MEDICI IN STATO DI AGITAZIONE CONTRO NORME SU PENSIONI

Data:
30 Agosto 2011

30 agosto 2011 COMUNICATO ANAAO ASSOMED

Adesso è davvero troppo.
Dal vertice di Arcore giunge una proposta indecente: il servizio militare e gli anni riscattati per laurea, specializzazione e dottorati di ricerca non sono più utili per raggiungere anticipatamente la pensione di anzianità.
I politici si affannano a precisare che i riscatti resterebbero utili ai fini economici per il calcolo della pensioni, ma non è chiaro cosa significhi nel sistema retributivo.
Uno scalone che allontana fino a 7 anni l’età pensionabile mentre non si conosce la decorrenza del provvedimento e di conseguenza la sorte di chi ha maturato i requisiti entro il 2011, così come non si conoscono nel dettaglio gli effetti sulle anzianità maturate.
Questo il commento del Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed Costantino Troise alle modifiche alla manovra economica.
Per i medici il provvedimento cancellerebbe tutte le pensioni di anzianità non essendo possibile matematicamente iniziare a lavorare prima dei 30 anni visto che laurea e specializzazione sono requisito di legge, previsto dalla normativa europea.
Così i medici sarebbero l’unica categoria esclusa dalle pensioni di anzianità, ma anche le altre professioni sanitarie che richiedono laurea e specializzazione e tutte le professioni intellettuali che richiedono la laurea verrebbero pesantemente penalizzate.
Si tratta di un provvedimento meschino ed estemporaneo chiamato a colmare i vuoti lasciati da un rinvio a tempo indefinito dei tagli ai costi della politica.
Improntato ad un totale disprezzo per gli anni di studio, indispensabili per un Paese civile e avanzato, disincentivando in tal modo la qualificazione professionale malgrado la bassa percentuale di laureati e specialisti rispetto ai Paesi dell’unione europea.
I politici considerano le pensioni come “cosa loro” dimenticando che esse non sono altro che la restituzione dei contributi versati dai lavoratori che, spesso, ricevono dallo Stato una rivalutazione modesta e spesso inferiore a quanto lo Stato stesso corrisponde ai suoi creditori come interessi sui titoli governativi.
Questo provvedimento odioso ed iniquo produrrà nell’immediato minori entrate perché nessuno riscatterà più gli anni di laurea e maggiori spese perché chiunque ha maturato i requisiti fuggirà immediatamente vista la continua manomissione del diritto al pensionamento e l’assoluta mancanza di credibilità di quanti rassicurano sulla stabilità del sistema pensionistico e che vengono puntualmente smentiti.
Inoltre, il mantenimento coatto in servizio fino a 66 anni di tutti i sanitari non potrà che produrre un pericoloso invecchiamento della dirigenza medica e sanitaria tale da costituire un elemento di disoccupazione per i giovani medici e un pericolo per la sicurezza delle cure per tutti gli utenti del SSN.
Chiediamo l’intervento dei parlamentari medici e sanitari che contatteremo personalmente confidando che almeno loro siano a conoscenza del lungo e pesante iter formativo dei medici e dei sanitari italiani e vogliano adoperarsi per evitare una palese ingiustizia e proclamiamo sin da ora lo stato di agitazione dell’intera categoria.

Ultimo aggiornamento

30 Agosto 2011, 07:19

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