FACCIAMO IL PUNTO: MOLTE COSE CONTINUANO A NON QUADRARE NELLA ASL LATINA PER IL PERSONALE MEDICO IMPIEGATO NEI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO (PPI) E NEI PRONTI SOCCORSI OSPEDALIERI

Data:
12 Gennaio 2019

L’Ordine dei Medici di Latina ha già avuto modo di intervenire segnalando alcune criticità sul sistema dell’emergenza urgenza della nostra provincia sia con alcune news, sia con note inviate all’attenzione della Direzione della ASL Latina, sia consegnando ai Sindaci della Conferenza sulla Sanità della Provincia un documento sui PPI da loro fatto proprio.

>>>   osservazioni dell’OOMM del 12.11.18 ver 2.2 (1)

E’ il momento di trattare di nuovo la materia soprattutto per quanto riguarda l’impiego del personale medico  nei PPI e nei pronti soccorsi degli ospedali.

Una recente indagine condotta dell’Ordine ha evidenziato che circa 28 medici impiegati nei PPI sono medici inseriti nella graduatoria regionale di continuità assistenziale (ex guardia medica) :

>>>   Situazione PPI

Ammontano addirittura a 38 i medici di continuità assistenziale ai quali è stato conferito dalla ASL un incarico temporaneo di sei mesi per il periodo giugno – dicembre 2018. La relativa delibera elenca in maniera dettagliata i nominativi dei medici incaricati e la loro assegnazione ai vari PPI:

>>>  25410

Per di più, risulta all’Ordine che alcuni di questi colleghi sono pressantemente inviatati ad operare nei PPI  in regime di straordinario che non viene regolarmente retribuito, al di fuori della vigente normativa contrattuale

L’Ordine è anche a conoscenza che nel passato, e forse anche attualmente, anche i Pronti Soccorsi ospedalieri di Fondi e Terracina ricorrono all’opera dei medici di continuità assistenziale per la copertura dei turni.

Peraltro, questa ultima anomalia non avrebbe motivo di esistere in quanto la ASL ha a disposizione la graduatoria di un avviso pubblico predisposto proprio per attingere a dirigenti medici della disciplina di medicina e chirurgia d’urgenza specificatamente per il presidio ospedaliero di Terracina – Fondi (delibera n. 615 del 13 luglio 2018). Invece, il primo medico assunto con questa graduatoria è stato dirottato al PPI di Priverno mentre il secondo (delibera dell’8 gennaio 2019  >>>  27789  <<<) è stato assegnato all’Ospedale S.M.Goretti.

L ’Ordine ha già denunciato il fatto che presso i PPI (attualmente inquadrati nei dipartimenti di emergenza – urgenza ma che in un prossimo futuro potrebbero essere inquadrati in presidi territoriali così come previsto dalla ASL) e presso alcuni pronto soccorso ospedalieri della nostra provincia svolgano servizio colleghi delle cure primarie medici della Continuità Assistenziale (ex guardia medica) non in possesso del titolo specifico. Non si tratta qui di verificare se tra i colleghi della ex guardia medica siano presenti competenze anche ragguardevoli nel campo della emergenza/urgenza, ma è obbligo dell’Ordine segnalare i rischi anche di carattere penale nei quali possono incorrere gli operatori sanitari adibiti a servizi per i quali non possiedono una specifica idoneità, rischi ampiamente condivisi con chi a quei servizi li avesse incautamente adibiti. Il fatto che i medici di Continuità Assistenziale non possano esimersi dall’intervenire in casi inquadrabili nella emergenza/urgenza per evitare l’omissione di soccorso non ha fondamento giuridico mentre ha fondamento giuridico e riflessi penali, il fatto che siano stati adibiti ad una attività per la quale, in base alle norme contrattuali vigenti, non hanno titolo.

L’Ordine ha anche suggerito alla ASL Latina una “corretta” soluzione del problema e cioè quella di attingere, nell’assegnare gli incarichi a tempo determinato, alla graduatoria del settore della medicina generale denominato “Emergenza sanitaria territoriale”. Nella graduatoria recentemente pubblicata valevole per il  2019 ( >>>   Bollettino 104 Supplemento 2 <<< ) sono presenti ben 777 aspiranti medici con i necessari requisiti per lavorare nei PPI.

Non sembra superfluo, anche a fini delle responsabilità penali e civili e deontologiche, che l’Ordine ricordi ai Colleghi di continuità assistenziale operanti nei PPI e ai Dirigenti della ASL  a vario livello coinvolti, ricordare qual sono le

DIFFERENZE DEI COMPITI TRA MEDICI DELLA CONTINUITA’ ASSISTENZiALE (EX GUARDIA MEDICA) E MEDICI DELLA EMERGENZA TERRITORIALE.

I medici di continuità assistenziale (ex-guardia medica) assicurano l’assistenza medica primaria notturna, prefestiva e festiva per le prestazioni “non differibili” per le quali gli utenti non possono aspettare l’apertura diurna feriale degli ambulatori di medicina generale o di pediatria di libera scelta. Il servizio di continuità assistenziale è integrativo e non sostitutivo del sistema di emergenza sanitaria nazionale del 118 che deve avere un’autonomia organizzativa ai sensi del DPR 27 marzo 1992. I compiti del medico di continuità assistenziale sono definiti dall’art.67 dell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) per la medicina generale del 29 luglio 2009 (www.sisac.info ):

 Effettuare visite domiciliari non differibili

 Effettuare visite ambulatoriali non differibili

 Prescrivere farmaci indicati per terapie non differibili o necessari alla prosecuzione della terapia la cui interruzione potrebbe causare un aggravamento

 Rilasciare “tutte le certificazioni obbligatorie” (comma 16), quindi di malattia o infortunio, con una prognosi massima di tre giorni

 Proporre i necessari ricoveri in ospedale

 Effettuare le constatazioni di decesso (comma 16, lettera E). Il medico di continuità assistenziale quando necessario deve allertare direttamente il servizio di urgenza ed emergenza territoriale per l’intervento del caso. Quindi deve essere lui a chiamare il 118 e non delegare ai familiari dell’utente questo delicato compito.

I medici dell’emergenza sanitaria territoriale garantiscono l’attività del servizio che si esplica nell’arco delle 24 ore per interventi di primo soccorso, per attività di coordinamento operativo e risposta sanitaria nella Centrale Operativa 118, per interventi di soccorso in caso di maxi-emergenze o disastro e, a integrazione, nelle attività dei D.E.A./PS e aree afferenti con le collaborazioni di cui al comma 3, dell’articolo 95.

Il medico incaricato di emergenza sanitaria opera di norma nelle sottoelencate sedi di lavoro:

a. Centrali operative;

b. Postazioni fisse o mobili, di soccorso avanzato e punti di primo intervento; c. PS/D.E.A.

Nei prossimi giorni inviterò il Consiglio Direttivo ad assumere le opportune iniziative a tutti i livelli per ricondurre alla normalità quello che si considera una seria anomalia del sistema emergenza -urgenza della nostra provincia

Il Presidente

Giovanni Maria Righetti

Ultimo aggiornamento

12 Gennaio 2019, 18:12

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