16/04/2020 – Sollevate perplessità circa le indicazioni terapeutiche per il trattamento domiciliare dei pazienti affetti da infezione SARS –COV – 2

Data:
20 Aprile 2020

Al Ministro della Salute seggen@postacert.sanita.it
Al Presidente della Regione Lazio presidente@regione.lazio.it salute@regione.lazio.legalmail.it
All’Ordine Provinciale di Roma dei Medici e degli Odontoiatri protocollo@pec.omceoroma.it
All’Ordine Provinciale di Latina dei Medici e degli Odontoiatri ordine@pec.ordinemedicilatina.it
All’Ordine Provinciale di Frosinone dei Medici e degli Odontoiatri protocollopec.fr@pec.omceo.it
All’Ordine Provinciale di Rieti dei Medici e degli Odontoiatri legalmail@pec.omceorieti.it
All’Ordine Provinciale di Viterbo dei Medici e degli Odontoiatri segreteria.vt@pec.omceo.it

In data 6 aprile 2020 la Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria Area Farmaci e Dispositivi della Regione Lazio ha diramato una nota con la quale vengono specificate le indicazioni terapeutiche per il trattamento domiciliare dei pazienti affetti da infezione SARS –COV – 2.

Le indicazioni predisposte dalla Direzione regionale richiamano le disposizioni dell’AIFA che ha recepito il parere favorevole per l’uso dei farmaci clorochina, idrossiclorochina, lopinavir, ritonavir, anche in regime domiciliare, che comunque devono essere dispensati dalle farmacie ospedaliere.

La Direzione Regionale ha correttamente prospettato quattro differenti schemi terapeutici in assistenza domiciliare in relazione alle differenti tipologie cui possono essere ricondotte le condizioni soggettive dei pazienti.

La nota della Direzione Regionale, tuttavia, contiene una indicazione di accertamento diagnostico contrario alle norme vigenti che costituisce ostacolo all’intervento terapeutico tempestivo e vanifica la complessivafinalità sottesa all’organizzazione dei trattamenti domiciliari, perché subordina il trattamento farmacologico all’accertamento della positività, e ciò presuppone che si debba procedere preliminarmente allasomministrazione del tampone diagnostico.

La prassi del preventivo accertamento diagnostico, anche al di là delle già assodate problematiche dei falsi negativi, si pone in divergenza dai protocolli già adottati dalle altre Regioni, come la Toscana e l’Emilia Romagna, ove già da settimane si somministrano i farmaci come sopra indicati, in modalità off-label, ma ciò che è più grave è che simile indicazione, articolata come protocollo sanitario obbligatorio, si pone in contrasto con la norma generale secondo la quale il medico, in qualità di pubblico ufficiale, ha uno spazio di discrezionalità scientifica nell’erogare la sua prestazione che, nel caso di specie, risulta compromessa da un protocollo errato nella forma e pernicioso per i pazienti in assistenza domiciliare.
A carico dei medici sussiste l’obbligo di espletare l’attività professionale secondo canoni di diligenza e di perizia scientifica, e nella ipotesi in cui un paziente presenti inequivocabili sintomi riconducibili alla SARS-COV-2, l’assenza di indagine diagnostica sulla positività, in base al citato protocollo, dovrebbe impedire al medico la somministrazione farmacologica, per cui il medico incorrerebbe nella omissione di una condotta doverosa.

L’impossibilità di poter somministrare i farmaci in assenza di conferma sulla positività, espone i sanitari asicura responsabilità professionale, posto che il nesso causale sulla mancata somministrazione dei farmaci necessari ad evitare l’esito letale, non troverebbe nel menzionato protocollo giustificazione alcuna.
Da ultimo, ma non per ultimo, si sottolinea che la prescrizione farmacologica è un atto medico, non appartiene ad altri, e pertanto non può essere soggetto alle limitazioni come sopra evidenziate, tanto più che i medici sono perfettamente coscienti e consapevoli che nel prescrivere un farmaco si assumono, in viadiretta e personale, la responsabilità di valutare il rapporto fra benefici e effetti collaterali, come del resto prescritto nel codice deontologico.

Si chiede un immediato intervento delle autorità in indirizzo per porre rimedio a ciò che, prima facie, potrebbe essere riconducibile ad una ultronea precauzione, ma che nella prassi terapeutica costituisce un sicuro ostacolo alla cura e alla corretta prassi medica.

Dott.ssa Elisabetta Canitano – Presidente Vita di Donna Dott.ssa Francesca Anna Perri – Medico Emergenza Territoriale – Associazione ANMOS Dott.ssa Francesca Mazzoli – Pediatra Dott. Giorgio Matz – MMG Dott.ssa Pina Onotri – MMG – segretario nazionale SMI LAZIO Dott. Luigi Pignataro – MMG – Associazione Anmos Dott.ssa Maria Paola Volponi – MG – Associazione Anmos Dott.ssa Rosina Boi – MMG – Associazione Anmos Dott. Francesco Russo – Chirurgo PTV Dott. Claudio Puoti – Infettivologo ed epatologo Dott.ssa Rossella Carucci – Emergentista Dott.ssa Nicoletta Scarinci – Coordinatrice Continuità Assistenziale Dott.ssa Roberta Luciani – Patologia clinica- Immunoematologa Dott. Fabio Fiorucci – Immunologo – Pneumologo Dott. Giuseppe Lavra – Direttore Dipartimento internistica Osp. S. Giovanni Roma – Segretario reg. CIMO

Ultimo aggiornamento

23 Aprile 2020, 08:00

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