Medici competenti, pressing dei sindacati per salvare quelli depennati (da DoctorNews33 del 18 luglio 2015)

Data:
18 Luglio 2015

Il governo starebbe pensando a un provvedimento per recuperare i medici competenti, o almeno venire incontro ad alcuni dei 6500 cancellati a Pasquetta dal Ministero del Lavoro per non aver raggiunto i crediti Ecm adeguati, 105 in medicina del lavoro entro il 2013. La voce arriva da ambienti parlamentari e la giriamo a Giorgio Cavallero segretario della Cosmed, la confederazione dei medici della dipendenza che con Anaao ha chiesto al Ministero di tornare agli elenchi ante-Pasquetta e posticipare il depennamento a gennaio 2016. Cavallero non conferma il ddl, ma dice che quel provvedimento se arrivasse sarebbe in sintonia con lo spirito della lettera. «Noi l’abbiamo scritta, oltre che per i medici, per il bene dei lavoratori che potrebbero vedere invalidati dei giudizi di idoneità essenziali per loro. Il giudizio del medico competente è un documento che ha valore legale ed è utilizzato in contenziosi. La validità dei giudizi emessi dai colleghi cancellati potrebbe essere inficiata con aggravamento del contenzioso su malattie occupazionali, infortuni lavorativi ed altro. Ma poi – prosegue Cavallero- c’è la richiesta sul piano professionale: questi colleghi sono stati depennati per non aver soddisfatto il fabbisogno formativo previsto dal Testo unico per la sicurezza sul lavoro dl 81/08. In realtà in alcuni casi i provider non avevano fatto a tempo a trasmettere i crediti regolarmente conseguiti, o non erano accreditati a livello nazionale, o l’autocertificazione del medico non era pervenuta per un cattivo funzionamento del sistema di posta elettronica. Infine c’è chi non è arrivato per un soffio in un contesto in cui non ovunque l’offerta formativa è sufficiente». E qui entra in gioco la voce dei sindacati della dipendenza. «A parte il fatto che molti medici competenti sono dipendenti Asl, e che l’ospedale è il luogo deputato a una pronta diagnostica e terapia nelle procedure dei medici competenti -dice Cavallero -il contratto del 2005 affida alle aziende sanitarie responsabilità chiave nell’aggiornamento dei dipendenti. Se 6500 medici non ottengono i crediti, vuol dire che le aziende non hanno fatto la loro formazione. Noi chiediamo più tempo sia per i medici da formare, sia per le aziende. Per i medici lo chiediamo con forza: si tratta di professionisti specializzati, di competenze che non possono essere cancellate per il mancato rispetto di una percentuale. Non chiediamo una sanatoria, ma la possibilità per chi fa sorveglianza sanitaria di mettersi in linea con i crediti del triennio 2011-13 aggiungendoli a poco a poco a quelli del 2014-2016 in corso. In passato la commissione Ecm è stata più morbida in analoghe situazioni».
L’obbligo di totalizzare il 70% dei crediti in medicina del lavoro andava soddisfatto da fine 2013 ma era stato concesso un anno di proroga. Arrivati ad aprile 2015, ecco il depennamento, e la revoca dell’incarico ai medici cancellati da parte di molti datori di lavoro. Fnomceo ha messo in campo due corsi per aiutare un rapido recupero crediti e ha mediato con il Ministero della Salute che sarebbe propenso a regolarizzare entro l’anno chi rientra in linea con i crediti, in pratica senza “sospenderlo” per il periodo in cui è stato depennato. «Capisco che nei 6500 c’è chi è già fuori da questo sistema – conclude Cavallero – ma abbiamo 24 milioni di lavoratori di cui 700 mila nella dipendenza Ssn: in nome di un fabbisogno di crediti solo sfiorato o di un sistema informatico da aggiornare non si possono buttare via delle professionalità che servono al Paese».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

21 Luglio 2015, 17:43

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