Ddl concorrenza. Andi chiede ad Associazioni consumatori di sostenere emendamenti su società odontoiatriche. “Sono a tutela dei pazienti” (da quotidianosanita.it del 4 febbraio 2016)

Data:
6 Febbraio 2016

Il presidente del sindacato dei dentisti chiede il sostegno dei consumatori. “Gli emendamenti che alcuni Senatori hanno predisposto raccogliendo il nostro grido d’allarme lanciato il 18 novembre durate l’audizione alla Commissione Industria del Senato, cercano solamente di regolamentare un settore, oggi, non regolamentato. Regole che dovrebbero essere approvate per meglio tutelare i pazienti italiani”.

04 FEB – L’Associazione sindacale degli odontoiatri italiani Andi chiede un “sostegno alle Associazioni consumatori verso la battaglia che punta ad estendere i diritti dei pazienti che si rivolgono ai dentisti liberi professionisti anche a quelli che scelgono le “Catene odontoiatriche” organizzate in società di capitale”.

Con una nota inviata a tutte le associazioni dei consumatori il Presidente ANDI Gianfranco Prada ricorda come in questi giorni la stampa “ha lanciato allarmi sui possibili rischi per le libertà di concorrenza derivanti dalla, auspicabile dal nostro punto di vista, approvazione degli emendamenti che puntano a regolamentare le Società di capitale nel campo odontoiatrico inserendo nel Consiglio di amministrazione la presenza di odontoiatri iscritti all’Albo”.

“Allarmi che se non nascono da “suggerimenti” degli uffici marketing delle “Catene” che investono ingenti somme in pubblicità –scrive Prada- sono dovute alla poca conoscenza del settore odontoiatrico”.

“Gli emendamenti –continua- che alcuni Senatori hanno predisposto raccogliendo il nostro grido d’allarme lanciato il 18 novembre durate l’audizione alla Commissione Industria del Senato, cercano solamente di regolamentare un settore, oggi, non regolamentato. Regole che dovrebbero essere approvate per meglio tutelare i pazienti italiani”.

Regole che la maggior parte dei dentisti italiani devono rispettare mentre le società di capitale no.

Ecco alcuni esempi forniti dall’Andi:

·      Caso danno.In caso di danno se il paziente si è rivolto ad uno studio professionale gestito da un dentista iscritto all’albo può ottenere il risarcimento di quanto subito anche 10 anni dopo che questo ha chiuso lo studio. Il professionista, o i suoi eredi, risponde con il suo patrimonio personale.
In caso di chiusura della società proprietaria del Centro odontoiatrico, come già successo, i pazienti vengono lasciati con le cure da terminare ed, in caso di contenzioso, la società risponde solamente per il capitale sociale versato, spesso poche migliaia di euro.
Caso su questione pubblicitaria.Il dentista tradizionale deve rispettare le regole imposte e sottostare alla vigilanza affidata per legge all’Ordine professionale. Le società invece agiscono diversamente potendo pubblicizzare il marchio cioè il brand. Tipico esempio è quello delle tariffe indicate nei messaggi pubblicitari per “prestazioni civetta” o degli sconti praticati definiti “miracolosi”. Contro queste pubblicità ingannevoli nessuno può opporsi

Queste, alcune problematiche che potrebbero essere risolte tramite l’emendamento sulle società odontoiatriche:
1.     L’inserimento di figure odontoiatriche nei CdA garantirebbe politiche societarie più attente alla sicurezza del paziente
2.     L’Ordine avrebbe la possibilità di esercitare le misure di controllo segnalando, eventualmente, abusi alle autorità preposte.
3.     Aumenterà il livello di sicurezza dei pazienti attraverso la presenza obbligatoria della figura del direttore sanitario che sarà un regolare dentista e le logiche commerciali, che ora attraverso gli addetti al marketing o al commerciale, condizionano i piani di trattamento, non potranno più esplicarsi.
4.     La presente disposizione non è lesiva della concorrenza poiché non inserisce limiti numerici o criteri territoriali e non è retroattiva.
5.     Il ruolo dell’Ordine aiuterà a capire l’eventuale presenza di capitali di dubbia provenienza aiutando, in questo ruolo, la magistratura italiana.

Infine c’è poi l’emendamento sull’esercizio abusivo della professione.

“Gli emendamenti presentati  – evidenziano i dentisti – servono per dare regole certe e chiare che tutelino i pazienti da truffe e terapie che puntano al profitto ed a logiche commerciali e non alla cura. Li tutelino in caso di chiusura dei centri, in caso di cure mal eseguite. Tutela che si può ottenere solo permettendo all’organismo deputato a questo, l’Ordine professionale, di compiere il proprio potere di controllo e di sanzione anche in quelle strutture, le società di capitale, in cui oggi non ha potere.  Gli emendamenti proposti non fanno altro che estendere le tutele che i cittadini oggi hanno rivolgendosi per le cure ad un dentista libero professionista, anche ai pazienti che scelgono di farsi curare in una clinica odontoiatrica organizzata come società di capitale”.

Proprio per perseguire questo obiettivo, tutelare i cittadini, Prada chiede alle Associazioni dei Consumatori di “sostenere questi emendamenti che certamente possono essere migliorati mantenendo, però, fermo il principio che li hanno ispirati: fare in modo che i pazienti, sia che si rivolgano ad un dentista tradizionale oppure ad una centro odontoiatrico, abbiano le stesse garanzie, siano tutelati allo stesso modo, abbiano gli stessi diritti”.

Ultimo aggiornamento

6 Febbraio 2016, 11:07

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