La chiusura dei punti di primo intervento : le distrazioni della Conferenza provinciale dei Sindaci sulla sanità – Intanto l’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato rivela di aver chiesto al Ministro Grillo una proroga di un anno per assumere gli adempimenti che, previsti dal decreto 70 del 2015, prevedono entro la fine del 2018 la chiusura dei PPI

Data:
16 Settembre 2018

L’articolo comparso ieri su “Il Messaggero” ci ricorda ancora una volta che la chiusura dei PPI fu accettata da una Conferenza dei Sindaci della provincia sulla sanità:

https://www.ordinemedicilatina.it/wp-content/uploads/2018/09/Punti-di-primo-intervento-Regione-verso-la-proroga.pdf

In effetti, chi ha avuto il tempo di assistere in questi anni alle rare assemblee convocate dai Sindaci del comune capoluogo ha potuto constatare con quale distrazione e noncuranza i presenti hanno partecipato ai lavori salvo assistere a frequenti interventi, caratterizzati spesso da inutile sfoggio declamatorio,  a difesa del “particolare” territorio rappresentato.

Anche nel caso della questione PPI, si è assistito a singole iniziative dei Sindaci dei comuni sedi di PPI, a volte assunte solo a seguito delle pressioni esercitate da iniziative popolari, che puntano al salvataggio del proprio PPI confidando forse in un successo legato a “canali” politici regionali senza rendersi conto del complessivo quadro sanitario della provincia.

E’ per questi motivi che questo Ordine da sempre sollecita il Sindaco del Comune capoluogo a convocare la Conferenza per consentire un confronto tra i cittadini rappresentati dai loro Sindaci e i Dirigenti della ASL Latina  che dovrebbero illustrare quali soluzioni proporre, dopo avere attentamente studiato, per garantire la migliore assistenza possibile e, avuto il consenso, sostenerle a livello tecnico in sede regionale con il supporto politico dei sindaci e dei consiglieri regionali.

Il Presidente

Giovanni Maria Righetti

LA POSIZIONE DELL’ORDINE

L’Ordine dei Medici ha sempre sostenuto la necessità di riflettere per tempo sulle possibili conseguenze negative derivanti dalla chiusura dei sette Punti di Primo Intervento (PPI) della nostra Provincia in assenza di una valida alternativa.

Ormai, tutti i consigli comunali dei territori dove sono insediati i PPI si sono espressi in tal senso con motivazioni che l’Ordine condivide.

In questo caso non si tratta di “campanilismo”.

Si vuole applicare un modello di assistenza che forse potrebbe essere applicato con successo in una area metropolitana ma si resta perplessi e preoccupati sulle conseguenze se realizzato in un territorio quale quello della nostra provincia caratterizzato da diffusi insediamenti di popolazione distanti dai presidi ospedalieri e serviti da una non scorrevole rete viaria. Un territorio soggetto a elevato aumento di popolazione nella stagione estiva e da difficoltà di collegamenti nella stagione invernale.

Al di fuori di una generica ricognizione del numero degli interventi effettuati dai PPI effettuata peraltro in anni passati, circa 70.000 nell’intera provincia, nulla di più si conosce sulle  peculiari attività di ciascun PPI: il codice di urgenza registrato all’ingresso, gli esiti degli interventi, l’entità del personale sanitario impiegato, l’esistenza o meno dell’inserimento nella rete informatica del sistema urgenza – emergenza, ecc.

Non siamo a conoscenza del modello alternativo di assistenza in caso di chiusura dei PPI, non siamo a conoscenza di una analisi delle conseguenze sulle attività dei Dipartimenti di emergenza urgenza dei presidi ospedalieri di Latine e Formia e dell’ARES 118.

Non appena la ASL sarà in grado di fornire tali informazioni, l’Ordine ritiene che debbano essere messe a disposizione dei Sindaci nella sede naturale dove poter pronunciarsi collegialmente e cioè la Conferenza provinciale sulla Sanità.

Intanto l’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato rivela di aver chiesto al Ministro Grillo una proroga di un anno per assumere gli adempimenti che, previsti dal decreto 70 del 2015, prevedo-no entro la fine del 2018 la chiusura dei Punti di primo intervento. “La Regione Lazio è impegnata nel potenziamento della rete dei servizi territoriali e – osserva l’assessore D’Amato – abbiamo bisogno di tempi compatibili.”

Ultimo aggiornamento

17 Settembre 2018, 04:53

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