Ecm, contratti di sponsorizzazione irregolari

Data:
9 Aprile 2012

Ultimo aggiornamento

9 Aprile 2012, 10:15

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Ecm, contratti di sponsorizzazione irregolari

Data:
19 Dicembre 2007

Ecm, contratti di sponsorizzazione irregolari

Secondo la ricerca “Sposa” gli sponsor dell’Ecm sono nel 92,75 per cento dei casi aziende farmaceutiche.
Le aziende farmaceutiche spendono circa 700 milioni di euro l’anno per la formazione e l’aggiornamento permanente dei medici: congressi, convegni e corsi.

Come avviene per la ricerca e gli studi clinici, l’industria finanzia, integralmente o parzialmente, due terzi dell’Ecm (Educazione continua in medicina).
Nonostante un dato cosi’ rilevante, gli organizzatori degli eventi Ecm, come aziende sanitarie e ospedaliere, e le industrie non stipulano regolari contratti di sponsorizzazione: non un’opzione, ma una norma di legge.
Lo sottolinea, all’Adnkronos Salute, Vittorio Lodolo D’Oria, medico ed esperto di comunicazione e marketing sanitario, sulla base dei risultati di alcune ricerche pubblicate nel rapporto “Ecm & Sponsor’.
Risultati che evidenziano il “caos” che ancora caratterizza l’Ecm a quattro anni dall’avvio.
“I contratti di sponsorizzazione – spiega l’esperto – sono lo strumento giusto, fissato dalla legge, per garantire trasparenza e assenza di conflitto d’interesse”.
Non solo non vengono stipulati, ma “lo stesso ministero della Salute – denuncia – non prevede alcun controllo ne’ sull’esistenza dei contratti ne’ sui contenuti.
Cosi’ si confonde la sponsorizzazione con la donazione: una confusione che, quando c’e’ di mezzo un’azienda farmaceutica, favorisce ‘equivoci’.
Deve essere indicata chiaramente, invece, la contropartita che gli organizzatori degli eventi, a maggior ragione se sono enti pubblici, si impegnano a garantire allo sponsor a fronte del contributo economico ricevuto”.
Secondo la ricerca ‘Sposa’ (Sponsorizzazioni in sanita’), curata da Lodolo, gli sponsor dell’Ecm sono quasi esclusivamente, cioe’ nel 92,75% dei casi, farmaceutiche.
L’indagine e’ stata condotta attingendo dalla banca dati del ministero della Salute, nel primo semestre 2004, su sei regioni campione: Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Toscana, Veneto.
“Le case editrici – afferma Lodolo – finanziano i corsi promossi ricorrendo, quasi esclusivamente, a sponsor del settore pharma (99%).
Le società scientifiche si avvalgono di sponsor commerciali non appartenenti all’industria farmaceutica solo nel 5% dei corsi realizzati.
Anche i ‘provider’ pubblici, Asl e ospedali, ricorrono pesantemente allo sponsor farmaceutico, rispettivamente nel 93% e nell’84% dei casi”.
Analizzando i dati regionali, tra gli organizzatori pubblici di eventi Ecm, sono quelli della Regione Lombardia a ricorrere maggiormente agli sponsor farmaceutici (98% dei corsi).
Seguono Lazio (93%), Puglia (90%), Veneto ed Emilia R. (88%).
I provider pubblici della Toscana ricorrono in 3 casi su 4 a sponsor farmaceutici.
“Mediamente, quindi – commenta Lodolo – lo sponsor pharma è coinvolto nel 93% degli eventi organizzati”.
Nonostante l’industria farmaceutica finanzi in modo rilevante l’Ecm, non vengono stipulati regolari contratti di sponsorizzazione. Lo dimostrano i risultati di un’altra ricerca condotta e pubblicata da Lodolo.
All’indagine Aspro, che ha esaminato corsi e convegni accreditati dalla Commissione Ecm nel primo semestre 2004, hanno partecipato 31 aziende sanitarie, per un totale di 367 eventi: 214 corsi organizzati dalle aziende ospedaliere e 153 dalle Asl.
Il 52% dei corsi (191 su 367) è stato finanziato al 100% dalle stesse aziende sanitarie organizzatrici.
Degli altri 106 eventi sponsorizzati dalle aziende farmaceutiche, “solo in 12 casi (11,3%) – sottolinea Lodolo – si ha un contratto scritto tra le parti, come giuridicamente previsto e richiesto.
In particolare sono le aziende ospedaliere che ricorrono al contratto scritto, in 10 casi su 12.
Per il resto, la maggior parte degli accordi tra sponsor e organizzatori e’ regolata solo da un patto verbale (44,3% dei casi) o da una lettera d’intenti dello sponsor (29,2%).
In 4 casi non c’e’ alcun accordo”. Non essendoci un contratto, “non viene chiarita la contropartita allo sponsor.
Questo, come corrispettivo delle risorse spese, ottiene la visibilità del logo, cioe’ la stampa del marchio aziendale su brochure, locandine e materiale didattico, oppure allestimento di stand, scelta dei relatori, organizzazione di simposi satelliti, per la cui partecipazione spesso non sono previsti nemmeno crediti Ecm.
Questo settore va ricondotto al piu’ presto nell’alveo della legalita’, con la stipula di contratti regolari di sponsorizzazione e l’istituzione di un sistema di controlli.
Altrimenti saranno i magistrati a interessarsene”, avverte Lodolo, che sottolinea la necessita’ di adottare linee guida nazionali sulle sponsorizzazioni in sanita’.

Ultimo aggiornamento

19 Dicembre 2007, 12:46

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