Come letteratura, cinema di fantascienza e filosofia possono raccontare il medico del futuro (da quotidianosanita.it del 25 maggio 2019)

Data:
26 Maggio 2019

I film hanno evidenziato che il problema (definizione del medico del futuro) non sia una questione strettamente medica. Il medico è coinvolto nell’evoluzione tecnologica come tutti gli umani, ma la medicina risente di più di questi cambiamenti perché la tecnologia va a toccare la natura stessa dell’uomo. Il problema che si sta affacciando in questo tempo è il controllo della vita

25 MAG – Dopo aver vissuto con intensità i primi quattro Mercoledì Filosofici in programma all’OMCeO di Venezia, la Commissione Scientifica della Fondazione Ars Medica ha pensato alla realizzazione di un quinto mercoledì definito “Ghost”, come la traccia nascosta di un LP e organizzato sempre in collaborazione con i Filosofi dell’Università di Cà Foscari.

Questo evento è stato un Mercoledì aperto al pubblico e quindi alla condivisione dei temi, posizionandolo come epigilogo a questa stagione di mercoledì, così ricchi di riflessioni filosofiche, soprattutto sulle 100 tesi della FNOMCeO.  Il tutto andrebbe considerato come prologo per il prossimo evento del 1 giugno che si terrà a Venezia: “Verso gli Stati Generali. Medicina Meccanica 2.0: il medico e il suo non tempo”.

Per analizzare le implicazioni che Tecnica e Tecnologia hanno sul medico e quindi sul paziente, già in un Convegno da noi organizzato nel 2017 (con Ivan Cavicchi come spettatore), abbiamo impiegato la letteratura e i film di fantascienza per generare un dibattito.  Anche in quest’occasione abbiamo utilizzato ciò che comunemente viene considerato un genere cinematografico “minore”, ma che abbiamo trovato straordinariamente anticipatorio della realtà e perciò efficacemente divulgativo.

L’obiettivo era quello di raggiungere e coinvolgere un numero più elevato di Colleghi nel dibattito. L’idea è stata quella di proiettare in sala convegni dell’Ordine allestita per la serata come una sala cinema dei frammenti di film alternati a brevi estratti di letture facendo incontrare più forme di Arte per tentare, attraverso un linguaggio nuovo, una comunicazione originale su tematiche importanti e di non facile approccio.
Se nei vecchi film di fantascienza ciò che riguarda il medico si è in parte avverato nei film contemporanei, ai nostri giorni, potremmo trovare ancora anticipazioni della realtà?

Infatti sentivamo che il tema della nostra ricerca non era esaurito nei primi quattro mercoledì e nelle 100 tesiredatte da Ivan Cavicchi il capitolo su medicina/medico e tecnologia appariva quanto mai stimolante e le elaborazioni prodotte dai Filosofi si confermavano sempre più attuali e comprensibili.
Nel 1996 la macchina Deep Blue dell’IBM sconfisse il campione di scacchi Gasparov segnando un punto a favore dell’intelligenza artificiale. Oggi robot antropomorfi e intelligenza artificiale sono argomenti di interesse sempre crescente in medicina. Perché? Perché l’applicazione della tecnologia diventa ogni giorno più capillare, influenza e modifica il nostro modo di lavorare, vivere e pensare.

Gli spunti ideati nelle vecchie opere di fantascienza si sono trasformati in realtà, alcuni esempi? Trapianti d’organo, navigazione con cateteri o piccole apparecchiature all’interno del corpo umano, clonazione di esseri viventi, creazione di androidi. Con questo evento abbiamo cercato nei film più recenti una possibile anticipazione del nostro futuro ritrovandola spesso distopica, ma convinti che se gestita adeguatamente possa dare una condizione di vita migliore a patto che il primo pensiero e la volontà dell’uomo siano sempre rivolti alla salvaguardia dell’Umano.

E’ proprio l’adeguatezza della gestione il punto.

Adeguatezza che deve essere prima di tutto etica e quindi deontologica per noi medici, sia nella teoria sia, soprattutto, nella pratica. Se l’IA entra in ambiti culturali che da secoli si evolvono attraverso l’opera e il pensiero dell’Uomo essa non deve essere gestita solo da chi la crea, la produce e la gestisce, ma dall’Uomo in senso più complessivo. Costruire un tostapane è business, determinare cambiamenti radicali in medicina e quindi nella società, attraverso l’applicazione della Tecnica è qualcosa di diverso e non riducibile al solo business.

La rassegna cinematografica spaziando da Ghost in the Shell a Viaggio allucinante a Frankenstein di Mary Schelley, Elysium, Io robot, AI, film prodotti dal 1966 al 2017, ha affrontato temi attuali e già rilevati nei primi anni del XIX secolo e si è ben integrata, come in un binario parallelo, con la letteratura, enfatizzando come un cambio di paradigma (film/letteratura) possa essere solo di beneficio. Letture come: L’uomo macchina; Il bambino del futuro”; “Io canto il corpo elettrico!”; “Noi”; “Libro d’ombra”; “Il mondo nuovo” e “Pinocchio” scritti del 1747 al 1969, sebbene in gran parte antecedenti ai film, pongono riflessioni simili e quindi evidenziano come l’evoluzione tecnologica e quindi il tema della Tecnica vista come progresso e contemporaneamente come problema sia una pulsione e una preoccupazione umana tutt’altro che post-moderna.

Alla rassegna è seguito un animato dibattito che potrete visualizzare nel seguente link  https://youtu.be/JnDxvrrxNFc , caratterizzato dagli interventi di Maurizio Scassola, Marco Ballico, di molti colleghi presenti in sala e dal Filosofo Luigi Vero Tarca. Ecco alcune sue riflessioni: i film hanno evidenziato che il problema (definizione del medico del futuro) non sia una questione strettamente medica. Il medico è coinvolto nell’evoluzione tecnologica come tutti gli umani, ma la medicina risente di più di questi cambiamenti perché la tecnologia va a toccare la natura stessa dell’uomo.

La questione non è solo medica. Il medico è coinvolto in un gioco le cui regole gli sfuggono completamente proprio in quanto medico. Il problema che si sta affacciando in questo tempo è il controllo della vita. Fino ad oggi in questa partita il medico ha avuto un ruolo innegabile toccando il dolore della vita, unico punto che può essere definito indiscutibile. Togliere il male agli umani è ovviamente un bene. Anche la tecnica toglie il male, ma risolvendo un problema ne crea almeno altri due. Ad esempio crea un dislivello di potere tale tra l’apparato che controlla la sofferenza degli umani e gli umani che alla sofferenza sono sottoposti.

Il medico anche solo per avere visione dei problemi che stanno toccando la medicina, dovrebbe sdoppiarsi e acquistare un doppio sguardo, di medico efficiente che svolge la professione a fin di bene ma anche uno sguardo che gli permetta di capire tutto ciò che sta accadendo e che gli dia cognizione di cosa il suo gioco tecnico stia contribuendo a fare.

Gabriele Gasparini 
Neurordiologo, Vicepresidente Fondazione Ars Medica

Marco Ballico 
Psicoterapeuta, Coordinatore Co mmissione Scientifica Fondazione Ars Medica-OMCeO Venezia

Ultimo aggiornamento

26 Maggio 2019, 06:56

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