Il caso in Uk: commissione chiede conto per 18 scatole di antibiotici in un anno (da DocorNews33 del 15 settembre 2015)

Data:
15 Settembre 2015

Antibiotici da prescrivere con giudizio nel Regno Unito, ma non perché i soldi del servizio sanitario sono contati. Marco Nardelli “general practitioner” di origine italiana, trapiantato a Londra in un ambulatorio di Medicina di Famiglia da due anni, in un post su un blog scrive: «Storie di appropriatezza in UK. Settimana prossima mi vedo con la “commissione antibiotici”, proprio io che ne do pochi di mio. Mi chiedono come mai ho prescritto diciotto scatole di Augmentin in un anno (il mio ambulatorio è di 5500 pazienti) quando potevo dare amoxicillina senza clavulanato». In Italia dunque stiamo ancora bene, visto che nessuno fa le pulci sulla differenza di prezzo, che equivale a circa 2 euro a confezione? «Non è una questione economica ma di mera appropriatezza -precisa Nardelli – alle autorità britanniche è molto presente il problema delle resistenze agli antibiotici destinate a svilupparsi quanto più utilizzeremo questi medicinali e impiegheremo molecole a largo raggio. In Uk l’augmentin è utilizzato solo in situazioni complesse. Per le infezioni delle vie respiratorie in prima battuta c’è l’amoxicillina o la doxiciclina. Per le tonsilliti si va su altri antibiotici e nel bambino non si bada a spese poiché si prescrive la fenoximetilpenicillina sciroppo (una scatola è 21 sterline)». In realtà l’indicazione funziona sotto il profilo clinico. «Gli stessi pazienti italiani a Londra da me trattati con le linee guida Uk, ma provenienti dal contesto italiano dove si usa augmentin e non amoxicillina, guariscono, non tornano in studio per nuovi trattamenti». E si risparmia: non soldi ma la “verginità” del sistema immunitario. «Le commissioni per l’appropriatezza, formate da esperti e general practitioners, non hanno intento punitivo e matrice amministrativa, ma sono di “audit”, formative», spiega Nardelli. «I clinical commissioning group, equivalenti delle nostre Asl sotto il profilo dell’acquisto di prestazioni, vogliono sapere se facciamo medicina difensiva, che cosa prescriviamo e come. L’obiettivo fissato dai National Institute for Health and Care Excellence (Nice) è ridurre la prescrizione di antibiotici che se usati male al momento di essere riutilizzati contro la loro vera patologia “target” non riescono più a fronteggiarla perché il ceppo batterico ha sviluppato resistenza». «Naturalmente il governo conservatore è sempre più attento ai costi», dice Francesco Carelli membro del Royal College of General Practitioners. «Adesso si risparmia dove ci “sarebbe” l’evidenza di maggior spesa, non importa se in termini di sterline o di centesimi, e i medici possono poco, malgrado la categoria sia unita come non è in Italia. Beninteso, da noi stanno per arrivare linee guida sull’appropriatezza degli esami che non si limitano solo a Tac e Rmn ma non consentiranno di fruire a malati “rari” (esempio, sarcoidosi e patologie reumatologiche) di diagnosi differenziali con importanti markers tumorali». Nardelli conferma che c’è una stretta in Uk, ma sottolinea che sul territorio il risparmio si traduce più che altro nei minori stanziamenti del National Health Service per il budget degli ambulatori di Medicina Generale. «Qui l’ambulatorio di Medicina Generale, risolve tutto; fa prelievi, dà risposte a qualsiasi bisogno. La sicurezza dei pazienti è garantita da una forte informatizzazione dei dati clinici. Ogni esame del sangue, test o consulto specialistico arriva telematicamente dalle strutture eroganti alla cartella clinica elettronica del Medico di Medicina Generale e non viene mai perso evitando costose inutili ripetizioni di esami già fatti».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

15 Settembre 2015, 08:10

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