Salvata da una tracheotomia

Data:
1 Gennaio 2015

Al Santa Maria Goretti i medici del reparto di terapia Intensiva risolvono con successo un caso disperato

Salvata da una tracheotomia

Dopo l’intervento ad un’ernia cervicale il picco ipertensivo e l’ematoma che rischiava di soffocarla

Si è salvata grazie alla perizia dei medici neurochirurghi e dell’anestesista del Santa Maria Goretti che la teneva sotto osservazione, nel reparto di terapia intensiva, dopo quello che in genere viene definito un intervento di routine ma con rischi di complicazioni sempre in agguato. E’ stato così che due giorni fa una donna ricoverata nel reparto di Neurochirurgia del nosocomio pontino, è stata sottoposta ad un intervento di ernia cervicale. Un operazione che non di rado presenta le sue inequivocabili difficoltà post operatorie. A maggior rischio gli obesi e gli ipertesi, così come nel caso della paziente in questione. La signora C.M.R., nata 55 anni fa a Latina, dove risiede con la sua famiglia, si è sottoposta ad intervento chirurgico tre giorni fa. L’i n t e r ve n t o operato dai bravi neurochirurghi Franco e Rasile, perfettamente riuscito. Nella tarda serata i medici di guardia del reparto, però, hanno notato un picco ipertensivo. La pressione arteriosa della donna era schizzata tra i 110/190 ed un evidente sanguinamento all’altezza della ferita chirurgica. Verso le 23 la paziente ha iniziato a manifestare affaticamento respiratorio, dando evidenti cenni di difficoltà anche nella deglutizione mentre dal grande ematoma che si era formato dopo l’intervento, il sanguinamento iniziava a farsi più importante. Restava poco tempo a disposizione per salvare la paziente che stava rischiando di rimanere soffocata proprio dal suo stesso liquido ematico. Si è tentato così di rintracciare l’otorino, che purtroppo è “reperibile”, quindi non operativo in sede fissa, e con dei tempi di intervento troppo lunghi per un’attività «in urgenza-emergenza». E’ stato così che i medici del reparto di terapia Intensiva si sono trovati davanti ad un bivio, prendere una decisione in una manciata di secondi per scongiurare il decesso – certo – della donna, per soffocamento. Poco dopo le 23, allorché i medici si sono resi conto che era di fatto impossibile intubarla a causa del poderoso ematoma che impediva il successo dell’intervento, la decisione di praticare una tracheostomia assunta con grande determinazione dal medico anestesista Carlo Iavarone dell’Unità Operativa Semplice in turno presso il reparto di Terapia Intensiva del Santa Maria Goretti. L’operazione chirurgica riuscita con successo ha permesso di creare, a livello del collo, una via di passaggio per l’aria destinata ai polmoni. La donna è tornata così a respirare con i suoi polmoni e grande è stata la gioia dei medici che hanno potuto constatare il successo di un’operazione invasiva, per certi versi drammatica, ma che ha restituito alla donna la possibilità di continuare a vivere. Un caso di buona sanità, e di buone pratiche medico-chirurgiche con cui auspichiamo di poter aprire una nuova pagina di storia anche per questa provincia a partire da domani.
di Elisa Fiore

Leggi Il Quotidiano: IlQuotidianoPag11 mercoledìì31122014

Ultimo aggiornamento

1 Gennaio 2015, 23:33

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