730 precompilato: i dentisti pronti a salire sulle barricate con ANDI contro i nuovi adempimenti burocratici. Prada, la professione non è attrezzata per adempiere questa (inutile) norma

Data:
28 Settembre 2015

I dentisti ANDI sono pronti ad attivare azioni di protesta fino a non adempiere all’obbligo imposto dalla recente norma che obbligherebbe i medici liberi professionisti a trasmettere  le spese sostenute dai pazienti attraverso il “Sistema Tessera Sanitaria”. Dati che l’amministrazione finanziaria utilizzerà poi per redigere il 730 precompilato.
E’ quanto emerge dal sondaggio realizzato da ANDI attraverso un questionario inviato la scorsa settimana via web ai Soci.
Secondo le risposte rilevate, il 91,6% del campione rappresentativo sarebbe disponibile ad attivare azioni dirette di protesta, come l’invio di mail ai ministeri competenti o azioni di sensibilizzazione verso i pazienti, fino alla chiusura dello studio per un giorno.
Il 79,0% dei Soci si dice, anche, disposto a seguire le indicazioni di ANDI di non attuare il nuovo obbligo, anche se questo atteggiamento potrebbe comportare il rischio di incorrere in sanzioni.
Un contrasto non tanto al progetto “730 precompilato” (di per se utile ai pazienti) ma alle modalità di invio dei dati necessari, che ha visto ANDI subito in prima linea appena sono cominciate a girare le prime bozze del testo.
Purtroppo i nostri appelli sono stati fino ad oggi inascoltati ma dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti per cambiare la norma”, commenta il Presidente ANDI Gianfranco Prada, reduce da un incontro informale sia con FIMMG che con la CAO nazionale alla vigilia dell’incontro che la Federazione ha avuto con i ministeri competenti proprio sulla questione.
ANDI da sempre sostiene che la norma sia inutile, in quanto i dati richiesti sono già inviati dai dentisti italiani attraverso lo spesometro, e gli adempimenti previsti per i dentisti professionisti legati all’invio dei dati attraverso il Sistema Tessera Sanitaria non sono sostenibili dagli odontoiatri italiani, in quanto in numerosi casi necessiterebbero di un adeguamento strutturale e di personale, che gli studi odontoiatrici non sono in grado di sostenere, senza le eventuali contropartite.
La conferma che i dentisti italiani non sono attrezzati all’invio dei dati arriva dai risultati rilevati nel sondaggio: il 30,2% è il numero di studi odontoiatrici che utilizza un programma gestionale mentre chi non lo utilizza prevalentemente compila la fattura a mano (73,8%) oppure utilizzando strumenti elettronici come Word (7,1%), Excel (4,9%) o altri (14,2%).
La norma è tutta da rivedere e non solo perché i dentisti italiani non sono attrezzati, ma perché vogliono altra burocrazia e non è pensabile obbligarli ad acquistare ed imparare ad utilizzare strumenti informatici solo per fare un lavoro che dovrebbe fare l’Amministrazione finanziaria”, continua Prada. “Nei tanti incontri che abbiamo avuto con i ministeri competenti e con la politica abbiamo spiegato le tante altre problematiche connesse alla norma. Quali sono le responsabilità di noi dentisti obbligati ad inviare dati fiscali, le implicazioni della privacy e se il paziente non vuole che inviamo i dati?”.
Come ANDI continueremo la nostra battaglia per cercare di annullare questo nuovo obbligo burocratico e confermiamo la volontà di ribadire il nostro no anche attraverso azioni di protesta che potranno sfociare nel disattendere l’obbligo”.

Ultimo aggiornamento

22 Dicembre 2015, 16:28

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