Risposta a quesiti sul riscatto di laurea in medicina e chirurgia

Data:
6 Febbraio 2009

IL RISCATTO È PIÙ AGEVOLATO DEL FONDO PENSIONE
da Sole 24 ore
D –
Mio figlio è prossimo al conseguimento della laurea in medicina e chirurgia. Il riscatto è conveniente farlo al conseguimento della stessa, dopo l’iscrizione all’Albo dell’Ordine dei medici o al compimento della specialistica (6 anni più 5 anni)? Oppure è preferibile un fondo pensione?
R –
La legge 247/2007 stabilisce che il riscatto può essere chiesto all’Inps anche dai giovani che al momento della domanda non sono ancora iscritti a un’altra forma di previdenza. In questo caso possono fruire anche della facilitazione che consiste nel pagare la somma richiesta in 120 rate mensili senza interessi. In più il genitore, finché il figlio risulta fiscalmente a carico, può avvalersi della detrazione di imposta del 19% su quanto viene versato annualmente per il riscatto.
Le somme pagate per il riscatto vengono accreditate in un apposito fondo Inps e rivalutate dalla data
della domanda con le regole del sistema contributivo.
Su richiesta dell’interessato, il montante complessivo (importo versato più interessi) viene trasferito alla gestione pensionistica o cassa professionale dove risulterà iscritto una volta iniziata l’attività.
Attualmente il riscatto è da preferire al fondo pensione perché gode di maggiori agevolazioni.
Non necessariamente però le due opzioni sono alternative. Per costruirsi un trattamento previdenziale adeguato, i giovani farebbero bene a impegnarsi su entrambi i fronti. In questo modo potranno, tra l’altro, cumulare i benefici fiscali previsti sia per il riscatto della laurea sia per il versamento dei contributi a un fondo integrativo.
IL RISCATTO SI PUÒ PAGARE A RATE O IN UN’UNICA SOLUZIONE
da Sole 24 ore
D –
Ho ottenuto dall’Inps accoglimento della domanda del riscatto laurea presentata nel 2008.
L’importo scaturito è di 102.000 euro; ho scelto di rateizzarlo in 120 rate mensili iniziando a versare dal settembre 2008 con bollettini postali Inps. Dovendo ultimare i versamenti entro il dicembre 2010 per poi andare in pensione dal 1 gennaio 2011, per ottimizzare la deduzione fiscale, vorrei versare l’intero importo di cui sopra ripartendolo su tre anni e quindi effettuando in anticipo I versamenti.
Con tale modalità otterrei il massimo risparmio fiscale. Vorrei sapere la vostra opinione su tale operatività.
La Legge prevede la possibilità di pagare in unica soluzione o sino a 120 rate mensili.
Inoltre, con quali modalità dovrei versare: uno o più bollettini mensili?
R –
La risposta è positiva. Con la circolare 29/2008 l’Inps ha confermato che il riscatto del corso di laurea, secondo quanto previsto dalla legge 247/2007, può essere pagato in unica soluzione o in 120 rate mensili senza interessi. Al tempo stesso è stato anche chiarito che l’assicurato può estinguere il debito anche in un numero minore di rate senza perdere con ciò il beneficio della dilazione non gravata da interessi. Le modalità di pagamento con bollettini di conto corrente postale o altro mezzo potranno essere concordate con l’ufficio Inps che ha trattato la pratica di riscatto.
COSÌ IL CORSO DI STUDI INCREMENTA LA PENSIONE
da Sole 24 ore
D Mio figlio, di 33 anni, ha ricevuto dall’Inps il calcolo dell’importo per ottenere il riscatto di laurea, rimborsabile in 120 rate mensili. Considerando l’onerosità del riscatto e che comunque andrà in pensione con il sistema contributivo e dovrà lavorare almeno 40 anni, mi chiedo quale è la convenienza del riscatto Inps rispetto ad una pensione complementare di pari importo versato.
R – La questione sollevata dal lettore riguarda un po’ tutti i giovani per i quali il riscatto è chiaramente un investimento a lungo termine. La convenienza varia in base alla storia previdenziale di ognuno e alla propensione a destinare una parte dei risparmi a quella che sarà in futuro la loro pensione. In linea di massima è bene comunque non basare la scelta solo in funzione di un possibile pensionamento anticipato.
E questo per due motivi.
Non è detto, anzitutto, che nel tempo non cambino le regole in vigore, in base alle quali si può andare in pensione con 40 anni di contributi a qualsiasi età o anche con 35 anni di versamenti legati a un’età minima che dal 1013 sale a 62 anni per i lavoratori dipendenti. C’è da considerare inoltre che nel sistema contributivo il pensionamento anticipato conviene fino a un certo punto in quanto il capitale accumulato (il cosiddetto montante) si trasforma in pensione con un coefficiente più basso per età sotto i 65 anni.
Chi decide di riscattare gli anni dell’università farà bene quindi a valutarne l’opportunità soprattutto in funzione di quello che è un vantaggio certo, dato dall’incremento che avrà la futura pensione.
Sotto questo profilo difficilmente altre forme di investimento possono avere lo stesso rendimento in quanto non sono previste le stesse agevolazioni.
Non necessariamente il riscatto della laurea va però considerato alternativo all’iscrizione a un fondo pensione. Per costruirsi un trattamento previdenziale adeguato i giovani farebbero bene a impegnarsi su entrambi i fronti. In questo modo potranno, tra l’altro, cumulare i benefici fiscali previsti sia per il riscatto della laurea sia per il versamento dei contributi a un fondo integrativo.

Ultimo aggiornamento

21 Ottobre 2014, 17:41

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