GB: Medici contro il governo, ancora sciopero negli ospedali per la prima volta le emergenze (da ANSA 26 aprile 2016 e da L’ItaloEuropeo del 27 aprile 2016)

Data:
29 Aprile 2016

(da Londra, Italia)

I ‘Junior Doctors’, a dispetto del nome non sono soltanto i neo-dottori. Con questo termine ingannevole si intendono infatti tutti i medici che non hanno ancora completato il percorso di specializzazione per diventare Consultant o GP. Un periodo che va dai cinque ai sette/otto anni dal conseguimento della laurea, e che prevede tirocini diversificati a seconda delle strade che si intende intraprendere.  Parliamo quindi di una componente fondamentale della sanità pubblica del Regno Unito.

Sono ben 55mila i Junior Doctors in Inghilterra. Di questi, circa 37mila (il 67%) sono iscritti alla BMA (British Medical Association) il sindacato di categoria dei medici, che ha organizzato lo sciopero.  Alla base della protesta, la volontà del Governo di modificare i loro orari di lavoro (e le relative retribuzioni) in un modo che i medici considerano inaccettabile.

Oggi, la maggior parte dei Junior Doctors lavora piú dell’orario normale, fino a 60/70 ore a settimana, con una retribuzione differenziata a seconda dell’orario: salario base dalle 7 alle 19 dal lunedì al venerdi, e salario extra (120-200%) per le ore serali dopo le 19 e tutte quelle del fine settimana. Ore per le quali è stato coniato il termine ‘unsociable hours‘.

Con la riforma proposta da Jeremy Hunt, Segretario di Stato per la Salute, il normale orario di lavoro verrebbe esteso fino alle 22 dal lunedì al venerdì e dalle 7 alle 19 del sabato. Lavorare di sera tardi, o nella giornata di sabato, varrebbe quindi quanto lavorare in una normata giornata feriale. L’aumento della retribuzione proposto dal Governo (+11%) non riuscirebbe, secondo la BMA, a compensare la perdita di guadagno legata alla riduzione del numero di unsociable hours con il nuovo orario (-25%).

La vertenza riguarda anche altri elementi (come la decisione del Governo di legare gli aumenti di stipendio non piú all’anzianità lavorativa ma a specifici livelli di formazione), ma in discussione ci sono soprattutto i ritmi di lavoro e il work/life balance dei giovani medici.  Il Governo vuole una maggiore produttività, i medici vogliono evitare di lavorare con turni lunghi ed estenuanti, evidenziando i conseguenti pericoli per la sicurezza dei pazienti.

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(ANSA) – LONDRA, 26 APR – Tornano i disagi negli ospedali inglesi dove da stamattina e per due giorni sono di nuovo in sciopero i cosiddetti junior doctors, i medici meno pagati, ma forse più indispensabili del sistema sanitario nazionale britannico (Nhs), impegnati da mesi in un durissimo braccio di ferro col governo conservatore di David Cameron sul contratto. Per la prima volta l’astensione dal lavoro riguarderà anche i servizi d’emergenza non vitali, sull’onda d’uno scontro sempre più rovente con il ministro della Sanità, il ‘falcò Jeremy Hunt, deciso ad applicare ora d’autorità un contratto respinto dalla categoria. Gli scioperi a ripetizione mirano a imporre al governo di tornare al tavolo negoziale, ma Hunt finora resiste e accusa i medici di mettere a repentaglio «la vita dei pazienti». Un ultimo sondaggio ripreso dalla Bbc conferma tuttavia che – malgrado i disagi e l’inedito allargamento della protesta alle emergenze – la maggioranza della gente (il 57%) è con gli junior doctors.

https://www.youtube.com/watch?v=IrGh8_5JRK8&feature=player_embedded

Sciopero dei Junior Doctors del NHS Il governo trema

London- Si concluderà oggi alle 17 pm il più grande sciopero della storia del National Health Service: l’ «all-out strike» indetto dai Junior Doctors del NHS. Aiutati dai loro colleghi consultant (in italia diremmo strutturati) e supportati da numerosi politici dell’opposizione – tra cui il sempre più popolare leader laburista Jeremy Corbin – i Junior Doctors stanno guadagnando ampia risonanza mediatica e gettando luce sullo stato di difficoltà in cui versa l’NHS.

Il punto. All’origine della drastica decisione presa dai JD vi è la riforma del governo – e in particolare dall’Health Secretary Jeremy Hunt – di modificare unilateralmente il contratto dei Junior Doctors per garantire un «vero NHS sette giorno su sette». Ovvero: adducendo come pretesto la maggiore mortalità ospedaliera registrata nei week-end, Hunt ha deciso di aumentare le ore (ma non le paghe) in cui i Junior Doctors devono essere disponibili per coprire turni nel week-end.

In sostanza, i Junior Doctors sarebbero costretti a lavorare per più ore e senza un adeguamento salariale. Secondo il Governo questo sarebbe il miglior modo di garantire un servizio «sette giorni su sette».

Secondo i Junior Doctors – e tutti coloro che li supportano – questa decisione è ingiusta non solo perché è stata presa unilateralmente dal governo senza alcuno spazio di dialogo con i medici, ma anche perché comporterà una diminuzione netta dei salari dei JD (intorno al 30%) e – soprattutto – perché non è fatta nell’interesse generale del sistema sanitario nazionale. «Tired doctors make mistakes» è uno degli slogan branditi dai manifestanti. «Not Fair, Not Safe» sintetizza ancora più icasticamente le ragioni della grande protesta di questi giorni. Le previsioni.

Con un governo schierato su posizioni di risoluta fermezza nelle proprie decisioni, è difficile prevedere se lo sciopero riuscirà a bloccare la implementazione della riforma dei contratti. La mobilitazione, però, sta coinvolgendo la maggioranza dei Junior Doctors, la cui azione di protesta ha trovato la netta solidarietà dei Consultant Doctors. Con una decisione che non ha precedenti nella storia del NHS, infatti, lo sciopero ha coinvolto, per la prima volta, anche l’«emergency care», che è stata coperta dal lavoro dei consultants. Nella stampa c’è chi paragona gli scioperi di oggi a quelli dei minatori in era thatcheriana.

Hunt ha già smentito un’ipotesi del genere, ma il nervosismo aumenta e quel che è certo è che se il governo non si aprirà al dialogo le proteste continueranno. E come recitano gli slogan dei manifestanti: «The NHS will last as long as there are folks left with the faith to fight for it».

Ultimo aggiornamento

29 Aprile 2016, 12:42

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