Chinesiologi, naturopati e osteopati: arrivano norme e requisiti UNI.

Data:
18 Novembre 2013


La figura del chinesiologo e la norma UNI
clicca qui per il video

La figura del naturopata e la norma UNI (1)
clicca qui per il video

La figura del naturopata e la norma UNI (2)
clicca qui per il video

La figura dell’osteopata e la norma UNI
clicca qui per il video


Per oltre 300 tra chinesiologi, osteopati e naturopati attivi in Italia è già scattata l’era Uni.
Ovvero si sono già dotati della certificazione che li accredita sul mercato da un punto di vista qualitativo secondo regole note e condivise.
A dettarle è stato l’Uni, l’Ente nazionale italiano di unificazione, associazione privata senza scopo di lucro che svolge attività normativa in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario – funzione riconosciuta sia dall’Ue che dallo Stato italiano – definendo chi sono e cosa fanno i professionisti e assicurando così uno standard di qualità permanente, che può anche portare – su base volontaria – alla certificazione del professionista.

La legge per le professioni non organizzate

Quelle citate sono state le prime tre professioni "senza albo" dell’area sanitaria a essere coinvolte dal processo avviato col varo della legge sulle professioni non organizzate (L. 4/2013) in vigore da febbraio, una legge attesa da una platea imprecisata di professionisti (fino a 3 milioni, secondo alcune stime) che operano sul mercato in un regime di piena concorrenza, senza garanzie di sorta.
Così come sono stati finora peraltro privi di garanzie i rispettivi clienti.
La legge ha rappresentato la risposta italiana all’appello contenuto nella direttiva Ue sui servizi (123/2006) che esortava in particolare gli Stati membri ad adottare misure che facilitassero il riconoscimento della qualità dei prestatori.
In Italia esistono oltre 240 associazioni di professionisti che non hanno un ordine o un albo e che fanno capo a due macro-associazioni, Cna Assoprofessioni e Colap.

Quali professioni

In alcuni casi si tratta di professioni molto diffuse come i tributaristi (oltre 5 mila), gli interpreti e traduttori, i grafologi, i naturopati (oltre 10mila effettivi), i periti assicurativi (circa 7mila) i chinesiologi, gli osteopati, i comunicatori, i nutrizionisti, i bibliotecari, i patrocinatori stragiudiziali, gli archeologi, gli investigatori privati, i doppiatori, gli statistici, gli informatici, i fotografi/comunicatori visivi, i bioingegneri, i chiropratici (circa 500) e così via.
Alcune professioni avevano già deciso autonomamente di rivolgersi all’Uni per la definizione di una norma tecnica specialistica diversi anni prima della riforma: saldatori, professionisti della security aziendale, istruttori subacquei, manutentori, addetti agli impianti di refrigerazione e pompe di calore, pianificatori finanziario-economico-patrimoniali personali dispongono già da alcuni anni del quadro di riferimento Uni che ne definisce il profilo e ne consente la certificazione.
La finestra sul mondo della salute è stata invece aperta solo di recente: i primi a tagliare il traguardo sono stati i chinesiologi, con la norma Uni 11475, ratificata ed entrata a far parte del corpo normativo italiano il 14 febbraio.
Li hanno seguiti a ruota naturopati e osteopati, con le norme Uni 11491 e 11492, ratificate il 6 giugno.

L’iter

L’iter dell’autoregolamentazione volontaria affida alla commissione Uni il compito di riunire tutti i diretti interessati alla specifica professione (i professionisti, i clienti, i fornitori, eventuali autorità pubbliche interessate) per l’elaborazione e la condivisione di un testo che definisce gli aspetti più rilevanti della singola professione.
Il testo così prodotto viene poi viene sottoposto con "inchiesta pubblica" a tutti gli stakeholders, che hanno un periodo di tempo utile per formulare le proprie osservazioni.
Una volta varata, la norma Uni rappresenterà un testo di autoregolamentazione non obbligatorio ma ufficialmente riconosciuto, al quale tutti i professionisti possono far riferimento per dare contenuti di certezza e qualità alla propria prestazione professionale, per differenziare il proprio posizionamento competitivo sul mercato e sulla base della quale chiedere di essere certificati da un organismo indipendente: in Italia ne esistono 22 che operando sotto accreditamento Accredia – l’unico ente nazionale di accreditamento designato dallo Stato – hanno certificato finora oltre 80mila professionisti dei più diversi settori.
Altri arriveranno presto alla meta.
E tra le professioni sanitarie non regolamentate le prime a tagliare il traguardo dopo chinesiologi, osteopati e naturopati dovrebbero essere i clinical monitor – attivi nel campo del monitoraggio delle sperimentazioni cliniche dei medicinali – e gli esperti di arteterapie, figure per le quali due cantieri Uni sono già in funzione.

Ultimo aggiornamento

18 Novembre 2013, 02:38

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia