Studi medici, Tari non dovuta per spazi atti a produrre scarti pericolosi (da DoctorNews33 del 4 dicembre 2014)

Data:
4 Dicembre 2014

Il ministero dell’Economia conferma che c’è una riduzione della tassa sui rifiuti urbani Tari per le superfici dove si producono rifiuti pericolosi, inclusi gli studi dentistici e medici, produttori ad esempio di siringhe usate e non sterilizzate. Con una nota in risposta al sindacato Cno-Sna (odontotecnici), il Ministero ha di recente sottolineato che non sono tassabili dai comuni le aree “in cui si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori, a condizione che ne dimostrino l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente”. La nota ribadisce un indirizzo consolidato che distingue le aree dove si producono rifiuti pericolosi da quelle produttrici di rifiuti urbani: una distinzione difficile e da calibrare categoria per categoria.«La nota non offre novità rispetto al passato», conclude il commercialista di un poli-studio di medicina generale lombardo. «Il contribuente ha diritto allo sgravio Tari per le aree su cui esplica la produzione, lo stoccaggio, la raccolta e l’autonomo smaltimento di rifiuti speciali (di solito con aziende specializzate). Anche in passato in aziende complesse (tornerie etc) la Tarsu, che ha preceduto la Tari, si è sempre pagata con riferimento alle aree diverse da quelle produttive, tipo gli uffici». Giampiero Pirro, responsabile comunicazione Fimmg Roma, rileva però che «negli studi dei medici di famiglia è difficile distinguere aree ufficio da aree ambulatorio. Diversamente dagli studi dentistici e dai grandi ambulatori, inoltre, i nostri studi non sono grandi produttori di rifiuti pericolosi e tuttora, pur in tempi di vaccinazioni antinfluenzali, gli scarti di lavorazioni “pericolose” aumentano di poco». Ai fini di una riduzione della tassa, i comuni o lasciano i titolari di un’attività liberi di calcolare la differenza tra aree produttive di rifiuti speciali e aree produttive di rifiuti urbani, ovvero individuano per queste categorie di attività “promiscue” una superficie forfettaria, calcolata attraverso una determinata percentuale di riduzione degli spazi da denunciare, distinta per ciascuna tipologia di attività. A Milano come a Savona per gli studi medici c’è una riduzione del 20%. «In Provincia di Roma una delibera ormai di qualche anno fa prevede invece uno sgravio del 30%, ma sulla sola area produttrice di rifiuti speciali o, laddove non possa essere individuata, sull’intera area dell’immobile adibito a studio», spiega Giovanni Riggio responsabile della sicurezza degli studi per Fimmg Roma. «Se uno studio dentistico ha una sala con riunito è avvantaggiato solo per quella e non per la sala d’attesa. Quando la suddivisione non è così marcata, i servizi comunali possono chiedere la piantina dello studio e provvedere loro a segnalare quale area è idonea a fruire dello sgravio. Certo, sarebbe bene se il legislatore offrisse una regolamentazione uguale per tutta Italia».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

4 Dicembre 2014, 14:33

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