Ospedale Goretti pronto ad eventuali casi di Ebola: procedure attivate

Data:
17 Ottobre 2014

www.ilcaffe.tv «È altamente improbabile, ma non impossibile», che persone infettate da virus Ebola in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone possano arrivare in Italia e quindi sviluppare sintomi dopo il loro arrivo. Si apre così la circolare del ministero della Salute che lo scorso agosto ha stabilito il protocollo per affrontare il rischio Ebola nel nostro Paese, in seguito alla quale l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina ha risposto positivamente. Il nosocomio pontino, infatti, è stato tra i primi ospedali al di fuori della Capitale, ad attivare le procedure di prevenzione secondo le indicazioni fornite da Ministero della Salute e Regione Lazio.

Devono essere indagati i potenziali fattori di rischio di infezione e le modalità di un loro recente viaggio, considerando se: hanno recentemente visitato una delle aree affette e manifestano i seguenti sintomi, soprattutto ad insorgenza improvvisa, entro 21 giorni dalla visita nelle zone colpite; febbre – mal di testa – mal di gola – diarrea profusa e vomito (una caratteristica rilevante dell’attuale focolaio) – malessere generale. Febbre emorragica virale deve essere sospettata in soggetti con febbre (>38°C) o storia di febbre nelle ultime 24 ore; che hanno visitato una zona affetta da Ebola entro 21 giorni – che hanno curato o sono entrati in contatto con i fluidi corporei o campioni clinici di un soggetto (o di un animale), vivo o morto, malato o fortemente sospettato di avere la febbre emorragica virale. In caso si sospetti febbre emorragica virale, non devono essere trascurate diagnosi alternative (come la malaria).
Nell’eventualità di un possibile caso passerà direttamente nel reparto di malattie infettive, senza transitare nel pronto soccorso. I medici del reparto di malattie infettive interessato faranno una prima valutazione per escludere o confermare il sospetto di Ebola. In questo secondo caso, contatteranno l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, per confrontarsi sulla diagnosi e per l’eventuale gestione del paziente e per il prelievo e l’invio di campioni biologici al laboratorio a piu’ elevato livello di biosicurezza (BSL4), sempre presso l’INMI “L.Spallanzani”. Verranno, inoltre, attivati a breve corsi per il personale sanitario che potrebbe essere vittima di contagio.

Ultimo aggiornamento

17 Ottobre 2014, 07:42

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