IL PARLAR CHIARO E’ PER I VERI AMICI, ANCHE IN…CARDIOLOGIA

Data:
2 Settembre 2012


(nota del Presidente Giovanni Maria Righetti: sono sicuro che, per mero refuso, non siano stati menzionati il Dott. Biagio De Pasquale, per moltissimi anni Primario della Divisione di Cardiologia con annessa UTIC , la Dott.ssa Francesca Gerace, collaboratrice del Dott. Bossa nel Servizio Di Cardiologia, e il Dott. Luigi Farina componente dell’équipe della Divisione di Cardiologia)

"Gli avvenimenti scorrono sempre più rapidamente, secondo le leggi della relatività, per gli anziani e così, almeno in parte, si spiega la fretta che mi spinge a lasciare agli altri traccia di avvenimenti che potrebbero avere qualche interesse nella storia cittadina.
A scanso di distorsioni, per posizioni ideologiche, simpatie personali, giudizi non obbiettivi, ho voluto seguire il percorso storico, come è nel ricordo e come posso ricostruirlo dai documenti accessibili.
Per questo ho salutato, di volta in volta l’uscita dalla scena della cardiologia ospedaliera dei vari protagonisti, rifacendomi rigorosamente non solo ai ricordi, ma soprattutto ai documenti ufficiali relativi ai primi momenti della nostra specialità in ospedale.
Come già detto, con il dott. Ciarla, si chiude la schiera dei componenti dell’organico del primissimo nucleo del Servizio e poi dell’annessa Sezione di ricovero.
Non ho ricordato chi stette con noi poco tempo, ma di alcuni mi piace fare menzione, perché poi assurti a posizioni di grande prestigio nella Cardiologia italiana e anche internazionale.
A esempio, il giovanissimo Massimo Santini, che, già allora, dimostrava di essere avviato a un grande avvenire, in una materia che a me sta molto a cuore, quale l’aritmologia.
La sua scuola era quella sancamilliana del prof. Puddu e questo lo rendeva un po’ altezzoso, ritenendoci tutti meno provveduti in questa materia.
Si rese poi conto che tra noi c’era anche qualcuno già “più”veterano di altre scuole, come la mia di Firenze, quando si trovò di fronte a diagnosi un po’ inaspettate, che ci consentirono allora di avviare all’impianto dei primissimi pace-makers, di cui ancora sopravvivono alcuni pazienti o i loro stretti congiunti, compresi anche parecchi medici.
In quel particolare momento, Santini e Maestà, che venivano da Roma, Ciarla da Bologna diffusero queste nuove metodiche salva-vita, che avevano perfezionato grazie all’insegnamento veramente prezioso del collega di chirurgia cardiovascolare di Roma, Giorgio Rabbitti.
Chiuso questo primo capitolo, bisogna ricordare che tutto quello che era stato fatto era solo il seme di una specialità, che come tutta la medicina, cambiava volto con incalzante rapidità.
Fu di grandissima importanza l’innesto immediato di altri, più giovani colleghi, che dettero all’organico la consistenza necessaria per il successivo e immediato passo in avanti, costituito dalla creazione della prima UTIC (unità di terapia intensiva coronarica) di tutto il Lazio, esclusa ovviamente Roma.
Sono anche loro ben noti a tutti per l’apporto prezioso che hanno dato per quasi quarant’anni. Davoli lasciò la Divisione di Medicina Generale di Zaccagnini, Gelfo venne dalla Università Cattolica, Micoli dalla nostra stessa Città e sono stati con noi fino ad ora.
Per molto tempo abbiamo avuto nelle nostre file cardiologi come Carbone, Cavalli, Messina, Modica, Righetti divenuto poi Presidente dell’Ordine dei Medici, Romei e qualche altro di cui mi sfugge ora il nome.
Questa schiera ha ancora qualche rappresentante in piena attività, come Acquaviva e Venditti, che si affiancano a quelli che rappresentano ormai il futuro della nostra cardiologia ospedaliera, quali Edoardo Pucci e la sua squadra, Stipo, Coletta, Di Rosa, Savocchi , che ci lasciano sereni per l’avvenire di questa creatura, che tutti sentiamo nostra e della intera comunità.
Chiudo (e ti pareva) con il solito ritornello.
La cardiologia di Latina non si sentirà veramente appagata se non quando potrà completare il suo ciclo strutturale e funzionale con la cardiochirurgia, di cui abbiamo già avuto tra noi un antesignano, il Prof. Federico Bizzarri, su cui ho appena scritto un impegnativo intervento.
Ricordo qui che quest’anno ricorre il cinquantenario dell’arrivo del primo cardiologo stanziale a Latina, essendo io sbarcato alla nostra stazione nella radiosa mattina del 14 settembre 1962.
Questa data importante si celebra al meglio con una ripresa dell’attività cardiochirurgica, che faccia tesoro degli errori finora commessi e contribuisca alla guarigione rapida di tanti nostri concittadini.
L’invocazione investe anche e soprattutto il nostro Magnifico Rettore a cui dico: io tifo per Lei."

Ultimo aggiornamento

2 Settembre 2012, 08:07

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