“Curare i malati non e’ lecito, lapidare i medici si”

Data:
19 Giugno 2011


Nonostante le continue richieste di Amami, l’atto del medico continua a non essere definito e disciplinato dalla Legge italiana e, in virtu’ di questa mancanza, dettano legge le varie sentenze.

Da tempo e’ stato stabilito dalla Cassazione (Iª sez. civ n°21748 del 6.10.2007) che l’intervento medico, anche quando eseguito nell’interesse del paziente, e’ sicuramente illecito, se il sanitario non riuscirà a dimostrare di essere stato esplicitamente autorizzato a compierlo.

Per questo vuoto legislativo, che considera ancora l’atto chirurgico come sostanzialmente illecito, i medici italiani vengono inquisiti per lesioni e omicidi colposi e devono confrontarsi con il processo penale a differenza dei colleghi di tutto il resto del mondo.

Come può un professionista intervenire con la necessaria tranquillità, avendo a cuore solo la salute del paziente, senza avere il costante pensiero di essere poi oggetto di processi civili, penali e mediatici?

AMAMI stima che i medici italiani ormai abbiano un record poco invidiabile: trascorrono ¼ della propria esistenza lavorativa a districarsi tra le carte processuali.

L’attuale clima di caccia alle streghe e di lapidazione mediatica, legittima quelli che sentendosi vittime della malasanità, pensano di potersi far giustizia da soli, pubblicando foto, nomi e cognomi dei medici che ritengono colpevoli di reati contro la propria famiglia.

Infamandoli, etichettandoli nei modi più violenti e arrivando a mostrare foto di persone che imbracciano il fucile.

Infatti da qualche tempo in rete, come se non bastassero i siti delle associazioni che prospettano risarcimenti milionari ai pazienti che decidono di fare causa ai medici, si diffondono anche siti che istigano persone alla vendetta, e non alla giustizia, prima ancora che la Magistratura si pronunci.

"Come padre e come medico, posso immaginare il dolore di chi perde il proprio figlio ed il solo pensiero è straziante.

Ma capisco anche cosa possano provare i sanitari coinvolti in questi drammi e che per giunta si vedono linciati su facebook, ancor prima che siano accertate le loro responsabilità” afferma Maggiorotti riferendosi al sito che ha pubblicato la foto del medico etichettato come il dott. morte “ si è passato il limite e adesso un colpevole c’è sicuramente.

Che la magistratura indaghi e che paghi chiunque abbia sbagliato, sia esso il medico o chi vuole vendicarsi.

” In questi giorni si parla nuovamente dell’aumento dei parti cesarei, di un eccessiva prescrizione di esami clinici e di comportamenti di c.d. “medicina difensiva” che arrivano fino al rifiuto di intervenire su pazienti a rischio…vogliamo stupirci?

Amami ha da tempo le soluzioni, basta ascoltarle.

Ultimo aggiornamento

19 Giugno 2011, 07:32

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