Napoli, picchiare un infermiere non è reato: è rivolta al Santobono (da Il Mattino del 16 novembre 2019)

Data:
17 Novembre 2019

Tre colpi sferrati con la stampella nonostante il piede ingessato: i primi due schivati per un pelo dalla vittima e il terzo – dopo un tentativo di fuga dell’infermiere, bloccato dall’ostacolo di altre persone – che va a segno sulla mano dell’operatore. Risultato: frattura di un dito e 24 giorni di prognosi. Per il pubblico ministero che ha curato l’istruttoria del contenzioso penale – nato dalla denuncia dell’infermiere del Santobono, vittima, il 22 settembre scorso, dell’ennesima aggressione – quanto accaduto vale la richiesta di archi

Rabbia, amarezza, avvilimento, i sentimenti con cui medici e infermieri, colleghi della vittima ma anche dipendenti di altre Asl e ospedali della città, hanno appreso ieri mattina la richiesta del pm. «Una notizia che ci ha fatto molto male – avverte Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del polo pediatrico partenopeo, tra i protagonisti dell’assistenza alla piccola Noemi, scampata miracolosamente a una sparatoria di camorra – considerare irrilevante una lesione inflitta con un atto violento, e che comunque ha determinato inabilità al lavoro per quasi un mese, non può essere definita tenue in un paese civile. Il corpo contundente usato per offendere – aggiunge Tipo – non può, inoltre, essere definito un normale presidio per la deambulazione. Siamo profondamente amareggiati. Abbiamo paura che simili richieste – conclude il primario – possano aprire la strada ad atteggiamenti ancora più violenti verso il personale sanitario già quotidianamente vessato e umiliato». Il procedimento è per lesioni, il codice prevede pene severe ma, in questo caso, il pm rileva che «per le modalità della condotta e l’esiguità del danno o del pericolo, l’offesa sia di particolare tenuità».

L’aggressione «fu originata – è scritto negli atti – dallo stato di estrema ansia dell’aggressore per le condizioni di salute della figlia di soli cinque anni, per la quale – in modo certo non ammissibile – chiedeva assistenza ai medici». Il bastone usato per provocare le lesioni «era utilizzato dall’indagato come ausilio alla deambulazione», riconoscendo lo status di incensurato e dunque non delinquente abituale. «Un messaggio distorto per quanti usano violenza nei luoghi di cura – sottolinea Ciro Carbone, presidente dell’Ordine degli infermieri di Napoli – è urgente l’approvazione della legge che inasprisce le pene». «Fate presto – invoca anche Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli – questa notizia è come un pugno nello stomaco, ennesima dimostrazione di quanto sia urgente irrigidire le pene e dare ai sanitari lo status di pubblici ufficiali». «Oltre al danno anche la beffa – commenta Franco Ascolese, presidente dell’Ordine delle professioni sanitarie – mi chiedo se lo stesso metro di giudizio avrebbe riguardato altri operatori pubblici». «Già, oggi i camici bianchi svolgono un pubblico servizio, e per l’interruzione sono previste severe sanzioni» sostiene Ermanno Scognamiglio della Cimo di Napoli.

Dello stesso avviso Bruno Zuccarelli dell’Anaao, mentre Paolo Siani, parlamentare Pd, che insieme a Michela Rostan di Leu è firmatario di un progetto di legge che prevede lo status di pubblico ufficiale per i camici bianchi, ricorda come spesso, nella sua carriera di medico, sia stato dissuaso dalle forze dell’ordine a sporgere denuncia per evitare ritorsioni. «Siamo letteralmente stupefatti – conclude il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli – che una frattura sia considerata un danno tenue. Non essere un delinquente abituale, ed essere in ansia, autorizza dunque a picchiare e provocare lesioni a un lavoratore».

Il tema è stato affrontato proprio ieri anche dai direttori generali delle Asl in una tavola rotonda promossa da Doriana Bonavita, Giampiero Tipaldi e Attilio Maurano della Cisl, nell’ambito di un seminario sul disagio lavorativo. «La Cisl Napoli – avverte Tipaldi – mette e disposizione dei suoi iscritti lo sportello legale per garantire consulenze». «Servono norme ma anche strumenti e percorsi di educazione» – aggiunge Maurano. Intanto, il manager dell’Asl Na1, Ciro Verdoliva, annuncia che da gennaio sarà attivato un servizio di medici di guardia dedicato ai codici bianchi a bassa urgenza all’Ospedale del mare e sarà siglata una convenzione anche con il Santobono.

Ultimo aggiornamento

17 Novembre 2019, 10:23

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