SENZA LA NAJA BOOM DI MALATTIE VENEREE – meno controlli – triplicata l’incidenza della sifilide

Data:
30 Marzo 2008

 
30 marzo 2008 AGI) – Roma – Se i giovani italiani con l’abolizione del servizio di leva obbligatorio hanno tirato un sospiro di sollievo, forse dovranno ricredersi: con l’addio alla naja, e alle conseguenti visite mediche andrologiche, si registra infatti un vero e proprio boom di malattie veneree e problemi di fertilita’. E’ il sorprendente risultato di uno studio del Centro ARTES di Torino, specializzato nella diagnosi e nel trattamento della sterilita’ di coppia, che ha elaborato i dati ufficiali di Sia (Societa’ Italiana Andrologia), OMD (Organizzazione Mondiale della Sanita’) e Universita’ Cattolica di Roma (Rapporto Osservasalute) confrontandoli con quelli del proprio database.
I dati parlano chiaro: tra il 2000 e 2005 si e’ osservato un aumento dell’incidenza della sifilide addirittura del +320,3% su base nazionale, ed uno meno marcato per la gonorrea, +33,3%. Gia’ nel 2000 (anche se la Legge sull’abolizione del servizio di leva e’ entrata ufficialmente in vigore nel 2005), i giovani avevano smesso, a causa dei rinvii per motivi di studio, di presenziare ai "Tre Giorni", il classico appuntamento medico previsto dal servizio militare. Mancati controlli e disinformazione, sostengono gli esperti, hanno quindi portato ad un aumento delle malattie veneree e dei problemi legati alla fertilita’.
"I giovani in generale – spiega il dottor Alessandro Di Gregorio, alla guida dell’equipe del centro ARTES – sono poco informati sulle malattie sessualmente trasmissibili. Il dato piu’ evidente e’ che mentre le ragazze sono piu’ abituate sia dalle madri, sia dai medici di base, a recarsi dal ginecologo, i ragazzi risultano meno informati, probabilmente anche perche’ per il maschio italiano c’e’ una certa reticenza a recarsi dal dottore per problemi legati all’apparato sessuale, dati i pregiudizi per i quali l’infertilita’ e’ un problema esclusivamente femminile". Gonorrea e sifilide, osservano gli esperti, sono sempre piu’ in aumento tra gli adolescenti di eta’ compresa tra i 15 e 24 anni. I giovani italiani sono poco e male informati sulla sessualita’, le malattie sessualmente trasmissibili e l’infertilita’, consultano il medico solo in casi estremi e si affidano ai consigli di amici e conoscenti.
Tra le cause, l’assenza dei genitori e la difficolta’ ad individuare interlocutori adulti con cui affrontare tematiche e dubbi, ma anche le informazioni parziali o distorte ottenute dai coetanei o dalla pornografia. "In Italia tutto cio’ che e’ inerente al sesso e’ ancora tabu’ – afferma Di Gregorio – questo perche’ siamo in un Paese dove la Chiesa e le istituzioni non permettono di parlare correttamente di educazione sessuale nelle scuole e di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Cosi’ facendo si apre la strada ad una piaga che ogni anno in Italia colpisce migliaia e migliaia di persone, soprattutto giovani, una piaga che non mette solo a rischio la fertilita’ e la sfera sessuale, ma anche la vita stessa".

Ultimo aggiornamento

30 Marzo 2008, 11:44

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