sottolinea il primo cittadino fondano, le criticità evidenziate. I tempi sono stretti, anzi strettissimi. Non c’è più margine per tentennamenti e incertezze, questo il sindaco lo ha capito e vuole andare fino in fondo. Ma serve la collaborazione di tute le parti in causa. Da qui il tentativo di ottenere da Zingaretti, eventualmente alla presenza del manager Asl Caporossi, un incontro faccia a faccia per concordare le modifiche da apportare all’atto aziendale. F. A.

L’articolo: ILQUOTIDIANOpag23martedì6gennaio2015

Ultimo aggiornamento

7 Gennaio 2015, 00:21

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