ARSENICO : NON ABBASSARE LA GUARDIA !

Data:
7 Dicembre 2011


18 novembre 2011
Alle Società Mediche
Agli Ordini dei Medici
Ai Volontari Gentilissimo/a,
Ti invio la prima Newsletter dello “Studio per valutare l’esposizione alimentare all’arsenico in popolazioni residenti nelle aree del Lazio caratterizzate dalla presenza di arsenico di origine geologica nelle acque destinate al consumo umano”.
Cordiali saluti
Francesco Cubadda
Responsabile scientifico dello studio
Reparto Tossicologia Alimentare e Veterinaria
Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Istituto Superiore di Sanità

 

La lettera predisposta da Pasquale Milo, Segretario dell’Ordine di LatinaAlle Autorità in indirizzo

L’Ordine dei Medici di Latina, in ossequio all’articolo 5 del suo Codice Deontologico e alla spinta dell’Associazione italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) e dell’Istituto Superiore di Sanità, torna ad occuparsi del problema sanitario derivante dalla presenza di arsenico nelle acque distribuite ad uso potabile, per essere da stimolo alle Istituzioni locali (Comuni interessati e Provincia, ASL e ARPA) a non abbassare mai la guardia e a vigilare, come certamente stanno facendo, sul rispetto delle leggi in vigore e dei documenti della Commissione Europea.
In tali documenti si prescrive che alle donne in gravidanza e ai bambini fino a tre anni di età non siano somministrate acque con un contenuto di arsenico più elevato di 10 microgrammi per litro, e che le industrie alimentari debbano utilizzare per le loro preparazioni acque con questa stessa caratteristica.
Ricordiamo a tutti gli interessati che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda ed auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o in via transitoria di 5 microgrammi per litro) nelle acque destinate a consumo umano, come sicura tutela della salute pubblica.
L’Arsenico infatti è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro come elemento cancerogeno certo di classe 1, e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche, e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, è indicata, da una rilevante documentazione scientifica, anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.
L’arsenico può, attraverso l’esposizione della donna in gravidanza ad alimenti, aria e bevande contaminati, superare la barriera placentare e quella ematoencefalica ed interferire in modo negativo con lo sviluppo del feto, soprattutto delle strutture cerebrali, creando conseguenti condizioni di successive e gravi malattie nell’infanzia e nell’età adulta.
La letteratura scientifica internazionale evidenzia il legame tra l’esposizione cronica ad acque e ad alimenti contenenti arsenico, in donne in gravidanza e bambini, e molte patologie del neurosviluppo, autismo, disturbo da deficit dell’attenzione,disturbi dell’apprendimento, della memoria, della capacità di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell’apparato respiratorio, perdita fetale, aumento di casi di morte infantile e neoplasie.
Il Registro tumori italiano (www.registri-tumori.it) rileva che i tumori infantili nel nostro paese sono in costante aumento ed è sempre più evidente il nesso causale tra queste patologie e fenomeni d’inquinamento ambientale.
Per tutto quanto sopra detto è necessario che le Istituzioni preposte facciano tutto il possibile per ridurre l’esposizione delle popolazioni, e in particolare delle donne in gravidanza e dei bambini, ad ogni sostanza inquinante.
Per quanto riguarda il problema arsenico nelle acque destinate a consumo umano è necessario che si dia una informazione completa ai cittadini e che si solleciti la rapida attuazione di interventi efficaci e risolutivi per la dearsenificazione di tutta l’acqua destinata a consumo umano nelle aree interessate da questo problema, con forme alternative di approvvigionamento idrico in particolare per le donne in gravidanza, i neonati, i bambini, i malati e le industrie alimentari.
A tal riguardo ricordiamo che ci può essere di supporto l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, il quale, nell’ambito delle proprie attività di ricerca per la sicurezza degli alimenti e a tutela della salute pubblica, sta svolgendo uno studio, lanciato nel novembre 2010 dal reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, per valutare l’esposizione alimentare all’arsenico inorganico della popolazione residente in aree del Lazio caratterizzate dalla presenza di arsenico di origine geologica nelle acque destinate a consumo umano.
Lo studio si propone di valutare l’esposizione a lungo termine all’arsenico inorganico, di identificare le fonti, di accertare l’effetto della cottura degli alimenti con acque aventi contenuti definiti d’arsenico, di studiare l’efficienza del metabolismo dell’arsenico inorganico nella popolazione in esame e di caratterizzare il rischio per la popolazione.
L’I.S.S. presto ci fornirà agli Ordini dei Medici del Lazio e quindi anche al nostro Ordine di Latina, i risultati dello studio effettuato nei territori della nostra provincia.
L’Ordine dei Medici è un Ente ausiliario dello stato e come tale è da supporto alle Istituzioni, pertanto disponibile, ove necessita, alla collaborazione.

In attesa di un cortese riscontro si inviano cordiali saluti

Giovanni Maria Righetti
Presidente Ordine Medici Latina
0773693665

 

Ultimo aggiornamento

21 Ottobre 2014, 18:58

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