Coronavirus, il Sud si prepara agli sviluppi dell’epidemia. Aziende sanitarie inadempienti nel mirino dei medici (da Doctor33 del 19 marzo 2020)

Data:
20 Marzo 2020

Asl da trascinare in tribunale se non verranno erogati i dispositivi di protezione ai medici di continuità assistenziale e del 118. Lo ventilano il presidente Fismu Maurizio Andreoli ed il leader del Fismu 118 in Sicilia Francesco Esposito al premier Giuseppe Conte e al ministro Roberto Speranza in un Sud che si prepara agli sviluppi dell’epidemia.
Malgrado diversi appelli “la gran parte dei medici di assistenza primaria e continuità assistenziale e 118 e specialistica ambulatoriale è sprovvista di adeguati e sufficienti mezzi di protezione individuale contro il rischio biologico da contagio. Parimenti non tutti i medici dei presidii ospedalieri sono adeguatamente forniti di adeguata protezione”.
Fismu sottolinea in particolare, “la criticità riguardante gli interventi domiciliari presso assistiti con sintomatologia sospetta per Covid 19” e chiede Dpi quantitativamente sufficienti, trattandosi di monouso e da sostituire quindi ad ogni accesso.

«L’eventuale contagio del medico rappresenta un grave pregiudizio non solo alla salute dello stesso, ma anche alla salute pubblica Appare poi incomprensibile come, pur avendo adottato il 14 marzo 2020 un dovuto, encomiabile e necessario protocollo a garanzia dei lavoratori e per la tutela della sicurezza nelle aziende, nulla sia stato fatto per garantire ai medici del territorio di continuare a lavorare con le stesse tutele e sicurezza».
La lettera arriva in una Sicilia dove nei nosocomi l’atmosfera è nervosa. Il personale ospedaliero protesta sul dispositivo di legge che prevede 60 euro lordi l’ora ai medici in pensione richiamati o ai medici specialisti reclutati con contratti a termine per affrontare l’emergenza, e 40 euro lordi l’ora per i neolaureati senza specializzazione.
Franco Calderone, responsabile del Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale vede prospettarsi una situazione paradossale dove i medici titolari in servizio alla fine guadagnerebbero molto meno dei neo assunti. «Per un impegno di sei ore al giorno, i neo-assunti percepirebbero 8640,00 € al mese lordi, 6912 al netto della ritenuta d’acconto, a fronte dei medici dipendenti con svariati anni di anzianità di servizio che percepiscono circa 35000 netti ed anche i neolaureati guadagnerebbero più dei titolari. È questa la solidarietà di cui si parla nei confronti dei medici in trincea”?» Calderone condivide la decisione di reclutare nuovi medici, «ma sarebbe opportuno incentivare anche i medici in servizio visto che è sulle loro spalle che da settimane grava tutto il peso di questa situazione e visto che, anche con i nuovi arrivati, dovranno comunque stare in prima linea e guidare chi non ha esperienza».

In Campania, Puglia e Basilicata il fronte caldo è la medicina territoriale. Qualcuno fa osservazione sulle restrizioni d’accesso allo studio del medico di famiglia. Luigi De Lucia, segretario Sindacato medici italiani in Campania, spiega che è erroneo parlare di studi chiusi; è solo stato introdotto il criterio del triage telefonico per l’accesso dei pazienti in studio così da decidere chi necessita di una visita indifferibile. «Dopo aver appurato per telefono che il paziente ha veramente assoluto bisogno di una visita, lo invitiamo per appuntamento a venire in studio per evitare affollamenti nelle sale di attesa e il rischio di contagi».
Nella regione dove più il coronavirus è cresciuto, tanto che il governatore Vincenzo De Luca ha creato una zona rossa nella valle del Tanagro e ad Ariano Irpino, il dottor De Lucia ammette che la categoria si sente poco tutelata. In Puglia una settimana fa una delibera ha sospeso il libero accesso negli studi dei medici e pediatri convenzionati, ora si entra previo triage telefonico. In Basilicata sempre da una settimana i medici hanno messo dei cartelli dove spiegano che le ripetizioni si fanno per telefono, e da parte sua la Regione ha sospeso i ricoveri e visite ed esami programmati ed assicura le sole prestazioni urgenti negli ambulatori del Servizio sanitario regionale; un solo visitatore per paziente può presentarsi nei reparti di degenza. I medici Fimmg hanno chiesto al governatore Bardi un provvedimento che informi la cittadinanza della necessità di non affollare le sale d’attesa per problematiche minori o differibili, e tamponi di conferma sui sintomatici che crescono. Nei centri della Calabria, regione dove è stata disposta la “chiusura” del comune di Montebello Jonico, “a seguito del numero di casi di positività, un protocollo d’intesa tra Federfarma e Croce Rossa Italiana stabilisce ‘la consegna dei farmaci a domicilio a tutte quelle persone alle quali è sconsigliato spostarsi al di fuori del proprio domicilio o impossibilitate a recarsi in farmacia e che, attraverso il numero verde 800065510, richiedono la consegna dei farmaci a domicilio per assicurare gli essenziali parametri di continuità e aderenza alla terapia’” Plaude Fimmg Catanzaro con Gennaro De Nardo, segretario. «Il protocollo individua come destinatari ‘le persone con oltre 65 anni, i soggetti con sintomi da infezione respiratoria e febbre >37,5°, i non autosufficienti o sottoposti a quarantena o positivi al Covid-19’».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

20 Marzo 2020, 10:52

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia