“Crimini bianchi”: a chi giova?

Data:
27 Settembre 2008


Ieri sera su Canale 5 è andata in onda la prima puntata del nuovo serial "Crimini bianchi". L’autore televisivo scambia l’errore medico (nessuna categoria analizza i propri possibili errori quanto i medici, lo facessero i magistrati!) con quelli che non sono altro che reati comuni. Negli Stati Uniti i medici possono essere antipatici ma sconfiggono sempre le malattie, da ER a Doctor House; i poliziotti invece spesso sono dipinti come incapaci e corrotti. Da noi al contrario, la polizia vince sempre e i medici commettono "crimini bianchi". A chi e a che cosa giova fomentare questo clima da caccia alle streghe? Pochi medici in realtà sono rinviati a giudizio, quasi tutti sono prosciolti in istruttoria; poi, oltre l’80% finisce assolto. E allora a chi giovano queste trasmissioni? Si dice che, nei successivi episodi, saranno messi in luce anche centri di eccellenza e medici “buoni e bravi”. Vedremo, ma intanto le organizzazioni mediche nazionali pensano di reagire, anche se le azioni legali portano pubblicità subito e danni troppo tardivi. L’Ordine di Firenze ha chiesto un intervento della Federazione Nazionale. Qualcuno, compresi quei politici che, a destra e a sinistra, decantano il sistema sanitario italiano, dovrebbe ricordarsi che gli ottimi risultati di cui ci si vanta nelle statistiche internazionali, si hanno soltanto perché ogni giorno decine di migliaia di medici operano al meglio delle loro possibilità in condizioni di lavoro troppo spesso insufficienti. Ringraziare il dottore non usa più, ma almeno rispettarlo sarebbe utile. Questo clima di continuo attacco alla professione crea nei medici una pericolosa disaffezione che danneggia i pazienti.

Ultimo aggiornamento

27 Settembre 2008, 12:42

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