Check-up periodici, Gimbe: sovra-diagnosi e aumento costi senza benefici per la salute (da Doctor33 del 24 settembre 2019)

Data:
28 Settembre 2019

I check-up periodici, solitamente test di laboratorio e strumentali a carico del Ssn, non contribuirebbero a migliorare la salute della popolazione generale, anzi la metterebbero a rischio in conseguenza di fenomeni di sovra-diagnosi e sovra-trattamento, causando inoltre spreco di risorse pubbliche e private. A lanciare l’allarme Questo una nota della Fondazione Gimbe, che riprende le evidenze scientifiche rilevate dai ricercatori del Centre for Evidence-Based Medicine di Oxford e recentemente apparse sulla rivista Bmj Evidence-based Medicine.
Secondo i ricercatori, “non esistono convincenti evidenze per supportare l’utilizzo dei check-up generici nell’ambito delle cure primarie. Non sembrano efficaci nel modificare esiti di salute rilevanti e non esistono evidenze di elevata qualità a supporto della loro costo-efficacia, in particolare se confrontati con le modalità standard di cure primarie”. L’esecuzione di test di laboratorio deve dunque essere personalizzata dal medico di famiglia in relazione a età, sesso e fattori di rischio. Lo studio dell’équipe di Oxford si è basato sulla revisione sistematica Cochrane, che include 17 studi clinici randomizzati (di cui 15 con coorte di studio superiore ai 250mila pazienti) secondo i quali che i check-up non riducono la mortalità totale né quella per tumori e non hanno un impatto significativo su mortalità cardiovascolare, ictus e infarto fatale e non fatale.
«Eppure digitando su Google la parola “check-up” la ricerca restituisce innumerevoli siti web che offrono “pacchetti” di test diagnostici proponendoli come insostituibile strumento di prevenzione e diagnosi precoce», commenta il presidente Nino Cartabellotta, che sottolinea come alla popolazione venga proposto un modello di prevenzione «antiscientifico e consumistico» da parte di centri medici privati, compagnie assicurative e fondi sanitari. «Tuttavia, è inaccettabile che alcune Regioni abbiano deliberato la possibilità per le aziende sanitarie di promuovere check-up a pagamento, che peraltro includono screening oncologici già inclusi nei livelli essenziali di assistenza».
Sulla revisione Cochrane, Cartabellotta spiega che «non valuta l’impatto clinico ed economico della sovra-diagnosi (overdiagnosis), vera epidemia del 21° secolo: l’utilizzo inappropriato di test diagnostici sempre più sensibili, infatti, porta ad etichettare come malate persone il cui stadio di malattia è troppo precoce, molto lieve e/o non evolutivo, generando a cascata ulteriori approfondimenti diagnostici e trattamenti non necessari che configurano il fenomeno del sovra-trattamento (overtreatment)».
il presidente conclude sottolineando come «le evidenze scientifiche dimostrano che è ormai indifferibile una presa di coscienza professionale, sociale e politica che nelle persone sane i check-up periodici non determinano alcun beneficio in termini di salute, possono peggiorarla in conseguenza dei fenomeni di sovra-diagnosi e sovra-trattamento e consumano preziose risorse che potrebbero essere reinvestite in strategie di prevenzione primaria più efficaci e costo-efficaci, in Italia ampiamente sotto-finanziate e sotto-utilizzate».

Ultimo aggiornamento

28 Settembre 2019, 22:31

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