Fecondazione: le nuove linee guida entro dicembre

Data:
3 Giugno 2009

 


Il sottosegretario Eugenia Roccella nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, per presentare l’istituzione di un Osservatorio per la procreazione medicalmente assistita e di una Commissione dedicata alla crioconservazione, ha affermato che per la fine dell’anno saranno pronte le nuove linee guida sulla procreazione medicalmente assistita. Per Sacconi la sentenza della Corte Costituzionale “non cambia l’impianto della legge 40”

In questo primo anno di vita il Governo non ha sviluppato la nuove linee guida sulla procreazione medicalmente assistita perchè: “abbiamo voluto aspettare la sentenza della Corte Costituzionale”. Queste le parole del sottosegretario al Welfare, con delega ai temi della bioetica, Eugenia Roccella, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dedicata al tema della fecondazione.

Sentenza che ha ‘bocciato’ parte della legge 40, nello specifico l’obbligo di impianto dei tre embrioni, e che però secondo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi (accanto alla Roccella nella conferenza stampa) “non cambia l’impianto della legge ma ne conferma la ratio ribadendo il no all’eugenetica. Non c’e’ nulla nella sentenza che significhi una diversa considerazione degli embrioni e della finalita’ della loro creazione, che era e resta quella procreativa. La ratio della legge sulla fecondazione assistita resta uguale. E rimangono confermati i divieti di crioconservazione dell’embrione, che sono consentiti solo in stretta relazione con la tutela della salute della donna, come peraltro già previsto dalla legge 40”.

La Consulta, tra l’altro, depennando il limite di tre embrioni crioconservabili, ha affidato al medico, volta per volta, la decisione in materia A questo punto ha aggiunto Sacconi “occorre riflettere su come adeguare le questioni etiche a quelle giuridiche”, poiché la sentenza “esalta i profili della gestione eliminando solo la rigidità voluta dal legislatore nella fissazione del numero di tre embrioni”.

Da qui le iniziative del Ministero messe in campo sulla legge 40, in seguito alla pronuncia della Corte Costituzionale, e presentate ieri, o meglio due strumenti, il primo: un Osservatorio sull’applicazione del D.lgs. 191/07, ovvero quel provvedimento con cui l’Italia ha recepito la direttiva europea contenente disposizioni “finalizzate – ha spiegato la Roccella – a stabilire le modalità di attuazione, nel settore della procreazione medicalmente assistita, delle disposizioni di qualità e sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani contenute nel decreto”.
Il secondo una Commissione dedicata allo studio delle problematiche relative alla crioconservazione con il compito di: “affrontare – ha proseguito la Roccella – le questioni di carattere giuridico, etico e scientifico relative alla conservazione degli embrioni nei centri di procreazione medicalmente assistita, e alla formulazione del consenso informato da parte delle coppie”. La commissione sarà presieduta dal bioeticista Francesco D’Agostino.

Questi due strumenti serviranno affinché “entro l’autunno, al massimo a dicembre prossimo, saranno pronte le nuove linee guida” sulla Pma che saranno “sostanzialmente diverse – ha assicurato Roccella – da quelle precedenti emanate da Livia Turco. E saranno il prodotto di un gioco di squadra con i Centri italiani di Pma e le Regioni”, che dovranno dare il proprio contributo “per la creazione di una Rete che assicuri una serie di requisiti minimi”.

“Non vogliamo essere vessatori con i centri per la Pma, ma vogliamo assicurare l’assoluta trasparenza, in modo che possano emergere le buone pratiche e premiare i centri migliori”, ha spiegato Roccella menzionando anche l’ipotesi di assegnazione di “bollini” ai vari centri, facendo l’esempio del congelamento degli embrioni in vista dell’impianto: “Se un centro fa molta crioconservazione, vuol dire che non si è seguito il criterio del congelamento di un numero strettamente necessario di embrioni e vi è, dunque, un problema relativo alla buona pratica” e dunque di salute della donna.

Infine la Roccella ha concluso affermando di non essere “contraria in linea di principio all’adozione di embrioni abbandonati per quelle coppie in cui entrambi i partner sono infertili. Con tutte le garanzie del caso, se ne può parlare”.

 

Ultimo aggiornamento

3 Giugno 2009, 12:33

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