Doxa: “21,2% donne si ritiene vittima di violenza ostetrica” (da DIRE del 27 aprile 2018)

Data:
27 Aprile 2018

(DIRE) Roma, 27 apr. – L’Organizzazione mondiale della Sanita’ ha sancito l’esistenza del fenomeno dell’abuso e della mancanza di rispetto durante l’assistenza al parto evidenziando come molte donne, in tutto il mondo, durante il parto in ospedale, facciano esperienza di trattamenti che violano il diritto ad un’assistenza sanitaria rispettosa, con conseguente minaccia del diritto alla vita, alla salute, all’integrita’ psicofisica e alla liberta’ da ogni forma di discriminazione.

Elena Skoko, fondatrice dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia (OVOItalia) afferma che “il fenomeno viene definito anche ‘violenza ostetrica’ (VO), un termine che descrive l’appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario durante la gravidanza, il parto e il post-parto. Nonostante la VO sia stata riferita da molte donne anche nel nostro paese in occasione della campagna social Basta tacere: le madri hanno voce”, lanciata nell’aprile 2016 su Facebook, che ha raccolto migliaia di testimonianze e decine di migliaia di interazioni dall’Italia e dal mondo, non vi sono stati, ad oggi, studi o ricerche su base nazionale in Italia”. L’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica (OVOItalia), iniziativa della Societa’ Civile, sorto al termine della campagna #Bastatacere, si e’ fatto carico di proseguire nella raccolta e sistematizzazione di dati, come auspicato dall’OMS.

Da oggi sono disponibili, nella letteratura scientifica internazionale, i risultati del primo sondaggio su campione nazionale sulla VO condotto in un paese ad alto reddito (Italia).”Il sondaggio e’ stato effettuato tramite un questionario” spiega Alessandra Battisti, avvocato e cofondatrice di OVOItalia “sviluppato sulla base delle linee guida e delle raccomandazioni OMS, con particolare riferimento alla raccolta dati “rights-sensitive”, ossia inquadrato nell’ottica della misurazione della percezione della violazione dei diritti fondamentali”. L’indagine e’ stata condotta dal Gruppo Doxa (azienda leader nazionale nel campo dei sondaggi demoscopici) con il questionario sviluppato da Alessandra Battisti, Elena Skoko, Claudia Ravaldi e Michela Cericco, in collaborazione con la stessa Doxa S.P.A. I primi risultati sono stati resi pubblici in una conferenza stampa a Roma, nel mese di settembre 2017.

“Stando alla ricerca Doxa,” spiega Claudia Ravaldi, psichiatra psicoterapeuta fondatrice della Associazione CiaoLapo Onlus, “si stima che ci siano circa 1 milione di mamme italiane, con figli 0-14 anni, che avrebbero vissuto un’esperienza di violenza ostetrica durante il parto o il travaglio, due momenti delicati e complessi in cui l’assistenza medico sanitaria ha un ruolo fondamentale per il benessere sia della neomamma che del nascituro”. “I dati rinvenuti” continua Skoko “dimostrano che la VO e’ una questione di rilievo non soltanto in paesi a basso reddito, ma dovrebbe essere approfondita anche nei paesi ad alto reddito, dato che sottopone le donne ad un importante carico di stress, influisce significativamente sulla salute fisica e mentale materna, induce le donne a evitare le strutture ospedaliere adibite al parto e addirittura mette a rischio la loro volonta’ di affrontare nuove gravidanze”.

Specifica Ravaldi, “i risultati di questa nuova analisi, pubblicata oggi sullo European Journal of Obstetrics and Gynecology, dimostrano che tra tutte le procedure cui le donne sono sottoposte durante il travaglio e il parto, ce ne sono alcune fortemente correlate alla percezione di un abuso o mancanza di rispetto”. Tra queste le piu’ importanti sono: essere sottoposte a procedure mediche senza un’esplicita richiesta di consenso, partorire sdraiate sulla schiena con le gambe sulle staffe, l’esecuzione di episiotomia senza un esplicito consenso e soprattutto la mancanza di un’efficace anestesia durante il parto cesareo.

“Il questionario da noi elaborato ha indagato anche la tipologia di assistenza erogata nell’immediato dopo parto”, aggiunge Michela Cericco, fondatrice e presidente dell’associazione di volontariato La Goccia Magica, precisando che “il 27% delle madri lamenta una carenza di sostegno e di informazioni sull’avvio dell’allattamento. La pratica, piuttosto diffusa in Italia, dell’immediata separazione del figlio dalla madre e la mancanza di sostegno, rende difficile, se non impossibile, alle madri di realizzare il personale progetto di allattamento”.

“Puo’ essere rilevata pero’ anche una nota positiva” conclude Ravaldi “infatti la nostra ricerca mostra che le donne a cui erano state date informazioni esaurienti ed a cui era stato esplicitamente richiesto il consenso prima degli atti medici cui sono state sottoposte hanno minore probabilita’ di sentirsi vittima di VO (quasi il 60% in meno), cosi’ come quelle sottoposte a cesarei programmati per motivi medici o d’urgenza. Questi dati confermano l’ipotesi che se le donne venissero attivamente coinvolte ed informate nei processi decisionali e assistenziali, il fenomeno della VO potrebbe essere prevenuto ed eliminato”.

Ultimo aggiornamento

27 Aprile 2018, 19:44

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