Nuova nota 96, software in tilt e necessità di prescrivere su carta. I disagi per i medici di famiglia (da Doctor33 del 30 ottobre 2019)

Data:
30 Ottobre 2019

L’Agenzia del farmaco ha promosso una nuova nota per limitare la prescrizione di vitamina D, ma molti medici non lo hanno saputo per tempo e la novità sta creando polemiche non nel merito dell’evidenza clinica ma nel “come” è arrivata. La nota96 limita la prescrizione a carico del Servizio sanitario nazionale di colecalciferolo, colecalciferolo-sali di calcio, calcifediolo nell’adulto sopra i 18 anni. I farmaci a base di vitamina D possono essere prescritti sempre a pazienti istituzionalizzati, donne in gravidanza o allattamento e a chi soffre di osteoporosi od osteopatie accertate non candidate a terapia remineralizzante. Gli stessi farmaci, iniettabili, fiale e gocce vanno invece prescritti determinando prima livelli di vitamina D a pazienti sotto i 20 ng/mL con sintomi di ipovitaminosi (astenia, mialgie, dolori, cadute immotivate), a pazienti con diagnosi di iperparatiroidismo secondario a ipovitaminosi D,a persone con osteoporosi od osteopatie accertate candidate a terapia remineralizzante, per terapie lunghe con farmaci interferenti col metabolismo della vitamina D, e in malattie che possono causare malassorbimento nell’adulto. L’Agenzia del Farmaco-Aifa allega una flow-chart per guidare il medico. L’obiettivo è limitare l’abuso: in estate il rapporto Osmed ha attestato una spesa da 280 milioni annui. Qualche medico avverte che ci potrebbero essere screzi con alcuni assistiti che ora dovranno pagarsi le gocce. Ma il vero tema è che «la nota è stata diramata senza dare diffusione dei contenuti ai medici di medicina generale», dice Gian Massimo Gioria, responsabile nazionale assistenza primaria del Sindacato Medici Italiani. «Con le nuove modalità di prescrizione si stanno creando disagi perché non è stato previsto l’aggiornamento dei software per il ricettario. Ho scoperto la novità solo perché il sistema non mandava avanti la ricetta ed ero costretto a compilarela ricetta rossa. Se l’adeguamento del software da parte del fornitore non arriva in tempo – avverte Gioria – chi di noi ha molti assistiti anziani rischia di sforare il tetto del 10% ammesso per le ricette cartacee».

«Lunedì -continua Gioria – mi hanno chiamato alcuni colleghi con lo stesso problema. E, alla vigilia di un ponte, circostanza in cui gli assistiti vengono più numerosi in studio, è massimo il disagio. L’Aifa avrebbe dovuto, se non coinvolgere i Mmg nella stesura, avvertire le regioni, le Asl nostre datrici di lavoro, i referenti di équipe -dove ci sono, come in Piemonte -così da trasmettere l’informazione ai medici. Ci voleva adeguato preavviso; il Ssn si è accorto che una prescrizione non ben mirata può essere più onerosa, e ha deciso di dare una linea guida alla categoria ma lo ha fatto senza avvertirci, con “cieca burocrazia”. Non solo. Non ha elencato le confezioni coinvolte. Non è cosa da poco: senza elenco il medico, per il bene del suo assistito, prescrive tutti i prodotti a base di vitamina D sulla base della nota 96. Vorrei dire alle pubbliche istituzioni che io e loro soggiacciamo alle stesse regole ma io se sbaglione rispondo, il funzionarionon credo proprio». La mancata specifica ha un risvolto singolare. Accanto al farmaco più noto nelle sue versioni ci sono le associazioni. «Non necessariamente le associazioni sono contemplate dalla nota 96 -dice il responsabile comunicazione Fimmg Roma Giampiero Pirro- ma in farmacia pure le prescrizioni dei medici relative ad esse sono rifiutate dal sistema, gestito da Sogei. E ciò avviene senza che sia ancora stato aggiornato dall’Aifa sulle banche dati l’elenco dei medicinali interessati alla nota. Il medico è bloccato nella ricetta dematerializzata dal gestionale perché non allineato ed è deviato sulla ricetta “rossa” senza nota. Alcune farmacie passano le ricette “rosse”, altre vogliono la nota».

Poco da dire invece sul merito della nota. Certo, dopo Osmed, invano Federanziani aveva chiesto un tavolo con le società scientifiche in Aifa. «L’Aifa è organo tecnico, di solito interviene con determine e qui lo ha fatto dopo aver evidenziato che una parte di prescrizione non si conciliava con le prove scientifiche a disposizione», dice Saffi Ettore Giustini referente area farmaco della Società di Medicina generale (Simg). E aggiunge: «Personalmente non trovo la nota fuori dalle righe; anzi contiene un diagramma che fa da parametro nell’indicare i livelli sierici di vitamina D sotto i quali prescrivere. Certo sulla stessa materia, i concetti dell’Associazione Medici Endocrinologi, esposti ad esempio nelle “pillole” della newsletter Vobis Magazine, sono ancor più fruibili, ma credo la nota potrà ben prestarsi a una puntualizzazione delle società scientifiche e degli esperti di area metabolica. Di certo oggi è un aiuto per un medico di famiglia che a fronte di una prescrizione non del tutto appropriata indotta da un collega specialista voglia ragionare con mentalità “evidence based”».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

30 Ottobre 2019, 17:45

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