Responsabilità medici, per gli esperti no a linee guida emanate da sole società scientifiche (da DoctorNews33 del 27 novembre 2015)

Data:
27 Novembre 2015

Le linee guida che il medico deve seguire per non essere incolpabile ai sensi della futura normativa sulla responsabilità professionale non dovrebbero emanarle le società scientifiche ma dovrebbe progressivamente elaborarle un Sistema Nazionale Linee Guida costruito ex novo, con esperti di varia provenienza. Si rischiano altrimenti indicazioni frutto di “conflitti d’interesse con la salute e la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale” e una spesa per la medicina difensiva che, lungi dall’abbassarsi, potrebbe essere spinta verso l’alto. Lo afferma una decina di esperti firmatari di una lettera al ministro della Salute e rappresentativi di tre associazioni: la Fondazione Allineare Sanità e Salute, il cui comitato scientifico include Alberto Donzelli direttore del progetto “Pillole di buona pratica clinica”, economisti come lo svizzero Gianfranco Domenighetti, Alessandro Battaggia del Centro Cochrane; e le associazioni di medicina generale Csermeg e CoS. Il nuovo organismo suggerito, preposto all’emanazione di linee guida “istituzionali”, dovrebbe includere esponenti di società scientifiche e di ordini professionali (tutte entità tenute “a render pubbliche le proprie relazioni finanziarie”), nonché metodologi clinici con esperienza nel campo, esperti di valutazioni comparative di politiche sanitarie, dirigenti di sanità pubblica avvezzi a valutazioni costo-efficacia e d’impatto sulla sostenibilità del servizio sanitario, e associazioni dei cittadini e andrebbe coordinato da una pubblica istituzione.

«Penso all’Istituto superiore di sanità o ad un tandem Iss-Agenas, organismi tecnici parzialmente indipendenti dal ministero della Salute ma non dal Servizio sanitario nazionale e nel contempo pubbliche istituzioni con connotazioni scientifiche», dice a DoctorNews Alberto Donzelli. E aggiunge: «C’è la preoccupazione di fare una brutta figura in campo europeo accreditando produzioni di società scientifiche italiane laddove nel resto del continente europeo sono preposti a emanare linee guida organismi indipendenti finanziati sì dai governi, ma di fatto coordinatori di tavoli (con anche società scientifiche) a valle dei quali i “draft” sono sottoposti a un bagno di verifica con la comunità nazionale e internazionale». Per i firmatari, le nuove linee guida – che dovrebbero avere “valore di orientamento culturale più che normativo”- prima di essere adottate dovrebbero aprirsi a contributi e commenti pubblici come avviene per il Nice britannico e l’Uspstf Usa. «Nelle organizzazioni rappresentate -conclude Donzelli- ci sono molti esperti che, ove il Governo non avesse risorse adeguate, sono disposti a mettere a disposizione le esperienze maturate e supportare un eventuale modello di produzione di linee guida». Fin qui per limitare contenziosi i medici hanno dovuto attenersi a “linee guida/buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica” ora si parla di “buone pratiche e linee guida emanate dalle Società Scientifiche”. Ma, come suggeriscono i firmatari della lettera, l’orgoglio nazionale in questa materia non funziona. «Già oggi molte linee guida di Società scientifiche sono condizionate anche da punti di vista parziali, umane logiche autoreferenziali e relazioni finanziarie con i produttori di tecnologie sanitarie».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

27 Novembre 2015, 22:01

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia