In memoria di Maurizio (Ricci) di Silverio Guarino
Data:
16 Ottobre 2021
nella foto da sinistra : Maurizio Ricci, Remo Miranda, Mariano De Falco, Augusto Orsini, Silverio Guarino
14 ottobre 2021
Probabilmente c’era da temerlo e da aspettarselo: c’erano dei raccomandati anche lì, quando partecipammo ad un concorso musicale per “complessi”, si chiamavano così i gruppi musicali degli anni ’60. Il concorso si svolgeva a Roma e io (chitarra ritmica) Maurizio Ricci (chitarra solista), Augusto Orsini (basso elettrico), Remo Miranda (batteria) e Mariano De Falco (tastiere), i mitici “Monaci”, prendemmo una corriera per raggiungere la capitale. Chitarre e strumenti dietro l’ultima fila dei posti a sedere (chi ha la nostra età si ricorda di come c’era posto solo lì per le valigie e i bagagli).
Sotto la guida di Maurizio che credeva fortemente in quello strumento “in più” costituito dalla voce (il nostro gruppo era vocale e strumentale), ci esibimmo in due brani fatti apposta per noi: “Quel che tu non sai” dei Pooh e “Sognando California” dei Dik Dik. Suonammo in modo veramente eccellente e contavamo di poter vincere quel concorso che ci avrebbe potuto iniziare ad una avventura musicale superiore, fortemente temuta dai nostri genitori.
A giudicare, insieme ad altri giurati, il famoso Direttore d’orchestra degli anni ’50 Cinico (ma uno si può chiamare Cinico?) Angelini, quello della famosa “C’è una chiesetta amor nascosta in mezzo ai fior” cantata da Alberto Rabagliati.
Fummo esclusi. Vinsero altri. Raccomandati da “Cinico”.
Tornammo a Latina dispiaciuti, delusi e anche un po’ arrabbiati, perché non ci sentivamo secondi a nessuno, almeno in quel contesto e in quel momento.
Chissà cosa sarebbe successo se avessimo vinto e continuato nella carriera musicale. Tre medici in meno e cinque artisti in più.
Con il complesso “I Monaci” ho avuto la gioia e la fortuna di suonare (il basso elettrico questa volta) per tutto il periodo dell’università e poi ancora dopo con Maurizio ed altri musicisti. Maurizio mi considerava uno studente (di musica, ovviamente) poco studioso, per quanto dotato di un innato senso musicale; non si riusciva a capacitare come io mantenessi il ritmo usando il piede sinistro, scandendo il tempo sempre “in levare”. Con lui, tanto “jazz” e musica brasiliana. Parco di apprezzamenti, io ero sempre osservato speciale, ma si vedeva dal suo sguardo che era contento di come io suonassi con lui anche perché, se avessi studiato, sarei potuto diventare molto più bravo (mai quanto lui, ovviamente).
Sapeva suonare “tutto”; veniva dagli studi della fisarmonica da piccolo (il papà se non sbaglio era stato direttore della banda musicale di Pisterzo, suo paese d’origine, banda della quale lui stesso divenne direttore), poi anche strumenti a fiato come il trombone e la tromba; suonava le tastiere e la batteria.
Ma era un virtuoso della chitarra; si dedicava allo strumento e al suo insegnamento sei-sette ore al giorno; era sempre alla ricerca della perfezione, con costante aggiornamento della tecnica, attento alle novità e inventando lui stesso assonanze e accostamenti magici. Come Paganini, sosteneva che se un giorno non si esercitava se ne accorgeva lui per primo, ma che se non si esercitava per due giorni di seguito, se ne sarebbero accorti gli ascoltatori “esperti”.
E come dimenticare quell’assolo di chitarra del brano dei Queen “We will rock you” con il quale si esibì in occasione di uno spettacolo “Camici in palcoscenico, non solo medici”, con il nostro gruppo, una grande interpretazione di puro rock.
Ciao Maurizio.
Di seguito un piccolo contributo che riguarda il mio incontro con lui (a proposito, frequentavamo tutti e due il liceo classico Dante Alighieri di Latina, sezione C, io un anno avanti, essendo più grande di un anno)
Questione di panchine. In occasione della recente visita del Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini a Latina, per l’intitolazione del parco della città a Falcone e Borsellino, stimolato dalle osservazioni di Vincenzo Ambrosino, mi sono fatto un giro per il parco, per verificarne lo stato e riportarlo in commento all’articolo di Sandro Romano. E ho ritrovato le panchine. Le due panchine. Una, la più famosa, dove nel 2000 il cantante di Latina, Tiziano Ferro, componeva il suo primo successo “Xdono” (leggasi “Perdono”), che lo avrebbe reso famoso di lì a poco. Ce n’era un’altra, meno famosa, ma a me più cara. Era il Marzo 1966 quando, con una chitarra acustica un po’ malandata, proprio su quell’altra panchina, feci un “provino” con il mio amico coetaneo (e maestro di musica) Maurizio Ricci, che era alla ricerca di un chitarrista e di una voce per il suo complesso “I Monaci”. Il pezzo era “Girl” dei Beatles, in Do minore. Me la cavai egregiamente anche con la voce, per il coretto che riuscii a fare. Fui scritturato immediatamente e da quella panchina cominciò la mia avventura musicale. Che non è ancora finita. Mi chiedo spesso cosa possa influenzare il destino di una persona. A volte è una questione di panchine. Come è capitato a me (e a Tiziano Ferro…). Silverio Guarino, 15 Agosto 2017 |
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Ultimo aggiornamento
29 Dicembre 2022, 11:05
Commenti
Forse sbaglio....ma si esercitavano anche al garage di Sergio, vicino al carcere di latina? Maurizio l'ho conosciuto a scuola.....poi è stato x tanto tempo il mio medico. Ciao Maurizio...
Nei primi aanni 70 eravate il mio gruppo di riferimento, passai un capodanno al Ritrovo solo per ascoltarvi, poi successivamente feci amicizia con Maurizio che ogni tanto veniva alle nostre prove per visionare i nostri progressi e darci indicazioni per migliorarci, io all'epoca suonavo la batteria e cantavo e godevo quando lui prendeva lo strumento e suona amo insieme Eugenio Pastore
Maurizio è stato, prima un amico di gioventù e, successivamente il mio medico di famiglia mantenendo il rapporto d'amicizia. Ho letto con molto rispetto il ricordo Silverio Guarino che non ho conosciuto personalmente confermandone i contenuti. Ricordo i"Monaci" che ho ascoltato in diverse occasioni e, tra loro conosco Remo Miranda compagno di classe alle elementari. Ho appreso della dipartita di Maurizio solo ad esequie avvenute e mi è dispiaciuto anche per non avegli dato l'ultimo saluto r.i.p.
Quella chitarra malandata...la poi venduta a me dodicenne allora ad un prezzo di 2500 lire. Quando la famiglia acquistò la prima macchina FIAT 128 con 2 porte bianca,in garage avevano una bicicletta QUADRIGA rossa con ruote da 24 che diedero a mio padre per portarmela. Come dimenticare il dott.Jekyll ?
Vi ricordo con tanta gioia prima con Maurizio e poi con il cambio Augusto alla chitarra e Saverio al basso. Sia prima che dopo eravate veramente forti.
Che dire, la più bella esperienza della mia gioventù, la Musica coc la A maiuscola, ed aver avuto l'onore di aver fatto parte del gruppo musicale dei Monaci con Maurizio Mariano Silverio e Remo, senza virgole eravamo una cosa sola, a scuola, università ed anche dopo. Ciao Maurizio, sarai sempre con noi.
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