PENSIONE : Pubblico impiego – La rottamazione continua – Nonostante la riforma Fornero innalzi l’età pensionabile a 66 anni e porti l’età massima lavorativa a 70 anni …

Data:
31 Marzo 2012


Purtroppo la rottamazione del pubblico dipendente continua.
Nonostante la riforma Fornero innalzi l’età pensionabile a 66 anni e porti l’età massima lavorativa a 70 anni agganciandole alle speranze di vita, una recente circolare della Funzione pubblica (Circolare n. 2 in Brevia 10) ricorda  :

1 – che per il pubblico dipendente l’età pensionabile è fissata a 65 anni con la possibilità di deroga da parte dell’amministrazione al prolungamento per ulteriori due anni motivandone la necessità organizzativa dell’ente;

2 – che l’anzianità massima contributiva è fissata a 40 anni (con +2 anni e 1 mese per gli uomini e +1 anno e 1 mese per le donne per la pensione anticipata);

3 – che non è possibile all’età pensionabile raggiunta l’età pensionabile proseguire l’attività lavorativa per raggiungere l’anzianità massima contributiva col limite del massimo lavorativo a 70 anni, ecc. ecc. permettendo solo la prosecuzione lavorativa, ma non oltre il 70esimo anno di età, se all’età pensionabile non sono raggiunti i limiti minimi dell’anzianità contributiva (20 anni) per il diritto alla pensione.

Infatti il principio dell’incentivazione alla permanenza in servizio sino al 70esimo anno di età non opera nel settore del pubblico impiego: l’articolo 24 della legge 214/2011 al comma 4 prevede che rimangono fermi i limiti ornamentali dei rispettivi settori di appartenenza.

Ultimo aggiornamento

31 Marzo 2012, 10:38

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