FARMACI NEI SUPERMERCATI O SOLO IN FARMACIA? “SI’ AL RISPARMIO, MA ATTENZIONE ALLA SICUREZZA

Data:
19 Dicembre 2007

…. I punti ancora critici nella distribuzione riguardano, secondo il dottor Luigi Fiorentino dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato “il permanere del divieto alla vendita presso la grande distribuzione”.
“L’ingresso nei supermercati – a giudizio di Fiorentino – consentirebbe ai consumatori una scelta attiva del prodotto, anche basata sul confronto di prezzo, fenomeno attualmente ostacolato dalla rigida “pianificazione” sul territorio delle farmacie.
In questa direzione, la fissazione di sconti con un tetto da parte dei farmacisti servirà realmente ad aprire il mercato o risulterà solo da puro calmieratore di breve periodo senza effetti reali sulla concorrenza?
….Sulla necessità di approfondire ulteriormente il tema distributivo è d’accordo anche il Movimento dei Consumatori.
Rossella Miracapillo, segretario generale del Movimento, stressa però l’importanza di non farsi guidare dall’emotività.
“Provvedimenti tampone, parziali e provvisori possono non risolvere il problema ed essere addirittura dannosi.
Trovare una soluzione al costo eccessivo dei farmaci è importante ma pensare che questa risieda interamente nella liberalizzazione della distribuzione è fuorviante”.
Sono tante infatti le variabili da considerare.
“In un mercato dei farmaci da banco in crescita, – sottolinea il prof Achille Caputi, Direttore del Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina – può risultare particolarmente dannosa la tendenza del cittadino a effettuare l’autodiagnosi e a ritenere i farmaci da banco relativamente innocui”.
“In realtà – tiene a precisare Cricelli – va valutato non solo il profilo di sicurezza del farmaco ma anche quello in relazione al singolo paziente.
L’età, il sesso, le condizioni fisiologiche e patologiche del paziente condizionano infatti in modo significativo la sicurezza dei medicinali da automedicazione, influenzando le indicazioni d’uso”.
Incentivare quindi la liberalizzazione della vendita dei farmaci in strutture dove venga a mancare il controllo da parte di un esperto, il farmacista, può risultare controproducente.
“Non è un caso – aggiunge la dott. Miracapillo – se in Europa i farmaci fuori dal canale farmacia, riguardano 8 paesi su 25 con liste ristrette e solo nel Regno Unito il provvedimento riguarda tutti i farmaci.
Ma la Gran Bretagna segue a ruota gli Stati Uniti per i ricoveri ospedalieri causati da farmaci (circa 30%)”.
Va ricordato che liste estremamente ristrette sono applicate in Paesi quali la liberista Irlanda, dove sono vendibili fuori farmacia solo l’acido acetilsalicilico con dosaggio non superiore a 500 mg, il paracetamolo, con dosaggio non superiore a 500 mg, con una limitazione all’acquisto di non più di 24 compresse per volta, alcuni antiacidi, alcuni lassativi, alcuni espettoranti e disinfettanti del cavo orale; o la Germania, dove al di fuori della farmacia si vendono solo vitamine, sali minerali, prodotti erboristici, acque minerali curative; disinfettanti esterni e del cavo orale.

Ultimo aggiornamento

19 Dicembre 2007, 11:13

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