Carenza Mmg, a Sud aumento massimale allontana ingresso giovani medici. Il caso Abruzzo (da DoctorNews33 del 22 marzo 2018)

Data:
22 Marzo 2018

PRECEDENTI NEWS DELL’ORDINE DI LATINA SULL’ARGOMENTO:

26 agosto 2017 – MA CI SARA’ VERAMENTE PENURIA DI MEDICI NEL TERRITORIO? UNA NOTA DELL’ORDINE DEI MEDICI

https://www.ordinemedicilatina.it/ma-ce-veramente-penuria-di-medici-nel-territorio-una-nota-dellordine-dei-medici/

13 novembre 2017 – Medici di medicina generale in attesa di stabile inserimento: penuria o abbondanza? Situazione a macchia di leopardo nelle regioni

https://www.ordinemedicilatina.it/medici-di-medicina-generale-in-attesa-di-stabile-inserimento-situazione-a-macchia-di-leopardo-nelle-regioni/

11 febbraio 2018 – Mancano i medici? In Campania dati diversi dal resto di Italia

https://www.ordinemedicilatina.it/mancano-i-medici-in-campania-dati-diversi-dal-resto-di-italia-da-quotidianosanita-it-del-10-febbraio-2018/

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«L’aumento di massimale per dare un medico a chi non l’ha più causa pensionamento è forse l’unica risposta in certe regioni ma in altre allontanerebbe l’approdo dei giovani usciti dal tirocinio alla professione. L’Abruzzo è una di queste regioni».Ezio Casale presidente Omceo Chieti e responsabile nella passata Fnomceo della commissione formazione, illustra i dati di una ricerca degli ex tirocinanti Giuseppe Andrisani e Gabriella Pesolillo, che, di fronte a una Lombardia che consente 1800 scelte e un Friuli VG che ha portato l’ottimale a un medico ogni 1000 assistiti hanno voluto verificare quanto il gap tra medici pensionandi e nuove leve sia incolmabile.

L’esodo di 33 mila Mmg su 45 mila nei prossimi 10 anni può essere colmato per un terzo da 1000 tirocinanti immatricolati ogni anno, ma pescare gli altri 22 mila dalla graduatoria degli equipollenti non è così facile. Ricerche in Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio, mostrano che solo un 40% nelle graduatorie è interessato a fare il medico di famiglia. Di recente le Regioni si sono accordate per finanziare borse di studio fino alla concorrenza di un numero di posti doppio rispetto all’attuale: nel prossimo triennio si prevede di immatricolare 2 mila aspiranti Mmg e altrettanti ogni anno che seguirà, ma i primi contingenti rinforzati usciranno nel 2021 per le graduatorie del 2022, intanto ci sono già i vuoti in certe aree, specie al Nord. Ma al Sud i giovani in graduatoria e interessati a una carenza sono ancora tanti: si rischia di rallentarne l’approdo al mondo del lavoro. Questo vale a maggior ragione per l’Abruzzo regione con 1100 medici ciascuno con una media di 1000 assistiti, quindi relativamente bassa. Andrisani e Pesolillo hanno messo a confronto le graduatorie 2015-16-17 con le richieste per le zone carenti negli ultimi 3 anni per ciascuna provincia. Nelle 3 graduatorie è stata valutata la propensione dei medici in elenco ad accumulare punti: c’è un 38% di quiescenti che non fanno punti anche da anni e sembrano non essere interessati alla medicina generale, poi c’è un 62% che si divide tra

•accumulatori lenti (da 0,2 a 1,2 punti/anno) la cui percentuale scende dal 5 al 3% fra 2016 e 17
•accumulatori rapidi (da 1,2 a 2,5 punti/anno) la cui percentuale invece cresce dal 42 al 45%
•accumulatori rapidissimi (da 2,5 a 3,6 punti/anno) stabili all’1%
•accumulatori straordinari (oltre 3,6 punti/anno) che sono i medici del tirocinio pari al 13% e stabili, il loro peso sulla graduatoria è costante nel tempo.

Si evidenzia un crescente interesse tra gli accumulatori lenti. Peraltro, tra gli accumulatori presi globalmente un terzo sono di altre regioni e stanno in più graduatorie, dove andranno a esercitare? Quanto alle domande per le carenze: su 764 aventi diritto solo 229 (30%) ne hanno fatte, 120 sono andate a Chieti a fronte di 33 zone carenti, 98 a Pescara a fronte di 31 carenze, 64 all’Aquila per 27 zone e 66 a Teramo per 38 zone. Un 60% degli aspiranti è costituito da accumulatori rapidi con incarichi per lo più in continuità assistenziale e 118, un 30 da “straordinari” e un 10 da quiescenti. Due terzi delle graduatorie sono occupati da improbabili futuri Mmg, e agli “indisponibili” va aggiunto chi abbandona il corso per entrare a scuola di specialità: a fine del triennio sono 8-9 su 22 allievi iniziali dell’attuale contingente abruzzese.

Ipotizzando pensionamenti a tappeto a 68 anni, i nuovi ingressi non saranno sufficienti a colmare le carenze dal 2021, mentre con pensionamenti a 70 anni si arriva al 2022. «E’ chiaro che dal 2022 è indispensabile introdurre un raddoppio dei medici al tirocinio anche in Abruzzo», riflette Casale. «Ma se, volendo agire ora, s’introducesse l’aumento di massimale a 1800 scelte o si alzasse l’ottimale, non solo non si aprirebbero più carenze ma i pochi giovani in entrata si troverebbero bacini d’utenza impoveriti… e ne abbiamo visti in passato studi che chiudevano, qui, per assenza di pazienti». Ed emigrare al Nord, dove c’è richiesta in assoluto? «Può essere una risposta. Qualcuno già è partito, qualcun altro lo farà ma alla base ci sono scelte personali di lungo periodo, non semplici. Il messaggio è: non vogliamo tornare alla pletora ma abbiamo bisogno tutti di prospettive, in un’Italia a macchia di leopardo, dove ci sono più variabili per descrivere la crisi “demografica” della medicina di famiglia».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

22 Marzo 2018, 09:45

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