Con la pubblicazione dei bandi per partecipare ai corsi 2015-2016 prevista entro febbraio entra in vigore ufficialmente il riordino delle scuole di specializzazione in medicina. A suggellarlo la firma al decreto del ministro Stefania Giannini, l’ultima formalità insieme a quella del ministro della Salute Lorenzin, che dà il via nuovo percorso formativo dei giovani medici. Le novità sono note: i corsi più brevi di un anno, in media quattro anni e comunque non sopra i cinque, e un esame nazionale di certificazione per singole specialità, sono quelle principali. Le scuole passeranno dalle attuali 57 a 50 e 30 di esse accorceranno la durata, per esempio chirurgia passa da 6 a 5 anni e psichiatria da 5 a 4 anni. Altro aspetto che ha fatto molto discutere è la possibilità per gli specializzandi di fare maggiore pratica al letto del paziente e tirocini in corsia oltreché nei policlinici universitari anche nelle aziende ospedaliere, ma sempre con il controllo degli atenei. Un aspetto quest’ultimo sul quale una recente nota di Federspecializzandi aveva espresso qualche perplessità. «In primo luogo» sottolineava la nota «non viene descritto nel dettaglio nel documento il grado di responsabilità professionale assunto dal medico in formazione specialistica nel nuovo contesto lavorativo, non essendo chiaro se la figura dello specializzando resti ancora “non sostitutiva” del medico strutturato. Riguardo all’aspetto retributivo» concludeva Federspecializzandi «il fatto che gli oneri siano a carico delle Regione e Province Autonome, con cessazione della retribuzione a mezzo di borsa di studio prevista dal contratto di formazione specialistica, rischia di aggravare la critica situazione di blocco del turn over nelle assunzioni da parte del Sistema Sanitario. Inoltre gli specializzandi degli ultimi anni andrebbero a supplire carenze di organico, non rendendo quindi necessaria l’assunzione di personale strutturato».

Marco Malagutti