“Le 10 grandi “menzogne” sulla sanità….” di Ivan Cavicchi (da quotidianosanita.it del 20 febbraio 2018)

Data:
20 Febbraio 2018

…….Quali menzogne o cose non dette? Ne voglio ricordare almeno 10 per limitarmi alle più importanti.

La prima riguarda il peggioramento delle cure, l’accesso alle tutele, la fruizione dei diritti, il peggioramento dello stato di salute, l’abbandono in cui versano alcuni soggetti sociali come gli anziani. Lasciamo perdere i numeri che spesso sono di fantasia, ma “non può non essere” che con tutte le leggi fatte a costo zero, con il definanziamento costante del FSN, con le restrizioni pesanti al personale e ai servizi, con i piani di rientro in alcune regioni, che la gente non stia peggio. La gente sta peggio, è meno curata e muore di più e chi lo nega mente sapendo di mentire.

La seconda è lo stato dei servizi pubblici che a causa soprattutto del taglio del personale, dei posti letto, e dei forti limiti finanziari imposti alle aziende, è mediamente peggiorato con punte gravi di compromissione in alcuni settori più deboli come la salute mentale, la salute della donna, l’assistenza territoriale, la prevenzione l’assistenza agli anziani.

La terza è la distruzione del concetto di territorio e di “servizio locale” causata da uno scriteriato accorpamento di aziende fatto per meri calcoli gestionali dalle Regioni che a parte liquidare del tutto il ruolo dell’azienda, hanno revocato la possibilità per milioni di cittadini di essere curati nel loro luogo di vita.

La quarta riguarda i Lea, parte dei quali sono teorici, perché non sono stati finanziati quindi l’assurdo paradosso per milioni di persone di pagare prestazioni alle quali avrebbero diritto.

La quinta riguarda le diseguaglianze interpretate come ordinaria amministrazione, ma caspita come si fa a parlare di semplice diseguaglianza quando vi sono regioni come la Campania che sono al disastro epidemiologico e come si fa a non dichiarare queste regioni “speciali” anziché obbligarle al dissanguamento con i piani di rientro?

La sesta è il mercato degli schiavi cioè milioni di cittadini che migrano in altre regioni per avere il diritto alla cura portandosi dietro oneri finanziari pesantissimi per le regioni di provenienza, senza dei quali le grandi regioni del nord andrebbero in disavanzo in poche ore.

La settima è la distruzione sistematiche delle professioni e della professionalità cioè del nostro capitale più prezioso. E’ di queste ore la notizia di un documento del ministero della salute sulla task shifting come se fossimo non in Italia ma in Africa. Stiamo distruggendo le nostre professioni riducendone i valori deontologici con il demansionamento, con la burocratizzazione, con il subordinarle a rigide procedure decisionali, con la flessibilità del loro impiego con lo snaturarne le deontologie quali prime garanzie per il cittadino.

L’ottava è il segreto di pulcinella in sanità si ruba, si truffa, si specula in tutti i modi. Non avremo numeri esatti sul fenomeno ma anche in questo caso “non può non essere”, se quello che ci dice tutti gli anni la Corte dei conti è vero, che non esista corruzione. La corruzione esiste a tutti i livelli e ogni tanto sotto l’espressione malasanità viene fuori qualcosa, ed ha le forme più varie. La corruzione è come l’evasione fiscale uccide la giustizia il diritto e fa pagare il conto ai più deboli.

La nona menzogna è quella che per risolvere il problema dell’out of pocket cioè la questione della spesa privata bisogna omeopaticamente privatizzare il sistema cioè dividere la società in chi ha più diritti e in chi ha meno diritti.

La decima menzogna la più grande la più sfacciata riguarda la sostenibilità. Sfido chiunque a dimostrarmi che il nostro sistema pubblico sia tout court insostenibile e che l’unico modo per renderlo sostenibile sia privatizzarlo. Ma quando mai? In questo sistema ci sono tante di quelle diseconomie arretratezze disorganizzazioni invarianze che basterebbe con una buona e coraggiosa riforma toglierne la metà per rifinanziarci per i prossimi 30 anni.

La grande menzogna è negare che l’unica ragione vera per la quale fare mutue e assicurazioni sia la speculazione finanziaria. Dietro al ritorno delle mutue sostitutive non integrative non ci sono ragioni di salute collettiva, ne ragioni di giustizia sociale, ne ragioni umanitarie per proteggere i deboli, son tutte balle, dietro all’uso strumentale del tema sostenibilità c’è solo la speculazione finanziaria. E basta…..

Ultimo aggiornamento

20 Febbraio 2018, 15:23

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