Far causa al medico è un business

Data:
13 Luglio 2008

 
A puntare il dito sul business delle richieste di risarcimento per danni clinici è Maurizio Maggiorotti, presidente dell’Amami (Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente), che riunisce circa 25mila medici italiani, oggi a Roma per presentare un’alleanza fra pazienti e camici bianchi per migliorare la sicurezza clinica e la qualità dei servizi. "Ormai quello dei risarcimenti è diventato un business – denuncia il medico – e le richieste sono destinate ad aumentare. Oggi i numeri reali degli errori non esistono", ricorda Maggiorotti. Con il risultato che ormai molti specialisti, per prudenza, ricorrono alla medicina difensiva, e ad atti medici dettati più da cautela giudiziaria che da motivi scientifici". Negli anni la medicina, prosegue Maggiorotti, è migliorata enormemente, ma le denunce nei confronti dei medici sono lievitate, "per colpa anche del mercato del risarcimenti. E’ tempo di cambiare le cose. E lo si può fare dando tempo e qualità al rapporto medico-paziente, e a momenti come il consenso informato". Proprio per contribuire a cambiare le cose, Amami, Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e Abc (Associazione bambini cerebrolesi) si sono unite in un patto per la sicurezza. Un’alleanza culturale e fattiva – è sttao spiegato ieri a Roma – che punta a migliorare la tutela della salute dei cittadini e la serenità degli operatori. Perché gli errori medici sono rari, ma esistono. E non vanno taciuti, ma rilevati, studiati e prevenuti. Per questo chiediamo con forza al ministero del Welfare l’istituzione di un Osservatorio dell’errore medico e del contenzioso paziente-medico". Per cambiare davvero le cose, le associazioni hanno stilato un programma in nove punti: oltre all’Osservatorio, occorre "favorire il cambiamento della cultura organizzativa, incentivando prevenzione e controlli trasparenti" spiegano. Ma anche garantire la correzione delle disfunzioni organizzative, delle negligenze e delle imprudenze; promuovere la via conciliativa extra-giudiziale; garantire che il comportamento delle strutture sanitarie sia sempre orientato alla ricerca delle cause che hanno prodotto l’incidente, anche durante i contenziosi sui cittadini; attivare l’istituzione di un ‘Fondo vittime dell’alea terapeutica’, per risarcire i pazienti che hanno subito complicanze imprevedibili insite nelle cure.

Ultimo aggiornamento

13 Luglio 2008, 09:54

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