Nuovi orari lavoro, Remuzzi: non ha senso riposare per legge (da DoctorNews33 del 1dicembre 2015)

Data:
1 Dicembre 2015

Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche presso l’Istituto Mario Negri, torna a parlare della nuova legge europea, entrata in vigore nel nostro Paese lo scorso 25 novembre, che impone ai medici ospedalieri  11 ore di riposo continuativo, ogni 24 ore. Da sempre scettico sulla necessità che anche l’Italia si adeguasse a questa normativa, Remuzzi  spiega a DoctorNews33  le motivazioni della sua posizione che, in più occasioni, ha già sollevato il disappunto dell’Anaao e di altri sindacati.

Professor Remuzzi ha creato polemiche la sua presa di posizione rispetto all’entrata in vigore della Direttiva europea sull’orario di lavoro dei medici ospedalieri. Ci spiega meglio qual è il presupposto da cui parte?
Io non sono contrario al fatto che i medici riposino quando sono stanchi, ma ritengo che sia profondamente sbagliato e con conseguenze importanti sugli ammalati, il fatto che un medico debba essere obbligato a risposarsi prima ancora di essere stanco. E’ un’assurdità ed è anche una cosa ridicola dal punto di vista della fisiopatologia del sonno. Non metto in discussione che bisogna riposarsi quando si avverte la stanchezza, ma non ha senso riposare per legge. Non tutti infatti hanno bisogno delle stesse ore di sonno.

È una legge che esiste però in molti altri Stati…
Certo, ma sono cose che vanno prese con buon senso e con flessibilità, è una legge europea certo ma potremmo anche considerarla inappropriata. Basterebbe guardare all’Inghilterra dove è stata messa in atto questa direttiva da ben 10 anni. Ho informazione da colleghi inglesi che questa è stata la cosa peggiore che sia successa per la formazione dei medici nel Regno Unito, con riscontri sul fatto che questa legge ha peggiorato la qualità dell’assistenza ai pazienti e prodotto nei medici l’idea che ad una certa ora bisogna risposarsi. Ma se vogliamo fare le cose bene, un medico non deve riposare “quasi” mai, non si può fare il medico a giorni alterni.

Come andava recepita la Direttiva nel nostro Paese?
Se si vuole essere rigidi e recepire questa direttiva per come è, bisogna dire chiaro e tondo di voler chiudere certi ambulatori ed eliminare alcuni interventi chirurgici senza girare intorno al problema. Penso in special modo ai colleghi che fanno attività particolarmente impegnative come il trapianto di reni, di fegato ecc. Questi colleghi sono disponibili sempre, perché questo mestiere è cosi che si fa e non in un altro modo. La direttiva andava recepita ma va applicata con buon senso in rapporto alle circostanze e alle necessità, lasciando che siano i medici che dirigono gli ospedali a decidere cosa fare in una circostanza piuttosto che nell’altra. Non si può pensare che il nostro sia un lavoro come tutti gli altri. Io non ho mai visto nessuno che abbia fatto cose eccellenti senza lavorare sempre. Non dico che debbano farlo tutti, ma chi vuole deve poterlo fare perché non basta una vita per fare bene il mestiere del medico.

Ma dal ministero arrivano rassicurazioni su nuove assunzioni…
L’idea di nuove assunzioni è ridicola se solo annunciata. Prima si aumenti l’organico e poi ci adeguiamo a riposare di più. Ma non possiamo fare il contrario. Deve esserci un certo senso di responsabilità nel capire però che, con la mole di problemi che ha il nostro Paese, non si può purtroppo decidere di assumere migliaia di medici senza avere serie ricadute su tutto il sistema e provocando aumenti in altri ambiti della sanità. Non siamo dei missionari ma se si vuole fare questo mestiere bene, bisogna lasciarcelo fare.

Rossella Gemma

Ultimo aggiornamento

1 Dicembre 2015, 07:32

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