L’Avis comunale di Santi Cosma e Damiano denuncia: “Vietato raccogliere sangue”

Data:
27 Luglio 2014

www.h24notizie.it Delusi, amareggiati ma anche incavolati neri. Queste le sensazioni predominanti tra la gente di Santi Cosma e Damiano per l’annullamento della ormai tradizionale Raccolta di sangue prevista per domenica 27 luglio in località Campomaggiore in occasione delle solenni celebrazioni in onore di S. Anna.“Gli organizzatori – spiega l‘Avis comunale di Santi Cosma e Damiano nella nota pervenutaci e che pubblichiamo – hanno accolto la notizia come un fulmine a ciel sereno, anche se da mesi sul settore e in special modo nel sud pontino le nubi sono ben visibili, se pensiamo che è di pochi mesi fa la mobilitazione per scongiurare la chiusura del centro trasfusionale di Formia. Verrebbe quasi da pensare che vi sia una vera e propria strategia per impedire che si possa donare sangue in questa parte d’Italia.

Ma veniamo ai fatti. Le nuove normative nazionali in linea con le direttive europee, mettono seriamente a rischio le Avis Comunali, in particolare quelle dei piccoli centri, costrette a subire adeguamenti strutturali delle proprie sedi fisse che sfiorano in alcuni casi i 100.000 euro. E’ chiaro che tale situazione ridisegnerà la mappa delle Avis Comunali della provincia, come se si trattasse di una geografia post guerra, con il serio rischio che sulla zona del sud pontino non vi sia neppure una bandierina da appuntare, viste le difficoltà della stessa sede di Minturno, scelta dall’Avis Provinciale come Unità di Raccolta territoriale, ma non ancora adeguata alle nuove normative.

I responsabili dell’Avis Comunale di Santi Cosma e Damiano denunciano di essere stati abbandonati al proprio destino dai responsabili provinciali, e dalla direzione sanitaria, che non tenendo in nessun conto la realtà locale ha accelerato i tempi di adeguamento, anticipando la scadenza delle attuali modalità di raccolta di sei mesi, visto che le riunioni di fine 2013 e inizio 2014 avevano previsto come naturale fine  il 31 dicembre 2014.

E’ proprio il non tenere in nessuna considerazione chi opera in ambito territoriale locale che salta all’occhio di un attento osservatore; sicuramente vi saranno ragioni al disopra delle parti, sicuramente chi detta le regole lo fa nel chiuso di un ufficio, come sempre distante dal fulcro della crisi, questo in fondo la gente comune rinfaccia ai burocrati, di non metterci la faccia, di risultare ombre senza una precisa fisionomia: e questo caso non fa eccezione.

La voce di protesta dell’Avis di Santi Cosma e Damiano pone l’accento soprattutto sulla mancanza di rispetto verso i donatori, che in modo assolutamente gratuito vengono a donare presso i locali della Parrocchia di Sant’Antonio da Padova; verso chi opera in tale settore, mettendo a disposizione della collettività tempo e anticipando risorse economiche solo in seguito rimborsate; verso il territorio che per l’ennesima volta è posto ai margini dell’interesse regionale a fronte di una carenza di sangue lamentata dagli organi preposti alla raccolta.

La decisione di annullare la raccolta del 27 sembra andare contro tutto questo, sembra dettata più da contrasti personali e di gestione che da ragioni legate alla idoneità dei locali: idoneità che, ricordano  i membri del direttivo dell’Avis Comunale, sono stati reiteratamente garantite in questi tre anni da ispezioni preventive e deroghe scritte. A volte bisognerebbe far prevalere le ragioni della collettività sulle ragioni di ordine personale o legate alla necessità di affermare la propria linea di condotta, quelle situazioni che definiamo giochi di potere o di ruolo.

Altro aspetto che non si riesce a capire è il cambiamento di rotta che le Avis hanno dovuto intraprendere in modo così repentino. Per anni gli avisini sono stati spronati a diffondere in modo capillare la solidarietà dell’atto di donazione, a cercare in mille modi diversi di convincere coloro che sono in buona salute a partecipare alle raccolte, a cercare per quanto fosse possibile di coinvolgere il territorio, le autorità locali, le altre associazioni ad impegnarsi per tale obiettivo ed infine, ma non ultimo, di organizzare nei luoghi più disparati e con frequenza sempre maggiore le raccolte pur garantendo le normali regole dell’igiene e della salute pubblica. Agli stessi avisini oggi viene suggerito di affittare dei pulmini per portare i donatori in un luogo diverso distante alcuni chilometri, luogo che è accreditato alla raccolta, ma non ancora in regola con le future normative. Oggi, che si dovrebbero raccogliere i frutti della promozione e degli sforzi portati avanti in questi anni, tutto viene cancellato di netto dalle nuove direttive.

Come spesso accade chi è a contatto con la gente deve spiegazioni, deve giustificare  le proprie mancanze o le ragioni del proprio operato, ma allo stesso tempo deve subire decisioni di chi è in cima alla piramide, che è sconosciuto o il cui nome è ignorato dalla massa. Cosa si dovrà dire domenica 27 ai donatori?

Altro aspetto non secondario nella vicenda è la tempistica. L’Avis di Santi Cosma e Damiano lamenta il fatto che solo il giorno 23, cioè tre giorni prima della raccolta, sono stati informati dll’annullamento della stessa attraverso una mail inviata dalla segreteria provinciale in cui si inoltrava la risposta ricevuta dal direttore del Simt, Dott. Equitani. I membri del direttivo dell’Avis Comunale chiedono ragioni di questo e del fatto che soltanto il giorno precedente (22 luglio) veniva richiesta dalla stessa segreteria copia del’autorizzazione previa ispezione dei locali effettuata da Giovanna Biondino, responsabile del centro trasfusionale di Formia: se la ragione dell’annullamento della raccolta va attribuita alla decisione che dal primo luglio le raccolte vanno effettuate soltanto nelle UdR, ci si domanda perché il 22 bisogna inviare conferma alla sede provinciale dell’avvenuta richiesta di verifica di idoneità dei locali parrocchiali. Una delle due affermazioni contraddice palesemente l’altra.

L’Avis Comunale di Santi Cosma e Damiano denuncia una evidente mancanza di tutela da parte dell’organo avisino provinciale. In precedenza il Sud Pontino era più coinvolto nel progetto, le riunioni alcune volte venivano effettuate in luoghi più prossimi al territorio e non distanti 1 ora e mezza di viaggio in macchina per di più in giorni lavorativi, come sistematicamente avviene adesso. Se l’Avis Comunale fosse stata avvisata per tempo, avrebbe ad esempio potuto concentrare tutti gli sforzi sulla raccolta straordinaria avvenuta il 6 luglio presso lo Sport in Fiera (concessa come parziale risarcimento di un torto precedentemente avuto), invece di cercare di distribuire i propri donatori tra le due date.

Il direttivo dell’Avis Comunale di Santi Cosma e Damiano esorta l’Assessore Provinciale alla Salute e l’Amministrazione Comunale a far sentire le proprie voci nelle sedi opportune, in quanto a parer nostro il territorio viene scippato di una seria ed efficiente realtà, che nella breve ed intensa esperienza Avis ha visto raddoppiare il numero di partecipanti alle raccolte in una zona sensibile alle malattie del sangue e a quelle derivanti dal mal funzionamento della tiroide, traguardo che i semplici numeri non possono testimoniare, ma una completa analisi del territorio rende evidente.

E’ chiaro: chi ha bisogno di sangue può attendere”.

Ultimo aggiornamento

27 Luglio 2014, 07:24

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