Atto aziendale Asl, reazioni a Fondi: “De Meo inspiegabile”

Data:
4 Dicembre 2014

www.h24notizie.it Così il Movimento civico “Fondi ci chiama” sull’astensione dalla votazione del sindaco De Meo sul nuovo Atto aziendale dell’Asl: “Non ci voleva certo una “maga” per predigere il declassamento del “S. Giovanni di Dio”, sancito nel piano strategico 2014.2016 e nell’atto aziendale, approvati dalla conferenza dei sindaci nella giornata di ieri.

L’ospedale di Fondi, privato dei servizi essenziali di emergenza, viene irrimediabilmente relegato ad una funzione impossibilitata a soddisfare il diritto alla salute ai cittadini di Fondi e dell’intero comprensorio. Peraltro, l’attività ospedaliera di servizio è ridotta solo alla fascia oraria che va dalle ore 8.00 alle ore 14.00.

Il fatto inspiegabile è che il sindaco De Meo abbia ritenuto opportuno esprimere il proprio voto di astensione su questo scandaloso documento dell’Asl di Latina.

“L’atto aziendale non migliora, anzi peggiora la situazione sul piano quantitativo e qualitativo. Vengono impoveriti i reparti del S. Giovanni di Dio” a Fondi. Si svuotano gli ospedali del centro-sud rendendo inefficiente l’offerta sanitaria”, è quanto afferma il gruppo consiliare regionale di Forza Italia, mentre lo stesso sen. Claudio Fazione rileva che “tale atto aziendale resta un libro dei sogni, privo di una reale programmazione e senza indicare le relative coperture finanziarie”.

Pertanto, una scelta coerente con quanto prima affermato dagli amici di partito di De Meo, non poteva che risolversi in un voto di netta opposizione al documento citato.

Mentre i cittadini e le fasce più deboli pagano sulla propria pelle l’assenza di un’offerta sanitaria ospedaliera efficiente ed efficace, mentre i componenti del comitato Pro-Ospedale e della Fondazione S. Giovanni di Dio promuovono iniziative popolari di denuncia e si rivolgono anche agli organi istituzionali sovraordinati e alla stessa Corte dei conti per il gravissimo stato di inefficienza della sanità ospedaliera, il sindaco De Meo non trova di meglio che astenersi al cospetto di scelte di programmazione che continuano a negare di fatto il sacrosanto diritto costituzionale alla tutela della salute pubblica”.

Ultimo aggiornamento

4 Dicembre 2014, 07:42

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