Addio al professor Eugenio Varcasia, storico primario del reparto di Pediatria dell’ospedale Goretti: il ricordo del collega Luigi Don e del dottor Riccardo Lubrano

Data:
8 Aprile 2025

Si è spento all’età di 97 anni Eugenio Varcasia, per gran parte della sua vita professionale pediatra e primario dell’ospedale Santa Maria Goretti. Fu lui ad avviare l’attività della Divisione di Pediatria nel 1973, e nel 2010 l’OMCeO di Latina gli ha conferito il riconoscimento per i 60 anni di professione. A tracciarne un ricordo sono il dottor Luigi Don, a lungo al suo fianco come collega, e il dottor Riccardo Lubrano, attuale primario di Pediatria e Neonatologia del nosocomio pontino.

«Potrei parlare di lui per ore, ma posso riassumere tutto in due parole: maestro e persona onesta – il ricordo del dottor Luigi Don -. La sua caratteristica principale era quella di favorire l’avanzamento cognitivo di tutti coloro che hanno lavorato con lui. Abbiamo vissuti momenti e un rapporto così bello che mi ha riempito, sia professionalmente che personalmente».

«Uno dei primi giorni che arrivai a Latina, ormai circa dieci anni fa, vidi camminare verso la mia stanza una persona anziana che mi disse: “Buonasera, il sono il professor Varcasia”. Io non lo avevo mai visto, ma il suo nome lo conoscevo bene: in clinica pediatrica era un mito – gli fa eco il dottor Riccardo Lubrano -. Il suo nome aleggiava già nella mia testa, e tante volte lo avevo sentito nominare dal mio professore all’università. Mi fece impressione perché non era scontato che venisse a salutarmi al mio arrivo. Ricordo che discuteva con i presenti della sindrome di Kawasaki, e lui diceva di averne avuto tanti casi: negli anni successivi ne ho riscontrati anche io diversi in questa provincia, e lui già allora era all’avanguardia con le diagnosi – ricorda l’attuale primario di Pediatria e Neonatologia del Goretti -. Era conosciuto e rispettato da tutti come un grande medico, tecnicamente molto preparato e all’avanguardia. Si laureò a 21 anni e decise di lavorare nella sua Latina. Dirigeva un reparto altamente efficiente, una neonatologia che eseguiva lo stesso tipo di ventilazioni che noi facevamo all’università. Ricordo che una volta lo portai ad una manifestazione che facciamo ogni dodici mesi con tutti gli specializzandi d’Italia, e lui venne in occasione dei 70 anni dal conseguimento della sua laurea. Ebbe un successone. Quel giorno il professor Villani portò a tutti i ragazzi una maglietta con su scritto “Io da grande voglio fare il pediatra”, e la indossò anche lui. Tenne un discorso bellissimo, e assicurò a tutti i presenti che se fosse tornato indietro avrebbe rifatto la stessa cosa: tornare nella sua Latina, dove ha svolto un’attività piena di soddisfazioni. Fu applaudito a lungo, come meritava una grande figura e persona. Basti pensare che ancora oggi c’è una mamma che ogni Natale porta in reparto un panettone, perché lui anni fa salvò suo figlio da una meningite purulenta. Una tradizione che va avanti da tempo: significa aver lasciato qualcosa di importante. Tra l’altro, salvare un ragazzo da questo tipo di malattia, senza gli antibiotici e le attrezzature di oggi, non era affatto semplice. L’impronta forte non l’ha lasciata solamente nei colleghi, dunque, ma anche nei pazienti» chiosa il dottor Riccardo Lubrano.

Ultimo aggiornamento

8 Aprile 2025, 20:21

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