“Sapori e Salute” un progetto per vivere meglio.

Data:
28 Dicembre 2014

www.periodicocontatto.it  Nella società odierna, dedita all’immagine e all’apparire, al tutto e subito, il desiderio di molti è quello di vedersi più snelli allo specchio e quindi, l’unico scopo è dimagrire e perdere peso senza curarsi del male che a volte possono procurarsi. Le abitudini alimentari non proporzionate al consumo effettivo di energia, l’immissione sul mercato di cibi non propriamente “sani” hanno portato l’Ordine dei Medici di Latina ad organizzare una tavola rotonda dal titolo: “Voglio fare una dieta, a chi mi rivolgo?”. L’input iniziale è arrivato dal lungo lavoro iniziato nel 2010 ed ultimato nel 2013 che ha preso in esame il problema del peso, sotto tutti i suoi aspetti, e le sue conseguenze proiettate sulla salute della popolazione disvedendola per fasce d’età. “Passi”, rivolto alla popolazione adulta fra i 18 e i 69 anni e “Passi d’argento” rivolto agli ultra 64 ennei; parallelamente, con il progetto Okkio alla salute, dal 2008 si monitorizza l’obesità e il sovrappeso nei bambini. Il lavoro, illustrato dalla dott.ssa Elisa Forte, responsabile del Gruppo di Lavoro “Sapori e Salute” e dalla dott.ssa Vincenza Galante dirigente del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione del dipartimento di prevenzione dell’Asl di Latina, ha fatto emergere un quadro decisamente poco rassicurante. Tra gli adulti più di quattro persone su dieci risulta obeso o in sovrappeso, il quadro resta pressoché lo stesso anche negli anziani, l’eccesso ponderale è più frequente negli uomini e cresce con l’aumentare dell’età raggiungendo un valore percentuale massimo nella fascia di età tra i 65 e 74 anni. Non va meglio fra i bambini e i ragazzi, dove tre su dieci sono in sovrappeso e due su dieci soffrono di obesità. All’incontro sono state invitate tutte le figure professionali che ruotano intorno alla persona e alle sue abitudini, in prima linea, in rappresentanza della categoria, il pediatra dott. Carmelo Rachele ed il medico generico dott. Pasquale Milo, il presidente dell’ordine dei farmacisti il dott. Roberto Pennacchio, il commissario dell’ordine Nazionale dei Biologi della Provincia di Latina Gabriele Raponi, il delegato Nazionale delle Dipartimento dei Biologi Pierluigi Pecoraro, il comandante dei NAS della provincia di Latina e Frosinone Maurizio Santori, il fiduciario dell’Associazione Stampa Romana per la provincia di Latina Giovanni Del Ghiaccio il Presidente del Corso di Laurea di Medicina Chirurgia dell’Università La Sapienza Polo Pontino Carlo Della Roccaed il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di LatinaGiovanni Maria Righetti. L’incrementata prevalenza dell’obesità, il crescente interesse verso i trattamenti nutrizionali da parte di operatori sanitari e non, provenienti da percorsi formativi diversi, la Diet Industry, la diffusione dei mass-media non sempre corretta dell’informazione pubblicitaria nutrizionale che, spinge le persone a diete fai-da-te quasi sempre con conseguenze dannose per la salute, sono stati gli argomenti portanti della tavola rotonda. Dalla discussione è emerso che, l’incremento d’incidenza e la prevalenza dell’obesità e delle patologie cronico digestive correlate, per le quali l’alimentazione rappresenta un fattore di rischio determinante, ha visto crescere negli ultimi decenni, l’interesse verso i trattamenti nutrizionali da parte di diverse figure professionali che s’improvvisano risolutori del problema. E’ frequente, infatti, trovare biologi e dietisti che operano, prescrivendo e rielaborando diete, senza aver provveduto da una valutazione clinica dello stato di salute o di malattia del cliente. Così come esistono esempi di farmacisti, tecnologi alimentari, personal trainer o addirittura estetisti o altri operatori, molto lontani all’area sanitaria che prescrivono diete per dimagrire senza avere alcun requisito. La grande richiesta, e l’abbondante offerta di figure “para professionali”, ha determinato il proliferare di prescrizioni dietetiche spesso mirate solo al rapido calo ponderale senza tener conto dello stato di salute della persona. Alcune diete, spesso sono impostate secondo schemi che spesso esulano dalle indicazioni di una corretta alimentazione, come invece è raccomandato dalle linee guida emanate dalle società scientifiche per mantenere lo stato di salute o prevenire e trattare malattie metaboliche, oncologiche o cardiovascolari. La situazione è confusa a causa della difficoltà nell’interpretazione delle competenze dei vari professionisti che si occupano a vari livelli di nutrizione e, dell’eterogeneità di nuove e vecchie lauree sanitarie unificate sotto termini piuttosto generici come ad esempio quelli di dietologo nutrizionista dove, la cosiddetta formazione nutrizionale è peraltro insufficiente anche in molti corsi universitari a cui è riconosciuta una competenza in ambito nutrizionale sia per le lauree triennale e magistrale che per la specializzazione post laurea. La mancanza di chiarezza si riflette negativamente sulla cultura di una sana alimentazione della popolazione e sugli orientamenti del paziente e del cittadino.  A tal proposito il gruppo di lavoro “Sapori di Salute” che sta cercando di fare chiarezza fra gli ordini professionali e fra i cittadini, ha realizzato una prima bozza di flow chart che ha condiviso con tutti gli attori invitati alla tavola rotonda: i medici e i pediatri, che per primi sono a contatto con il paziente e devono impartire e guidare verso una corretta educazione all’alimentazione. I biologi, che in sinergia con i medici e, il più delle volte al loro fianco, devono aiutare il paziente a scoprire il corretto modo di alimentarsi. La formazione, coinvolgendo l’Università, affinché adegui i piani di studio per creare figure professionali competenti. Le Forze dell’Ordine, che monitorando il territorio riescono a smascherare, in sinergia con medici e “clienti”, ciarlatani senza scrupoli che illudono il mal capitato con il dimagrimento facile e che il più delle volte si rivela dannoso. E i media che con il grande potere della comunicazione possono diffondere le corrette informazioni relative ad un regime alimentare sbagliato perché, se l’obesità è una malattia con ripercussioni gravi sull’aspettativa di vita e sulla qualità di vita, anche una condizione di sottopeso può nascondere una patologia legata all’alimentazione che incide negativamente sull’aspettativa e sulla qualità di vita. Seguire un regime alimentare corretto significa vivere meglio, più a lungo e create un bagaglio genetico sano per le generazioni future. Il primo passo nella direzione giusta è stato fatto, speriamo ne seguano tanti altri.

Ultimo aggiornamento

29 Dicembre 2014, 13:53

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