Formia, gli ex Sorriso sul mare scrivono a Procura e Prefetto. Qualcuno minaccia il suicidio

Data:
26 Ottobre 2014

www.h24notizie.it La situazione precipita. Minacce di suicidio, esposti alla procura e richieste di aiuto al Prefetto di Latina. I 35 ex dipendenti della clinica Sorriso sul mare di Formia sono alle ultime forze, quelle che gli sono rimaste per fare qualcosa per sopravvivere. Da oltre un anno infatti non percepiscono nè lo stipendio e nè gli ammortizzatori sociali e per alcuni di loro si tratta di sopravvivere in contesti familiari in cui lo stipendio perduto era l’unica fonte di entrata e ora si trovano con figli e moglie a carico e senza reddito. L’ultimo incontro disperato in ordine di tempo ha visto coinvolto il presidente del Consiglio comunale di Formia Maurizio Tallerini, che ha promesso di fare qualcosa.

Un buco nell’acqua secondo gli ex lavoratori, l’ennesimo, incassato come un pugno nello stomaco da una politica totalmente assente quanto capace di fare promesse per poi disattenderle.E Tallerini arriva solo ultimo in ordine di tempo, perchè prima di lui le bugie sono arrivate dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dal sindaco di Formia Sandro Bartolomeo e dall’assessore comunale al turismo del Comune di Formia Eleonora Zangrillo. Ma non è solo la politica la responsabile di questa tragedia umana, che ha portato alle soglie della disperazione intere famiglie ormai sull’orlo di una vera e propria crisi di nervi. Solo alcuni giorni a tal proposito risalgono le dichiarazioni disperate di una donna pronta al suicidio e accanto alla quale non mancano mai i propri compagni di sventura.

Gli stessi che oggi, come detto, sono sul piede di guerra in particolar modo contro i sindacati confederati,non solo incapaci a loro dire di tutelare il loro posto di lavoro, ma peggio ancora “autori in complicità con la proprietà dei 35 licenziamenti”. Per quali ragioni vogliono saperlo anche loro, e lo chiederanno per questo motivo alla Procura con un’apposita denuncia. Un fatto in particolare li insospettisce: perchè se i posti letto sono passati da 60 a 90 non c’è stato bisogno di altro personale, per il quale nel frattempo non è stata chiesta nemmeno la cassaintegrazione? Dubbi sui quali si interrogano, e per i quali ora vogliono chiarezza, oltre che una soluzione alla propria disoccupazione ovviamente.

Ultimo aggiornamento

26 Ottobre 2014, 07:30

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