RIFLESSIONI SUI FONDI PENSIONE – ANCORA RIFLESSIONI SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Data:
7 Gennaio 2012


RIFLESSIONI SUI FONDI PENSIONE

Si dice che i Fondi pensione per chi ha ancora più di un decennio di lavoro davanti siano indispensabili per compensare il divario pensionistico tra ultimo stipendio e primo rateo di pensione. Solo un lavoratore dipendente su cinque è iscritto alla previdenza complementare e l’adesione spesso avviene con contribuzione bassa (ma chi con retribuzioni basse di fronte al caro-vita può permettersi di deviare 200-300 e più euro al mese alla previdenza complementare?). Si esorta alla riflessione e porre maggior attenzione nell’analisi del proprio futuro previdenziale. Ma manca un dato certo: quale è -in numeri- la resa effettiva in uscita di quanto versato in previdenza complementare? C’è peraltro grande aspettativa nei mercati finanziari. Tra l’altro è allo studio l’eventuale opportunità inserita colla manovra Monti di destinare parte della contribuzione obbligatoria a un fondo pensione in alternativa al primo pilastro….ma con quali garanzie in uscita?

ANCORA RIFLESSIONI SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

“Più anni al lavoro, serve la pensione di scorta” ecco un titolo che mi lascia un poco perplesso. I fondi pensione dovrebbero prevedere l’erogazione di una prestazione che va ad aggiungersi a quella di base, rendendola più solida. Ma ritorno a ripetere e non riesco mai a trovare risposte precise: quanto in realtà renderà in termini numerici e non a parole? Solo così uno potrà fare i suoi calcoli…se conviene o non conviene mettere e quanti soldi eventualmente mettere nella previdenza integrativa. Nell’analisi per una eventuale adesione ad un fondo pensione va anche presa in considerazione l’efficienza e i costi della gestione (nella previdenza integrativa i gestori sono gli unici ad avere una rendita certa!), nonché i benefici fiscali: deduzione fiscale dei contributi volontari e datoriali fino a 5.164,57 euro, tassazione separata della prestazione in uscita con l’aliquota del 15% che scende al 9% in caso di lungo termine, sui rendimenti annui prelievo fiscale dell’11%, ma tutto ciò è sufficiente a valorizzare effettivamente il versato in anni di turbolenze finanziarie, i rendimenti capitalizzati sono sufficienti a garantire la svalutazione che intercorre? In previdenza non si possono fare errori perché si scontano nelle prestazioni e non sempre sono recuperabili.
 

 

Ultimo aggiornamento

21 Ottobre 2014, 17:05

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