Specializzandi, 135 scuole non avrebbero requisiti, c’è il rischio di avere meno posti (da DoctorNews33 del 25 agosto 2017)

Data:
25 Agosto 2017

Estate con molte ombre per i medici neolaureati in medicina che aspettano il test per entrare nelle scuole di specialità. Non solo non si vede ancora il bando per la prova attesa in ottobre, ma dei già insufficienti 6100 posti disponibili nelle scuole post-laurea alla fine potrebbero mancarne 500 o più. Secondo indiscrezioni comparse sui media, l’Osservatorio del Ministero dell’Istruzione preposto a valutare i requisiti per l’accreditamento delle 1433 scuole esistenti negli atenei italiani dove si insegna Medicina, ne avrebbe trovate 135 non idonee tra chirurgie, cardiochirurgie, scuole di medicina, infettivologia, audiologia. Sarebbe ampia la tipologia delle scuole non abilitabili ad insegnare e far lavorare in contemporanea gli specializzandi nelle strutture ospedaliere convenzionate. Ma, se è vero che una media di quattro nuovi immatricolati a scuola è peculiarità italiana, moltiplicati per 135 scuole questi pochi studenti diventano mezzo migliaio di potenziali esclusi dai corsi.

Sul tema si sono mobilitati nei giorni scorsi i sindacati e ieri è scesa in campo la Presidente della Federazione degli Ordini Roberta Chersevani, che ha chiesto un incontro alle ministre dell’Istruzione Valeria Fedeli e della Salute Beatrice Lorenzin e auspicato la sensibilizzazione del governo sulla necessità di correttivi a breve. Chersevani chiede in particolare «ai deputati alla valutazione e all’accreditamento delle strutture di procedere a trovare le soluzioni in modo da non penalizzare ulteriormente i nostri giovani medici sia per quanto concerne l’accesso alla formazione che per la qualità massima irrinunciabile della formazione stessa».

In precedenza Anaao giovani per gli specializzandi ospedalieri e Fimmg formazione per i tirocinanti in medicina generale avevano annunciato una mobilitazione per settembre in un comunicato congiunto, lamentando non solo i pochi contratti, inferiori al fabbisogno della popolazione e a quanti ne servirebbero a fronte dei tanti pensionamenti nelle rispettive categorie, ma l’estromissione dei sindacati dalle decisioni su questa partita e l’incalzare del nuovo anno accademico. A quest’ultimo proposito, se per gli aspiranti medici di famiglia la data del test di quest’anno è prevista il 25 ottobre (più avanti che in passato), per gli specializzandi ogni giorno di slittamento del bando – inizialmente previsto in aprile – rinvia la data del test avvicinando novembre, visto che ci vogliono 60 giorni tra pubblicazione e prova. Si ripresenta il rischio che il concorso per i più appetibili contratti di specialità si svolga dopo quello per la medicina generale e in tanti partecipino ad entrambi i concorsi, abbandonando poi-se “promossi” in entrambe le prove- il triennio di tirocinio in favore della specialità.

Un cenno al regolamento per il test che, dopo l’ok del governo ottenuto in agosto, attende quello della Corte dei Conti. Accanto alla riduzione e all’accorpamento del numero di sedi prescelte, la novità principale è il passaggio da 50 graduatorie nazionali, una per tipo di specialità, a una sola: i candidati possono indicare fino a tre diverse scuole dove vorrebbero collocarsi, in ordine di gradimento. Il meccanismo potrebbe allungare ulteriormente i tempi di scorrimento delle graduatorie e dunque di avvio a regime dei corsi per l’anno accademico 2017-18. Ma soprattutto, con 135 scuole “bocciate” e con meno posti a disposizione, tra le eventualità c’è che le scuole equivalenti di altri atenei ed accreditate debbano accogliere gli studenti in più, con le incognite del caso.

Ultimo aggiornamento

25 Agosto 2017, 10:15

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia