Striscione con scheletri all’ingresso del Goretti, la protesta di CasaPound
Data:
28 Agosto 2014
www.corrieredilatina.it “Tutti i giorni al Goretti di Latina file interminabili, pazienti abbandonati sulle barelle in attesa di un ricovero”. I militanti di CasaPound denunciano il disagio degli utenti dell’ospedale e degli operatori dello stesso nosocomio costretti a “turni di lavoro stressanti” e a sopportare la “rabbia dei cittadini in attesa”. E scatta nella notte un’azione choc. I militanti hanno affisso all’ingresso dell’ospedale del capoluogo pontino uno striscione recante la scritta “Eravamo in fila al pronto soccorso”, con al fianco due immagini raffiguranti scheletri umani. “Sicuramente un’immagine un po’ forte – commenta CasaPound – , ma che serve a riportare all’attenzione in maniera decisa il problema del pronto soccorso di Latina”.
LA DENUNCIA. “Nella sala d’attesa ‘soggiornano’ barboni – c’è anche questo nella denuncia di CasaPound – che utilizzano il pronto soccorso come domicilio, un’immagine da terzo mondo insomma. Una città grande come Latina non può avere un pronto soccorso che deve accogliere persone provenienti da mezza provincia. La spending review attuata non può riguardare un servizio di emergenza così importante. Non è possibile attuare tagli orizzontali ed indiscriminati nel servizio sanitario – continuano i militanti dell’associazione – che deve garantire il diritto alla salute dei cittadini. I costi eccessivi sono dovuti sicuramente a sprechi e a cattive gestioni della sanità pubblica, dove il clientelismo e gli interessi delle strutture private la fanno da padroni”.
LA RICHIESTA. “E’ necessario cambiare la concezione della spesa sanitaria, che deve essere vista come risorsa e non come costo – spiega CasaPound -. Recuperare risorse per garantire servizi efficienti è possibile: basterebbe cominciare da una riforma del prontuario farmaceutico eliminando tutti quei farmaci doppi e costosi; basti pensare che in Europa la gran parte dei paesi prevede una media di circa 700 farmaci a prontuario, in Italia siamo a 8.000 con prezzi esorbitanti a carico del Servizio sanitario nazionale”
Ultimo aggiornamento
28 Agosto 2014, 07:24
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