RICETTA DEMATERIALIZZATA: dal 1 marzo valida in tutta Italia ma siamo molto lontani dalla realta’. (FIMMG Roma News)

Data:
29 Febbraio 2016

Dal 1° marzo addio alla ricetta cartacea ..Così titolano le agenzie e i giornali ma la realta’ è completamente diversa sara’ la ricetta (per ora semi de materializzata) a valere in tutte le farmacie del territorio nazionale. Un provvedimento che gia era stato deciso i primi dell’anno con un decreto del  dicembre 2015 che prevederebbe a monte la messa a regime ed una dematerializzazione completa che attualmente non c’è, difatti attualmente il medico dovrà rilasciare all’atto della prescrizione un “promemoria” al paziente su carta bianca. Ovvero le ricette invece di fornirle lo stato le fornisce il medico con fogli A5. Oltretutto la semi-dematerializzazione non è operativa in tutta italia e tranne rarissimi casi (la Sicilia), interessa solo i farmaci (nemmeno tutti ) e non le prestazioni specialistiche, addirittura in alcune regioni la semi de materializzazione nemmeno è partita. Quindi se all’atto di partenza della riforma del ricettario qualche anno fa si era riusciti a standardizzare il ricettario rendendolo unico in tutta Italia ora l’anarchia della frammentazione ha preso il sopravvento una ricetta è sul foglietto bianco per i farmaci ma non per tutti (gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico) quindi ricetta rossa , per la specialistica resta rossa ma in sicilia no  , e quello che non è dematerializzato deve essere spedito al termine del lavoro alla Sogei con la ricetta elettronica e il sostituto? 20 sistemi diversi insomma da ricetta unica a ricetta “plurima”. Le esenzioni per reddito poi, che arrivano per via telematica e le esenzioni ticket che la “creativita’ burosaura regionale” ha reso difformi in tutta Italia ? ovvero il gran papocchio informatico nazionale è completato. Evitiamo poi di citare i certificati perché ognuno se la suona e se la canta.

Insomma una babele innescata dalla burocrazia piu’ miope che aggiunge compiti  e leva tempo alla clinica, come afferma la Fimmg per bocca del segretario nazionale: “Dietro i vantaggi della dematerializzazione delle ricette si cela però un rovescio della medaglia – spiega il segretario nazionale Fimmg, Giacomo Milillo – qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza”. E in più, “il medico non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che, per il momento, dovrà continuare ad utilizzare la ricetta rossa. Di conseguenza, avverte Milillo, “il rischio è che tutti gli oneri ricadranno sul titolare, con un aggravio di lavoro e tempo tolto alle visite”. Da qui la richiesta di “una semplificazione delle procedure, che è ancora possibile”. Ma come si fa’ se si è permessa la proliferazione di 20 sistemi informatici regionali che, oltre a sviluppare una quotidiana burocrazia elettronica, rallentano le operazioni con sottopassaggi tra loro e il Sistema centrale, che sarebbe stato piu’ che sufficiente a gestire  tutto, come avviene per altre funzioni e altri ambiti ma che non è possibile in un paese civile con l’Italia.

Voci ci informano che si sta lavorando ad un “promemoria standardizzato” in quanto anche quello ha delle difformita’ (ma non e’ meglio lavorare sulla scomparsa dello stesso ??).

Quindi l’addio alla ricetta cartacea è abbastanza lontano e i proclami ministeriali ancora una volta restano lettera morta perché scollegati mille anni luce dalla realtà dei fatti. I vantaggi ??? , “il risparmio sulla stampa e distribuzione delle vecchie ricette rosse  il controllo sulla falsificazione delle ricette stesse o sugli abusi conseguenti il furto dei ricettari.” Soldi risparmiati con l’impegno dei medici. (GP )

Ultimo aggiornamento

29 Febbraio 2016, 15:37

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