ISDE LATINA – EFFETTI DELL’INQUINAMENTO DA MICROPLASTICHE SULL’AMBIENTE E SULLA SALUTE

Data:
11 Novembre 2023

ISDE LATINA – EFFETTI DELL’INQUINAMENTO DA MICROPLASTICHE SULL’AMBIENTE E SULLA SALUTE

Riceviamo dal Presidente ISDE LATINA Pasquale Milo e volentieri pubblichiamo

EFFETTI  DELL’INQUINAMENTO  DA  MICROPLASTICHE SULL’AMBIENTE  E  SULLA SALUTE:

La plastica è un materiale di uso quotidiano che è stato prodotto ed utilizzato sin dall’inizio degli anni ’50 ed è entrato a far parte delle nostre abitudini, per la sua utilità nelle case e nelle famiglie. Purtroppo essendo poco biodegradabile persiste nell’ambiente (mari e suolo) per anni. Dall’inizio della raccolta differenziata si è avuta una riduzione della plastica sparsa nell’ambiente, ma purtroppo non la scomparsa, grazie anche all’inciviltà di alcune persone.

Oggi purtroppo c’è una novità, è stato infatti dimostrato, grazie a ricerche di laboratorio fatte in istituti nazionali, che le particelle di degradazione della plastica (Microplastiche) entrano nell’organismo umano fino ad arrivare all’interno delle cellule.

Le MICROPLASTICHE (MP):

La plastica dispersa nell’ambiente si sbriciola negli anni in frazioni sempre più piccole. Le MP sono particelle comprese tra 0,1 e 5 mm (5000 micrometri)  e le nanoplastiche (NP) ancora più piccole.

Le MP si accumulano in diversi ambienti: nel mare, da cui possono passare nei mitili, nei pesci, nel sale da cucina, nel terreno da cui possono penetrare nei frutti, nella verdura; nella polvere e nell’aria domestica; nell’atmosfera, da uno studio giapponese guidato dal prof. Hiroshi Okochi, che ha rilevato la presenza di MP nell’acqua delle nuvole, a un’altitudine tra 1300 e 3700 mt. , provenienti dall’oceano, da dove raggiungono l’atmosfera. Se le MP dovessero raggiungere gli strati superiori dell’atmosfera potrebbero entrare in contatto con i raggi U.V. e, disintegrandosi, possono rilasciare anidride, carbonica contribuendo all’effetto serra.

Circa il 90% della plastica prodotta a livello mondiale rientra in una di queste categorie chimiche: polietilene, polipropilene, cloruro di polivinile, polistirene, ecc., tutte in grado di adsorbire sostanze chimiche dall’ambiente come metalli pasanti (piombo, cadmio e mercurio), batteri e gli idrocarburi policiclici aromatici( IPA) noti per essere tossici per l’apparato riproduzione(interferenti endocrini) e cancerogeni.

Sono stati fatti vari studi e ricerche: 1) da Greenpeace nell’ambito della campagna “Difendiamo il mare” da essa promossa, che ha effettuato un’indagine nel luglio 2020 nel Tirreno Centro-Settentrionale e precisamente intorno alle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste della Toscana e della Liguria . In questo report vengono presentati i risultati relativi alla determinazione delle microplastiche (MP) e delle microfibre (MF vegetali: quali cellulosa, cotone, o animali) in pesci e mitili, campionati con l’ausilio di pescatori locali. I risultati forniscono nuove informazioni sui livelli, frequenze di ingestione e sulla caratterizzazione chimica delle microparticelle di plastica e microfibre in diverse specie ittiche. La presenza di MP  è aumentata con una concentrazione maggiore al milione e mezzo di particelle per km quadrato, 2)dall’istituto Mario Negri e dall’Università di Milano Bicocca sui ghiacciai della Valtellina in cui hanno trovato circa 150 milioni di particelle di plastica per km quadrato.

L’origine di queste particelle potrebbe essere sia locale, data ad esempio dal rilascio e/o dall’usura di abbigliamento e attrezzatura degli alpinisti ed escursionisti che frequentano il ghiacciaio, sia diffusa, con particelle trasportate da masse d’aria, in questo caso di difficile localizzazione.

Queste MP non essendo biodegradabili si accumulano nell’ambiente e data la loro piccola dimensione possono sportarsi per via aerea sotto forma di polvere e quindi inalate e ingerite da tutti gli esseri viventi, sia marini che terrestri, compreso l’uomo, provocando disturbi neurologici, intaccare il loro sistema endocrino o ormonale e l’apparato riproduttore, oltre, in alcuni casi, essere cancerogene.

MP nell’organismo umano: per cercare queste MP è ovvio che sono stati fatti numerosi studi in laboratorio: uno dei primi lavori scientifici che ha evidenziato la presenza di MP nell’uomo  è stato quello che ha dimostrato la loro presenza nell’intestino (lavoro del 2018 su campioni di feci). In un altro lavoro scientifico del 2020 è stata evidenziata la presenza di MP in placente umane. In un altro la presenza di MP in campioni di latte materno umano di 34 donne.

In un altro recente lavoro è stata dimostrata la presenza di MP nel sangue di 22 volontari sani. E questo lavoro dimostra che le MP possono giungere, attraverso il sangue, a vari organi creando la possibilità di varie patologie.

La plastica è stata scoperta dall’uomo per facilitare le sue attività ma ora gli si rivolta contro, perchè c’è una sua enorme dispersione nell’ambiente.

Le famiglie generano attraverso le loro attività circa il 77% dei rilasci di MP, il resto è generato dalle attività economiche varie (negozi, bar, generi alimentari, supermercati, ristoranti).

L’azione sulle famiglie è pertanto fondamentale.

L’acquisizione della consapevolezza dei possibili danni derivanti dalla plastica è il primo dei passaggi necessari per i genitori e le famiglie e anche per i Medici e  Pediatri di famiglia, sia perchè il problema è sottovalutato, sia perchè la plastica  è diventata parte integrante della vita delle famiglie e un cambiamento risulta complesso, ma auspicabile, proprio per eliminare con il tempo questo nuovo problema sanitario.

Cosa possono fare i Medici (pediatri e medici di famiglia)?:

La formazione dei Medici sull’argomento è necessaria .

Intanto gli ambulatori devono essere liberi da plastica per mostrare un esempio pratico, a partire dai giochi per bambini e dalle suppellettili o altro.

Ascoltare i genitori per chiedere delle loro abitudini e suggerire soluzioni alternative all’uso della plastica (piatti, stoviglie, ecc).

A casa: 1)non comprare acqua in bottiglie di plastica. Utilizzare l’acqua potabile della fontana e usare la borraccia . 2)Acquistare detersivi sfusi con il flacone riutilizzabile 3) Acquistare frutta, verdura, carne, pesce, uova, mozzarelle sfusi o nel cartone. 4)Acquistare yogurt in vetro e latte in tetra pak 5)Rifiutare sacchetti, bicchieri, piatti, posate e cannucce di plastica.

Nella scuola chiedere la possibilità di ridurre l’utilizzo della plastica (bottiglie , bicchieri, piatti ecc.) e così pure nei ristoranti.

Queste indicazioni di massima andrebbero organizzate in un piano comunicativo organico e collettivo.

  Dott. Pasquale  Milo Presidente ISDE Latina

Bibliografia: Isde Italia.

Ultimo aggiornamento

11 Novembre 2023, 16:53

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia